COVID

Scuola, appello dall’Abruzzo: "Lezioni da casa per 21 giorni"

Per i sindacati di categoria rientrare il 10 gennaio è altamente rischioso per i ragazzi

L'AQUILA. Sono 167.616 gli studenti abruzzesi che, il 10 gennaio, tornano a scuola dopo le vacanze di Natale.
Ma un dato preoccupa: nella fascia che va dai 5 agli 11 anni, su 76.400 alunni, appena 5.200 risultano al momento vaccinati, secondo i dati diffusi dal Governo, che ha varato nuove regole per il rientro in presenza, a partire dall'utilizzo della mascherina Ffp2. Intanto, il Comitato tecnico-scientifico sta valutando l'ipotesi della dad per gli studenti non vaccinati. Ma per Cgil e Cisl Abruzzo «si tratta di una misura discriminatoria e anticostituzionale, oltre che logisticamente inapplicabile».
I sindacati chiedono a gran voce un "periodo- cuscinetto" di almeno 2-3 settimane con la didattica a distanza per tutta la popolazione studentesca abruzzese, e un'accelerazione della campagna vaccinale.
TROPPI RITARDI Con l'impennata dei contagi e la quarta ondata della pandemia entrata nel vivo, quello della scuola resta uno dei temi più caldi per il Governo guidato dal premier Draghi. E anche uno dei più difficili da affrontare.
«L'evoluzione dei contagi è certificata dai numeri», sottolinea Davide Desiati, segretario Cisl scuola Abruzzo, «è stato accumulato un enorme ritardo nella campagna vaccinale, anche dei più piccoli. A dicembre, quando è stato dato il via alle prenotazioni per i bambini sotto i 12 anni, la possibilità di accedere alla vaccinazione in tempi rapidi era bassa».
Per Cgil e Cisl «negli ultimi mesi non sono state assunte adeguate misure per garantire una ripresa normale delle lezioni, dopo le festività natalizie, con l'eliminazione, addirittura, dell'obbligo di distanziamento tra gli alunni».
DAD PER TUTTI «Siamo assolutamente favorevoli ad un periodo di didattica a distanza per tutti gli studenti», ribadisce Desiati, «periodo che potrebbe oscillare tra le 2 e le 3 settimane: un lasso di tempo in cui avviare una massiccia campagna vaccinale sui ragazzi in età scolare, per poi tornare tra i banchi in presenza e in sicurezza. Per far sì che ciò avvenga, vanno riaperti subito gli hub vaccinali».
Anche Pino La Fratta, segretario regionale della Flc- Cgil, auspica una ripartenza in dad. «La quarta ondata era ampiamente prevedibile, ma non sono state prese adeguate misure per contrastarla. Il Governo, al momento, è intenzionato a riprendere le lezioni in presenza, ma non si può fare una discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati. Un provvedimento, tra l'altro, applicato su minori e anticostituzionale. Il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione e non può essere violato».


SCUOLE IN AFFANNO Ma c'è un secondo problema. Una ripresa "mista", con parte degli studenti in presenza e altri in dad, comporterebbe, secondo i sindacati, «uno sforzo organizzativo che gli istituti scolastici, in questo momento, non sono in grado di affrontare».
«Discorso tanto più valido», incalza La Fratta, «per le zone interne dell'Abruzzo, gravate da difficoltà di collegamenti delle linee internet. In assenza di misure di sicurezza per l'intera popolazione scolastica, è opportuno riprendere le lezioni con la didattica a distanza, ovviamente per un periodo limitato, per poi tornare in presenza».
La Cgil si dice favorevole all'introduzione dell'obbligo vaccinale per tutti, «ma con il picco del contagio raggiunto, vanno prese misure immediate che garantiscano la salute dei ragazzi», dice La Fratta, «la scelta del Governo di tornare da subito in presenza mi sembra più ideologica che razionale, legata esclusivamente al patto per la scuola. Sono saltati i tracciamenti dei positivi, bisogna usare la massima prudenza».
NUOVE REGOLE Sarà comunque un rientro a scuola ricco di novità e nuove norme che dovranno rispettare studenti, docenti e personale Ata.
Una delle più importanti riguarda l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 nelle aule scolastiche durante le ore di lezioni. Cambiano anche le modalità sulla sospensione delle lezioni con casi positivi all’interno della classe: secondo le nuove regole con 3 contagi positivi in una sola classe, sarà la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Mentre, per quanto riguarda le scuole dell’infanzia, resta la quarantena di 10 giorni per tutti gli alunni della classe, con tampone obbligatorio, anche con un solo caso positivo. Valutazioni, queste ultime, che potrebbero approdare al Consiglio dei ministri convocato per oggi. Allo studio del Governo, in accordo con le Regioni, anche regole diverse, soprattutto alle elementari e in prima media.
Infine obbligo di mascherine Ffp2, per gli insegnanti delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie se ci sono alunni che non possono indossare la mascherina perché esentati per specifici motivi di salute.
SORVEGLIANZA
E QUARANTENA Per il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, «è prioritario tutelare la didattica in presenza». Per le scuole elementari e la prima media, così come già succede per le classi successive, nel caso di due studenti risultati positivi, è prevista soltanto l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni), ma solo per i ragazzi vaccinati o guariti dal Covid negli ultimi tre mesi. Per i non vaccinati scatta la quarantena di 10 giorni con didattica a distanza, laddove previsto. Esclusa, per ora, l'ipotesi di uno slittamento della data di riapertura delle scuole, che resta fissata al 10 gennaio prossimo. Ma non è detto che vada a finire in questo modo.