Scuolabus, Cgil conferma: l’appalto è una conquista
Il sindacato ribatte al Pd: la gara da 59 milioni garantisce alunni e lavoratori E chiede all’Anci di vigilare sui Comuni che punteranno solo a risparmiare
PESCARA. La Cgil conferma: l’appalto unico in 305 Comuni per gli scuolabus è una conquista. Tra la scelta Fratelli d’Italia e le critiche del Pd che ha denuncia aumenti di costi per enti locali e famiglie, il principale sindacato dei lavoratori sceglie la prima. E lo spiega con una nota incentrata sulla gara regionale da 59 milioni di euro che ha innescato lo scontro tra maggioranza e opposizione.
«Grazie all’azione delle organizzazioni sindacali si è firmato un accordo che assicura la piena applicazione della clausola sociale in termini di stabilità occupazionale e salariale», esordiscono Luca Fusari, Franco Rolandi e Aurelio Di Eugenio, rispettivamente segretario generale Fp Cgil Abruzzo-Molise, segretario regionale Cgil e segretario generale Filt Cgil Abruzzo-Molise.
I tre sindacalisti affermano che la maxi gara «disciplina gli aspetti della sicurezza di utenti e lavoratori per evitare le storture registrate negli anni in un mercato schizofrenico che ha prodotto disservizi di ogni genere a cominciare dalle condizioni vetuste dei mezzi per il trasporto dei bambini e da contesti lavorativi discutibili e precari».
A Silvio Paolucci e Antonio Blasioli, esponenti in Regione del Pd, la Cgil replica che: «Questi ed altri aspetti, presenti nell’accordo raggiunto, non sono un semplice promemoria ma elementi salienti e inderogabili che devono necessariamente essere rispettati anche dai Comuni che ritengono di non aderire all’Accordo Quadro regionale stipulato da Areacom».
In parole semplici, il sindacato si ritrova in sintonia con il capogruppo in Regione di FdI, Massimo Verrecchia, che su questi punti ieri ha basato la sua risposta ai dem. Ma la battaglia della Cgil sugli scuolabus «risale addirittura al 2015», sottolineano i sindacalisti, «quando promuovemmo nelle province abruzzesi un’indagine per conoscere qualità e quantità del servizio offerto in tutti i Comuni (platea di utenti, pulmini impiegati, percorsi, durata, tariffe applicate all'utenza), modalità di gestione (tipo di affidamento, caratteristiche, durata e scadenza dell'appalto), e personale utilizzato (impresa erogatrice del servizio, numero addetti, tipologia di contratto applicato). Ne uscì un quadro desolante», sottolineano, «la cui sintesi, portata a conoscenza di Prefetti, Questori, Presidenti delle Province, Presidente dell’Anci e Ufficio scolastico regionale, fece emergere standard di qualità e sicurezza molto bassi e una presenza diffusa di precariato e contratti “pirata” applicati al personale per ridurre i livelli retributivi e il costo del lavoro». La Cgil però va al di là del duello politico tra FdI e Pd, in cui si è inserito anche l’Anci. E più che cercare pezze d’appoggio che permettano ai Comuni di derogare al maxi appalto, proseguendo sulla strada dell’affidamento diretto, invita la Regione a far rispettare «quanto concordato nell’accordo fatto con Areacom sulle tutele normative ed economiche del personale che lavora e degli standard qualitativi del servizio offerto». All’Anci regionale invece chiede «di farsi garante di questo sistema di regole, per evitare che eventuali affidamenti, inferiori ai 40.000 euro, in deroga all’appalto unico regionale, possano pregiudicare la sicurezza degli utenti e le condizioni lavorative».
Il messaggio finale al Pd è chiarissimo: «Occorre che siano respinte procedure di affidamento diretto basate solo sulla maggiore convenienza economica». (l.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
«Grazie all’azione delle organizzazioni sindacali si è firmato un accordo che assicura la piena applicazione della clausola sociale in termini di stabilità occupazionale e salariale», esordiscono Luca Fusari, Franco Rolandi e Aurelio Di Eugenio, rispettivamente segretario generale Fp Cgil Abruzzo-Molise, segretario regionale Cgil e segretario generale Filt Cgil Abruzzo-Molise.
I tre sindacalisti affermano che la maxi gara «disciplina gli aspetti della sicurezza di utenti e lavoratori per evitare le storture registrate negli anni in un mercato schizofrenico che ha prodotto disservizi di ogni genere a cominciare dalle condizioni vetuste dei mezzi per il trasporto dei bambini e da contesti lavorativi discutibili e precari».
A Silvio Paolucci e Antonio Blasioli, esponenti in Regione del Pd, la Cgil replica che: «Questi ed altri aspetti, presenti nell’accordo raggiunto, non sono un semplice promemoria ma elementi salienti e inderogabili che devono necessariamente essere rispettati anche dai Comuni che ritengono di non aderire all’Accordo Quadro regionale stipulato da Areacom».
In parole semplici, il sindacato si ritrova in sintonia con il capogruppo in Regione di FdI, Massimo Verrecchia, che su questi punti ieri ha basato la sua risposta ai dem. Ma la battaglia della Cgil sugli scuolabus «risale addirittura al 2015», sottolineano i sindacalisti, «quando promuovemmo nelle province abruzzesi un’indagine per conoscere qualità e quantità del servizio offerto in tutti i Comuni (platea di utenti, pulmini impiegati, percorsi, durata, tariffe applicate all'utenza), modalità di gestione (tipo di affidamento, caratteristiche, durata e scadenza dell'appalto), e personale utilizzato (impresa erogatrice del servizio, numero addetti, tipologia di contratto applicato). Ne uscì un quadro desolante», sottolineano, «la cui sintesi, portata a conoscenza di Prefetti, Questori, Presidenti delle Province, Presidente dell’Anci e Ufficio scolastico regionale, fece emergere standard di qualità e sicurezza molto bassi e una presenza diffusa di precariato e contratti “pirata” applicati al personale per ridurre i livelli retributivi e il costo del lavoro». La Cgil però va al di là del duello politico tra FdI e Pd, in cui si è inserito anche l’Anci. E più che cercare pezze d’appoggio che permettano ai Comuni di derogare al maxi appalto, proseguendo sulla strada dell’affidamento diretto, invita la Regione a far rispettare «quanto concordato nell’accordo fatto con Areacom sulle tutele normative ed economiche del personale che lavora e degli standard qualitativi del servizio offerto». All’Anci regionale invece chiede «di farsi garante di questo sistema di regole, per evitare che eventuali affidamenti, inferiori ai 40.000 euro, in deroga all’appalto unico regionale, possano pregiudicare la sicurezza degli utenti e le condizioni lavorative».
Il messaggio finale al Pd è chiarissimo: «Occorre che siano respinte procedure di affidamento diretto basate solo sulla maggiore convenienza economica». (l.c.)
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