Sel non cede: fuori gli inquisiti Pd
Castorani incalza: le liste pulite non possono limitarsi alle primarie
MONTESILVANO. Recuperare l'armonia nel centrosinistra messa a dura prova da posizioni divergenti e aprire al dialogo. Sel e Pd si dicono pronti a un confronto per tentare di ricucire lo strappo e correre insieme alle prossime elezioni amministrative.
Una partita ancora aperta, da giocare, anche se le posizioni del Sel, dopo la riunione di lunedì sera, sono rimaste invariate. Per rendere compatta la coalizione è necessario trovare un punto di convergenza nella questione degli inquisiti nelle liste elettorali, che tiene banco ormai da settimane, ma che sembra non vedere la parola fine. «Non abbiamo chiuso la porta con il Pd, ma per noi i punti che abbiamo elencato allora non sono cambiati», precisa il coordinatore Sel di Montesilvano Giancarlo Castorani all'indomani della lunga riunione che ha visto protagonista il partito. «Non basta un candidato sindaco non indagato e la questione delle liste pulite non può fermarsi alle primarie. Aspettiamo di confrontarci con il Pd e di ricevere una risposta che finora non abbiamo avuto».
Per Castorani è fondamentale il rinnovamento e lo stop alla politica di lungo corso: «Da Montesilvano arriva una domanda di cambiamento cui il centrosinistra non riesce a dare una chiara lettura. E' forte il disagio che i cittadini nutrono verso gli indagati e la vecchia politica. Il vecchio centrosinistra è stato prima spazzato via dalle inchieste giudiziarie e poi sconfitto nel voto dal centrodestra», sottolinea il coordinatore cittadino di Sinistra ecologia e libertà, evidenziando la necessità di «ripartire da queste sconfitte per avviare una nuova fase. Stiamo ricominciando da un cumulo di macerie e dobbiamo prepararci a ridisegnare la città. Vogliamo cercare il consenso dei cittadini e riavvicinarli alla politica, ma per farlo occorre credibilità. Abbiamo chiesto ai partiti della futura coalizione una linea politica chiara di alternativa al centrodestra e di discontinuità con il centrosinistra. Per essere credibili dobbiamo avere candidati che durante il percorso non ci facciano inciampare. Restiamo in attesa dell'invito del Pd per continuare la discussione partendo da questi punti».
Castorani snocciola 4 premesse «indispensabili» da cui partire: in caso di primarie e di elezione, il sindaco dovrà «sottostare alla sua maggioranza e al programma, pena le dimissioni»; non saranno ammesse «variazioni di maggioranza né di punti programmatici importanti»; non saranno ammessi consiglieri eletti al di fuori della maggioranza; chiusura del partito agli indagati. «E' opportuno che coloro che sono stati rinviati a giudizio non partecipino alla competizione elettorale nelle liste di coalizione», rimarca. «Sono le premesse necessarie per una fase di rilancio della politica a Montesilvano e per creare un'alternativa alla decadenza che ci circonda».
Per Roberto Di Lodovico, coordinatore provinciale di Sel, bisogna lavorare «per cercare di trovare un accordo. Sel è nata per rifondare il centrosinistra ed è giusto dare un segnale in più agli elettori. Ovviamente deve trattarsi di una coalizione che parte da presupposti sulla questione morale che sono cari a tutti». Conferma di un'apertura al dialogo arriva dal segretario cittadino Pd Luigi Beccia: «Da parte nostra c'è la piena disponibilità al confronto sui temi e le idee che rispondono al bisogno dei montesilvanesi. Aspettiamo Sel ai tavoli preposti al confronto politico e programmatico».
Una partita ancora aperta, da giocare, anche se le posizioni del Sel, dopo la riunione di lunedì sera, sono rimaste invariate. Per rendere compatta la coalizione è necessario trovare un punto di convergenza nella questione degli inquisiti nelle liste elettorali, che tiene banco ormai da settimane, ma che sembra non vedere la parola fine. «Non abbiamo chiuso la porta con il Pd, ma per noi i punti che abbiamo elencato allora non sono cambiati», precisa il coordinatore Sel di Montesilvano Giancarlo Castorani all'indomani della lunga riunione che ha visto protagonista il partito. «Non basta un candidato sindaco non indagato e la questione delle liste pulite non può fermarsi alle primarie. Aspettiamo di confrontarci con il Pd e di ricevere una risposta che finora non abbiamo avuto».
Per Castorani è fondamentale il rinnovamento e lo stop alla politica di lungo corso: «Da Montesilvano arriva una domanda di cambiamento cui il centrosinistra non riesce a dare una chiara lettura. E' forte il disagio che i cittadini nutrono verso gli indagati e la vecchia politica. Il vecchio centrosinistra è stato prima spazzato via dalle inchieste giudiziarie e poi sconfitto nel voto dal centrodestra», sottolinea il coordinatore cittadino di Sinistra ecologia e libertà, evidenziando la necessità di «ripartire da queste sconfitte per avviare una nuova fase. Stiamo ricominciando da un cumulo di macerie e dobbiamo prepararci a ridisegnare la città. Vogliamo cercare il consenso dei cittadini e riavvicinarli alla politica, ma per farlo occorre credibilità. Abbiamo chiesto ai partiti della futura coalizione una linea politica chiara di alternativa al centrodestra e di discontinuità con il centrosinistra. Per essere credibili dobbiamo avere candidati che durante il percorso non ci facciano inciampare. Restiamo in attesa dell'invito del Pd per continuare la discussione partendo da questi punti».
Castorani snocciola 4 premesse «indispensabili» da cui partire: in caso di primarie e di elezione, il sindaco dovrà «sottostare alla sua maggioranza e al programma, pena le dimissioni»; non saranno ammesse «variazioni di maggioranza né di punti programmatici importanti»; non saranno ammessi consiglieri eletti al di fuori della maggioranza; chiusura del partito agli indagati. «E' opportuno che coloro che sono stati rinviati a giudizio non partecipino alla competizione elettorale nelle liste di coalizione», rimarca. «Sono le premesse necessarie per una fase di rilancio della politica a Montesilvano e per creare un'alternativa alla decadenza che ci circonda».
Per Roberto Di Lodovico, coordinatore provinciale di Sel, bisogna lavorare «per cercare di trovare un accordo. Sel è nata per rifondare il centrosinistra ed è giusto dare un segnale in più agli elettori. Ovviamente deve trattarsi di una coalizione che parte da presupposti sulla questione morale che sono cari a tutti». Conferma di un'apertura al dialogo arriva dal segretario cittadino Pd Luigi Beccia: «Da parte nostra c'è la piena disponibilità al confronto sui temi e le idee che rispondono al bisogno dei montesilvanesi. Aspettiamo Sel ai tavoli preposti al confronto politico e programmatico».
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