Sequestrati i certificati di cento morti
L’indagine sui rimborsi per i decessi, la polizia giudiziaria preleva anche i moduli degli straordinari dei medici legali
PESCARA. Sono stati sequestrati i verbali delle visite dei medici legali per la constatazione dei decessi. La polizia giudiziaria ha ritirato i certificati necroscopici in originale: niente fotocopie, i documenti sono stati portati via dagli uffici di via Pesaro e messi sotto chiave in procura. Sotto sequestro sono finiti anche i riepiloghi mensili degli straordinari dei medici legali. Sono questi i primi passi di un’altra indagine per truffa che si è abbattuta sulla Medicina legale, un settore già finito al centro delle cronache giudiziarie per le inchieste sulle commissioni di invalidità e sulle patenti speciali. Sotto la lente degli investigatori c’è una massa enorme di carte: l’indagine, partita dall’esposto che sarebbe stato presentato da un dipendente della Asl con un passato proprio nella Medicina legale e che avrebbe riferito di presunte irregolarità durante le visite ai morti, prenderebbe in considerazione un periodo di almeno 6 mesi, tra dicembre 2012 e maggio dell’anno scorso. Sarebbero così più di cento i casi all’attenzione della polizia. In base alle prime indiscrezioni, però, sarebbe una truffa da pochi soldi: annotando più chilometri di quelli percorsi e dilatando la durata degli straordinari per constatare i decessi, gli stipendi dei medici legali sarebbero stati aumentati di circa 500-600 euro al mese.
Parla Polidoro. Il commento del primario della Medicina legale, Ildo Polidoro, dopo le prime indiscrezioni dell'inchiesta è affidato a una frase a effetto: «La stupidità non è reato altrimenti in tanti si ritroverebbero sotto processo ma la stupidità fa commettere reati». Polidoro, chiamato dal direttore generale della Asl Claudio D’Amario per rimettere ordine in un reparto che lo stesso D’Amario ha sempre definito «un’area grigia» della sanità pescarese, non dice di più ma, da quello che trapela dagli uffici della sede di via Pesaro, un cambio di rotta c’è già stato e dopo i primi consigli sono partiti anche una serie di rapporti disciplinari. «Atti dovuti per irregolarità nelle procedure», spiega il primario, «che non riguardano l’oggetto dell’inchiesta. Il mio obiettivo è proprio quello di ridare ordine e uniformare le procedure per rispondere sempre meglio all’utenza».
Faccia a faccia tra medici. Oggi in via Pesaro è in programma anche una riunione tra Polidoro e i medici legali: l’oggetto dell’incontro – ormai una prassi settimanale – è tecnico e cioè avviare un unico percorso per il rispetto della privacy dei pazienti ma è possibile che si finisca a parlare anche dell’inchiesta in corso. Sì perché con i sequestri dei certificati necroscopici e dei riepiloghi mensili con le ore degli straordinari dei medici legali, la polizia giudiziaria è uscita allo scoperto: nelle stanze di via Pesaro, l’indagine non è più un segreto. Ma il lavoro dei poliziotti va avanti: da un lato, continuando ad ascoltare i parenti dei morti sugli orari delle visite dei medici legali per constatare i decessi e, dall’altro, incrociando le risposte dei testimoni con i dati contenuti negli atti originali messi sotto sequestro.
Rimborsi chilometrici. L’altra parte dell’indagine è quella che ruota intorno ai rimborsi chilometrici: comparando la distanza annotata sulle schede con i percorsi reali, nel caso spuntassero discrepanze, gli investigatori potrebbero contestare il reato di truffa. Finora, il sospetto degli inquirenti è che i chilometri sarebbero stati aumentati in modo da ottenere rimborsi maggiori. Ma i rimborsi di benzina e gasolio ai medici legali si calcolano sulla base dei prezzi al litro praticati da un elenco di distributori convenzionati con la Asl. Un altro trucco da appena un pugno di euro.
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