PESCARA
Settimana corta, c’è l’ok. Ma è bufera al Classico
Il consiglio d’istituto approva con 2 voti di scarto a favore le lezioni fino al venerdì. I genitori insorgono: «Traditi dai nostri rappresentanti, faremo ricorso al Tar»
PESCARA. Il nuovo anno scolastico ricomincerà con la settimana corta al liceo classico D'Annunzio. La proposta, avanzata dai rappresentanti dei genitori, di fare lezione dal lunedì al venerdì, col sabato di riposo, è passata ieri sera, durante la seduta del consiglio d'istituto, con 9 voti favorevoli (4 genitori, 3 professori e 2 personale Ata), 7 contrari ( 4 studenti e 3 docenti) e un astenuto. Alle 20.30 la seduta, cominciata alle 18, si è sciolta e i presenti - 18 membri del consiglio d'istituto e gli uditori ammessi (15 studenti e altrettanti genitori) - sono usciti dal retro dell'istituto di via Venezia presidiato dagli agenti della Digos.
Oggi, alle 11.30, la preside Donatella D'Amico terrà una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Durante la seduta consiliare, ieri sera, davanti alla scuola si era formato un capannello di una cinquantina di genitori con i figli, in attesa del verdetto. «Siamo amareggiati e delusi», dicono le famiglie escluse dall'incontro a porte chiuse e con l’accesso vietato alla stampa, «perché ci sentiamo traditi dai nostri stessi rappresentanti». I quali avevano spiegato le ragioni per cui era stata avanzata, a maggio, la proposta di settimana corta. Tra queste, le numerose assenze che si registrano proprio nella giornata del sabato. Un «procedimento viziato», lo hanno definito i genitori che si sono costituiti in un Comitato e che hanno annunciato «un ricorso al Tar per fare chiarezza su una vicenda che ci lascia senza parole. Ora dobbiamo pensare al da farsi: il primo provvedimento sarà richiedere l'accesso agli atti per avere copia della delibera che ha formalmente notificato la settimana corta. Tra i voti favorevoli ci sono anche quelli dei bidelli, ma con tutto il rispetto per il loro lavoro, non ci sembra il caso che loro possano decidere della vita scolastica di oltre 500 studenti interessati alla riforma che è passata senza che nessuno inizialmente ci abbia avvisati». Mentre, al contrario, i quattro rappresentanti dei genitori affermano che le famiglie sono state ragguagliate a più riprese e durante le giornate di colloqui con i professori. «Non comprendiamo il perché di questa riforma», chiudono i genitori, «non vi è neppure un risparmio nelle spese, dal momento che il sabato la scuola rimane aperta per gli studenti del classico europeo». Mercoledì scorso, durante l'incontro tra il dirigente scolastico e una rappresentanza di genitori, si sono registrati momenti di tensione.
«Il clima è stato incandescente», rivelano i presenti, «molto nervosismo da entrambe le parti. La preside ha alternato momenti conciliativi a prese di posizione estreme che l’hanno portata, alla fine, a sospendere l’assemblea che è andata avanti fino a quando l’impianto audio di amplificazione è stato spento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Oggi, alle 11.30, la preside Donatella D'Amico terrà una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Durante la seduta consiliare, ieri sera, davanti alla scuola si era formato un capannello di una cinquantina di genitori con i figli, in attesa del verdetto. «Siamo amareggiati e delusi», dicono le famiglie escluse dall'incontro a porte chiuse e con l’accesso vietato alla stampa, «perché ci sentiamo traditi dai nostri stessi rappresentanti». I quali avevano spiegato le ragioni per cui era stata avanzata, a maggio, la proposta di settimana corta. Tra queste, le numerose assenze che si registrano proprio nella giornata del sabato. Un «procedimento viziato», lo hanno definito i genitori che si sono costituiti in un Comitato e che hanno annunciato «un ricorso al Tar per fare chiarezza su una vicenda che ci lascia senza parole. Ora dobbiamo pensare al da farsi: il primo provvedimento sarà richiedere l'accesso agli atti per avere copia della delibera che ha formalmente notificato la settimana corta. Tra i voti favorevoli ci sono anche quelli dei bidelli, ma con tutto il rispetto per il loro lavoro, non ci sembra il caso che loro possano decidere della vita scolastica di oltre 500 studenti interessati alla riforma che è passata senza che nessuno inizialmente ci abbia avvisati». Mentre, al contrario, i quattro rappresentanti dei genitori affermano che le famiglie sono state ragguagliate a più riprese e durante le giornate di colloqui con i professori. «Non comprendiamo il perché di questa riforma», chiudono i genitori, «non vi è neppure un risparmio nelle spese, dal momento che il sabato la scuola rimane aperta per gli studenti del classico europeo». Mercoledì scorso, durante l'incontro tra il dirigente scolastico e una rappresentanza di genitori, si sono registrati momenti di tensione.
«Il clima è stato incandescente», rivelano i presenti, «molto nervosismo da entrambe le parti. La preside ha alternato momenti conciliativi a prese di posizione estreme che l’hanno portata, alla fine, a sospendere l’assemblea che è andata avanti fino a quando l’impianto audio di amplificazione è stato spento».
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