Sfratti all’alba, agenti aggrediti da pitbull
Il video girato dalla polizia a Pescara: case popolari con tv al plasma e mobili di lusso.
PESCARA. «Chi è?», domanda l’inquilina abusiva. «È la questura, apri». Ma il cane, un pitbull, ringhia da dietro il portone: «Aspetta, non aprire», intima il poliziotto, «prima metti a posto il cane». Ma la padrona di casa libera la serratura: il pitbull s’avventa sugli agenti. «Sempre qua venite, io non ho fatto niente», grida in faccia alla polizia lei che per tre volte ha occupato da abusiva una casa popolare. La telecamera della polizia traballa, l’immagine diventa nera, «calma, calma» si sente dire dai poliziotti e dai vigili urbani: il video si interrompe qui, dopo riparte. In questi secondi, c’è il rischio dell’aggressione da parte del pitbull agli agenti. Sono queste le immagini del blitz delle forze dell’ordine a Rancitelli e Fontanelle, coordinato dal dirigente della squadra Mobile Nicola Zupo all’alba di giovedì per mandare fuori dalle case quattro famiglie, inquilini abusivi entrati negli appartamenti dopo aver sfondato le porte e sospettati di usare gli alloggi come centri per spacciare la droga.
Mentre la telecamera inquadra il soggiorno in perfetto ordine con i fiori sul tavolo, si sente la voce della suocera dell’inquilina che spiega ai poliziotti e ai vigili urbani perché quell’appartamento è stato occupato abusivamente: «Io c’ho mio marito che sta male, è depresso, ’sta casa allora gliel’avevo fatta prendere a quiss», dice riferendosi al figlio e alla nuora, «perché sta a due passi dalla mia. Mio marito sta male da sei anni, sta a letto ma quando gli vengono i cinque minuti», assicura, «mena a me, mena a mio figlio, mena a tutti quanti. Che devo fa’? Pure io sto male: da quest’occhio non ci vedo e sono diabetica. C’a ja fa’?».
Televisore al plasma da quaranta pollici, decoder per guardare i canali satellitari di Sky, impianto stereo con quattro altoparlanti, minicomputer, slip griffati poggiati sul divano: benvenuti nelle case popolari visitate dalle forze dell’ordine. La prova del paradosso - il possesso dei beni e gli alloggi per chi non ha reddito - è racchiusa nelle immagini girate dalla polizia. Quello che colpisce è la condizione di agiatezza dei rom delle case popolari: «Suppellettili di pregio», così il sindaco Luigi Albore Mascia definisce il mobilio. Il video prosegue con gli inquilini abusivi alle prese con le parabole satellitari da smontare e portare via. La reazione dei rom alla retata è rassegnata in via Caduti per Servizio, fantasiosa in via Lago di Borgiano con una serie di scuse accampate, rabbiosa nel Ferro di cavallo di via Tavo. Qui i rom, dopo aver sputato accuse agli agenti delle forze dell’ordine, si sfogano anche prendendo a calci e pugni le porte: la telecamera mette a fuoco anche un buco nel muro. È il modo per lasciare un segno ai nuovi inquilini: «I legittimi assegnatari», spiega il Comune, «che sono già entrati in possesso delle case rispettando la graduatoria».
Mentre la telecamera inquadra il soggiorno in perfetto ordine con i fiori sul tavolo, si sente la voce della suocera dell’inquilina che spiega ai poliziotti e ai vigili urbani perché quell’appartamento è stato occupato abusivamente: «Io c’ho mio marito che sta male, è depresso, ’sta casa allora gliel’avevo fatta prendere a quiss», dice riferendosi al figlio e alla nuora, «perché sta a due passi dalla mia. Mio marito sta male da sei anni, sta a letto ma quando gli vengono i cinque minuti», assicura, «mena a me, mena a mio figlio, mena a tutti quanti. Che devo fa’? Pure io sto male: da quest’occhio non ci vedo e sono diabetica. C’a ja fa’?».
Televisore al plasma da quaranta pollici, decoder per guardare i canali satellitari di Sky, impianto stereo con quattro altoparlanti, minicomputer, slip griffati poggiati sul divano: benvenuti nelle case popolari visitate dalle forze dell’ordine. La prova del paradosso - il possesso dei beni e gli alloggi per chi non ha reddito - è racchiusa nelle immagini girate dalla polizia. Quello che colpisce è la condizione di agiatezza dei rom delle case popolari: «Suppellettili di pregio», così il sindaco Luigi Albore Mascia definisce il mobilio. Il video prosegue con gli inquilini abusivi alle prese con le parabole satellitari da smontare e portare via. La reazione dei rom alla retata è rassegnata in via Caduti per Servizio, fantasiosa in via Lago di Borgiano con una serie di scuse accampate, rabbiosa nel Ferro di cavallo di via Tavo. Qui i rom, dopo aver sputato accuse agli agenti delle forze dell’ordine, si sfogano anche prendendo a calci e pugni le porte: la telecamera mette a fuoco anche un buco nel muro. È il modo per lasciare un segno ai nuovi inquilini: «I legittimi assegnatari», spiega il Comune, «che sono già entrati in possesso delle case rispettando la graduatoria».