PESCARA

Si è spento a Philadelphia Remo Saraceni, inventore e papà del Big piano

A 89 anni è morto l'artista che ha ideato la fontana musicale in piazza Salotto e che è diventato celebre in un film con Tom Hanks

PESCARA. “Diceva di me che sono un sindaco visionario. E oggi io voglio dire che il vero visionario è stato lui, esprimendogli grande riconoscenza per ciò che ha fatto nel mondo. Remo Saraceni, che ha lasciato questa terra all'età di 89 anni, a Philadelphia, è stato un artista geniale, che ha impresso un suo segno distintivo anche a Pescara, donandoci il concept della fontana musicale interattiva di piazza della Rinascita, inaugurata a dicembre 2022. Saraceni parlava di quella fontana come di un'opera “speciale” perché era stata prodotta qui, da imprese locali, e quindi aveva in sé un elemento in più, rispetto a come l'aveva pensata lui. Ma la straordinarietà va riconosciuta a lui, che è stato il padre di una invenzione passata alla storia: chi di noi non ha visto al cinema o in tv il film con Tom Hanks (“Big”), ammirando l'attore mentre si muove su quel pianoforte gigante insieme a Robert Loggia? A Saraceni, le cui opere sono esposte in tutto il mondo e che ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi, desidero dire il mio grazie di cuore, sentito, a nome di tutta la città, per aver voluto donare qualcosa di suo all'Abruzzo, sua terra di origine, dando un segno tangibile delle sue capacità e del suo estro. Alla sua famiglia va il mio abbraccio di cuore”.

Queste la parole del sindaco Carlo Masci che ha voluto ricordare Remo Saraceni non solo per il Big Piano (installato per la prima volta in un negozio di giocattoli di New York City nel 1982) ma anche per molto altro:  si è occupato di scavi archeologici, ha fabbricato radio e giradischi "innovativi", ha progettato apparecchiature audiovisive, ha studiato l'inquinamento atmosferico a Milano ed è stato designer di scarpe e sviluppatore industriale nell'azienda di suo padre. Ha anche lavorato un'azienda elettronica che sviluppava moduli di razzi per progetti spaziali e ha partecipato al progetto Experiments in Art & Technology (E.A.T.) che ha messo fianco a fianco artisti, ingegneri e scienziati. Le sue opere sono state esposte in molti musei della scienza e dell'arte,  centri di scoperta e ospedali pediatrici in tutto il mondo, da Philadelphia al Messico, dal Venezuela alla Colombia. “Dagli anni 70 parlava di sostenibilità ambientale e si spendeva per mettere la tecnologia a servizio dell'uomo, puntando ad una interazione proficua tra uomo e ambiente. Il tema del risparmio è sempre stato centrale, per lui, e con il sensore che fece installare nei grandi magazzini per far attivare l'impianto di illuminazione dei vari stand solo al passaggio di qualcuno, si guadagnò, nel 1979, il “Lighting design award” della Illuminating Engineering Society of North America”.