CARENZA IDRICA
Siccità, allarme in Abruzzo: «La produzione è a rischio»
Le associazioni: «Il raccolto di cereali è calato del 40%, servono aiuti economici». Delegazione del Fucino ricevuta al ministero del Sud: sul tavolo il rifinanziamento della rete irrigua nei campi
Tranne qualche acquazzone nelle zone interne, accompagnato da violente e repentine grandinate, in Abruzzo non piove da quattro mesi. La regione, come buona parte dell'Italia, è stretta nella morsa della siccità. Manca l'acqua e il rischio, per le prossime settimane, è di dover scegliere se irrigare i campi o lasciare attivi i rubinetti delle abitazioni. L'emergenza desertificazione ha conseguenze gravissime per i raccolti e le aziende del settore. Scatta l'allarme di Coldiretti, Confagricoltura e Cia (Confederazione italiana agricoltori): la produzione cerealicola e foraggera è in diminuzione del 30-40%.
Domani lunedì 20 giugno, viene ricevuta a Roma nella sede del Ministero del Sud una delegazione di sindaci e amministratori della Marsica in prima linea nella soluzione della emergenza idrica, in particolare per le coltivazioni della piana del Fucino dove si attende da 50 anni l'ammodernamento o una nuova rete irrigua. Il confronto non è con il ministro, Mara Carfagna, ma con uno dei suoi consulenti politici, Paolo Russo, deputato di Fi dal 1996.
Sul tavolo, in particolare il tema dei fondi per il rifinanziamento della complessa rete irrigua del Fucino, un bacino di 7mila ettari che da solo produce oltre il 25% del Pil agricolo dell'Abruzzo. Inizialmente era previsto un fondo di 50 milioni di euro nel Masterplan poi destinati ad altre finalità.
ABRUZZO A SECCO
Il 28% del territorio nazionale è a rischio desertificazione non solo al sud. Anche in Abruzzo le risorse idriche scarseggiano, a causa della siccità di quest'anno, che è solo la punta dell’iceberg di un processo che mette a rischio la disponibilità di acqua nelle campagne e nelle città, con punte di allerta massima nell'Aquilano e nel Fucino. E il meteo dei prossimi giorni non promette un miglioramento della situazione.
«A preoccupare», spiega Silvano Di Primio (nella foto in alto), presidente Coldiretti regionale, «è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano che fa segnare quest’anno un calo di almeno il 15% anche in Abruzzo, ma in difficoltà ci sono girasole, mais e altri cereali, i foraggi per l’alimentazione degli animali, ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura per effetto del calo dei raccolti. Siamo di fronte ad una profonda crisi idrica ed è necessario agire per definire le priorità di uso delle risorse oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo».
SERVONO FONDI
Coldiretti sollecita «uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali volti ad aumentare la capacità di accumulo e gestione della risorsa idrica». Coldiretti e Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazione) hanno proposto un progetto di immediata realizzazione con una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico. «In un Paese piovoso come l’Italia, che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua, occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione», dice Di Primio, «per evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza con interventi strutturali».
COLTIVAZIONI A RISCHIO
«L'Abruzzo rischia un'estate di piena siccità: gli invasi sono a zero e i Consorzi di bonifica fanno fatica ad assicurare l'irrigazione». Per Stefano Fabrizi, direttore Confagricoltura Abruzzo, «la situazione è al limite», soprattutto in alcune zone. «Nel Fucino, l'area a più alta intensità agricola», afferma Fabrizi, «gli ultimi temporali hanno rinfrescato l’aria e hanno consentito a larga parte degli agricoltori di risparmiarsi degli interventi irrigui. I pozzi, però, non riescono a ricaricarsi e non c'è acqua a sufficienza per garantire a lungo termine l'irrigazione dei campi, con conseguenze negative per i foraggi che servono per l'alimentazione sui pascoli e per il fieno da stalla. Il secondo taglio del fieno, che solitamente avviene in questi giorni, salterà in quanto l'erba non cresce a sufficienza». Non solo il foraggio. A soffrire sono anche vigneti e uliveti «che stanno andando avanti con le risorse idriche ancora disponibili», dice Fabrizi, «ma se non pioverà il problema della mancanza d'acqua darà difficilmente gestibile. Si rischiano danni enormi per le produzioni orticole, dove i Consorzi di bonifica non saranno in grado di garantire risorse idriche sufficienti».
ALLARME SICCITA'
Da Nord a Sud, Abruzzo compreso, l'allarme siccità sta assumendo proporzioni che non si vedevano da anni. L'ultimo report dell'Associazione dei Consorzi di bonifica parla «della prima stagione in cui si evidenziano, in maniera massiva, le conseguenze dei cambiamenti climatici». Fiumi e invasi hanno una portata dimezzata rispetto agli anni scorsi e i campi, in assenza di acqua piovana, soffrono la siccità. «L'Abruzzo è a forte rischio», sottolinea Donato Di Marco, direttore Cia L'Aquila-Teramo, «soprattutto a Sud e nel versante orientale della regione. Le produzioni agricole, laddove non c'è possibilità di irrigare, subiranno un notevole decremento. Nel Fucino è già stato attivato un protocollo con la Prefettura dell'Aquila per razionare l'acqua. La produzione cerealicola e foraggera è in diminuzione del 30-40% rispetto alla media. Un dato preoccupante». Si salva, ma solo in parte, la produzione viti-vinicola «che per il momento è discreta», evidenzia Di Marco, «mentre quella olivicola è notevolmente ridotta nel Chietino, nel Teramano, nel Pescarese e nella Valle Peligna, in quanto la fioritura è coincisa con un periodo di piena siccità. Abbiamo la necessità che qualcuno si preoccupi di immagazzinare acqua: le risorse del Pnrr andavano utilizzate anche per questo».
CARO PREZZI
Senz'acqua i prezzi degli ortaggi, della frutta, del vino e dell'olio, che hanno già subìto notevoli aumenti, saliranno alle stelle. Ma c'è un secondo problema che, sommato all'allarme siccità, sta mettendo in ginocchio le aziende agricole abruzzesi. «Il rincaro del carburante», spiega Di Marco, «porterà molte imprese alla chiusura, se non ci sarà un intervento serio da parte del Governo. I costi sono cresciuti del 300% e non consentono alle attività agricole di andare avanti. Serve sostegno concreto».
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