Tra il Megalò 1 e il fiume Pescara
Sono sette edifici su 30mila metri
Determinante la realizzazione della diga d’acciaio anti-alluvioni
CHIETI. Sette edifici commerciali, circondati da parcheggi e verde, su una superficie di trentamila metri quadrati, cioè più di trenta arene del Colosseo. Ma anche questo è un colosso che, all’inizio, prevedeva persino un hotel alto nove piani.
L’idea di realizzare il Megalò 2 a Chieti Scalo, esattamente sul confine con il territorio del Comune di Cepagatti, parte da lontano. Esattamente dal 2002 e si basa su un accordo di programma che ha impegnato una superficie totale di 92mila metri quadrati, di cui 62mila sono stati poi occupati dal centro Megalò 1, conosciuto in Abruzzo come il più grande di tutti. Il nuovo Megalò 2, progettato dall’ingegner Domenico Merlino, sorgerà quindi sulla parte restante della vasta area commerciale che si trova a poche centinaia di metri dal fiume Pescara. La superficie edificabile, secondo il progetto che a marzo scorso aveva ricevuto lo stop da parte della Comitato Via della Regione, è di 24.260 metri quadrati che, per il 60 per cento, ricadono nel versante di Cepagatti, e per il resto su Chieti. L’ostacolo da superare era il veto imposto dal pericolo idraulico, cioè dall’esondazione del fiume. La diga d’acciaio, realizzata dalla società Sile, lo ha risolto. (l.c.)
L’idea di realizzare il Megalò 2 a Chieti Scalo, esattamente sul confine con il territorio del Comune di Cepagatti, parte da lontano. Esattamente dal 2002 e si basa su un accordo di programma che ha impegnato una superficie totale di 92mila metri quadrati, di cui 62mila sono stati poi occupati dal centro Megalò 1, conosciuto in Abruzzo come il più grande di tutti. Il nuovo Megalò 2, progettato dall’ingegner Domenico Merlino, sorgerà quindi sulla parte restante della vasta area commerciale che si trova a poche centinaia di metri dal fiume Pescara. La superficie edificabile, secondo il progetto che a marzo scorso aveva ricevuto lo stop da parte della Comitato Via della Regione, è di 24.260 metri quadrati che, per il 60 per cento, ricadono nel versante di Cepagatti, e per il resto su Chieti. L’ostacolo da superare era il veto imposto dal pericolo idraulico, cioè dall’esondazione del fiume. La diga d’acciaio, realizzata dalla società Sile, lo ha risolto. (l.c.)