Spaccio tra Popoli, Avezzano e Sulmona, 8 arresti
Operazione antidroga dei carabinieri: smantellata un'organizzazione di albanesi e kosovari. Banda tradita dalle intercettazioni: "Il pacco marrone con la gomma interna" e ancora "un buon caffè" o "un pacchetto di sigarette o una birra"
POPOLI. Spaccio di droga tra Popoli, Avezzano, Sulmona e Pratola Peligna. A scoprire il traffico di sostanze stupefacenti sono stati i carabinieri della compagnia di Popoli che hanno eseguito 12 misure cautelari disposte dal gip del tribunale dell’Aquila su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Effettuate perquisizioni fra la Val Pescara, la Valle Peligna e la Marsica. Le esecuzioni delle ordinanze hanno riguardato Popoli, Pratola Peligna e Silvi. Sequestrate, oltre alla droga anche una pistola, dei grimaldelli e delle manette.
Diciotto perquisizioni domiciliari, 5 persone in carcere, 3 finite agli arresti domiciliari e altre 4 sottoposte alla misura cautelare dell'obbligo di dimora. Sono questi i numeri dell'operazione Kanun. L'indagine, diretta dal pm Stefano Gallo, è nata dall'arresto di un italiano di Popoli per spaccio di eroina, trovato in possesso di 40 grammi di droga. La raccolta di informazioni, anche tramite i tabulati telefonici, ha fatto emergere numerose relazioni tra l'arrestato e un 43 enne albanese residente a Popoli, già implicato in altre indagini su traffico di sostanze stupefacenti. Nel giro di alcune settimane, i carabinieri, seguendo i movimenti dell'uomo, sono riusciti ad individuare anche altri soggetti, tutti albanesi e kosovari residenti tra Popoli, Pratola Peligna e Avezzano sui quali hanno avviato accertamenti e intercettazioni.
L'indagine ha svelato i ruoli all'interno dell'organizzazione, le sue dinamiche interne, i luoghi comuni di deposito della droga. Inoltre è emerso un meccanismo di gestione comune del denaro provento della vendita di droga che poi veniva reimpiegato per gli acquisti di altri stupefacenti. E dalle intercettazioni sono spuntati i termini codificati utilizzati dal gruppo per eludere le attività di indagine: "Il pacco marrone con la gomma interna" e ancora "un buon caffè" o "un pacchetto di sigarette o una birra". Particolarmente rigido anche il codice di comportamento interno verso coloro che non ottemperavano al pagamento dello stupefacente acquistato: il fattore intimidatorio e le continue minacce di gradi ritorsione rappresentavano elementi di forza del gruppo.
In carcere: Festim Osmani (30), Ramilli Mondi (40), Gezim Sulejmani (43), Hekuran Caca (24), Senad Meliqi (26). Ai domiciliari: Adelina Stefanescu (29), Ornela Osmani (24), Ardian Kurti (29). Obbligo di dimora per Jurgen Gjergji, Ioana Lacramiora Zamfirou, Vincenzo Zimei, Leonard Peqini.