Gli investigatori della Finanza con il procuratore capo Anna Rita Mantini (foto di Giampiero Lattanzio)

L'INCHIESTA A PESCARA

Sparito il Rolex delle tangenti, la Procura segue la pista politica 

Non si trova l’orologio da 12mila euro regalato al primario per pilotare la gara d’appalto della Asl. I pm cercano il destinatario della busta di soldi portata a Roma da Trotta per blindare la carriera

PESCARA. Spunta un mistero su cui la magistratura di Pescara, impegnata nell’inchiesta sull’appalto “truccato” da 11 milioni assegnato alla coop La Rondine, sta lavorando. Si tratta della scomparsa di un orologio Rolex da 12mila euro e di un cellulare che il responsabile della cooperativa, Domenico Mattucci, finito in carcere insieme alla sua coordinatrice, Luigia Dolce (adesso ai domiciliari), e al dirigente Asl, Sabatino Trotta (morto suicida in carcere), aveva disposto di acquistare e consegnare proprio a Trotta: un regalo perché, con i suoi favori, gli avrebbe fatto vincere la gara sotto accusa. Né il Rolex né il cellulare sono stati ritrovati dagli uomini della guardia di finanza del colonnello Luca Lauro, nel corso delle perquisizioni che mercoledì scorso sono state effettuate nell’immediatezza degli arresti.

leggi anche: Marsilio sentito in Procura per due ore. E la cooperativa "La Rondine" rompe il silenzio Il presidente della Regione ascoltato dai pm come testimone. I 600 dipendenti di Lanciano, dopo gli arresti del loro presidente e della coordinatrice, adesso temono di perdere il lavoro

Il costoso orologio sembra sparito: in casa di Trotta sono stati ritrovati altri Rolex, ma non quello di cui si parla anche nella misura cautelare e che sarebbe stato uno dei regali ricevuti, oltre a una tangente da 50mila euro in contanti (la cui consegna è stata ammessa dalla Dolce). Gli inquirenti hanno in mano una serie di elementi d’accusa: la confessione della Dolce che ha ricostruito l’acquisto del Rolex, dal momento in cui Mattucci decise di regalarlo a Trotta, al metodo di pagamento con un bonifico della coop, ma evitando di far conoscere il destinatario, fino alla consegna fatta dalla stessa donna nelle mani di Trotta; non solo, la Procura ha anche la testimonianza del gioielliere che lo ha venduto e che è stato sentito lo stesso giorno degli arresti.

Il primario Sabatino Trotta, 55 anni

Così come non si ha traccia del cellulare che, secondo quanto aveva detto Trotta nelle intercettazioni, era stato acquistato sempre dalla coop per essere donato (per il tramite di Trotta) al direttore del dipartimento salute della Regione, Claudio D’Amario. Anche se quest’ultimo, interrogato come testimone dai pm Anna Benigni e Luca Sciarretta, ha negato di aver mai ricevuto quell’oggetto in dono da Trotta, così come ha negato il regalo degli pneumatici per lui e per la moglie.

Ma mentre può  essere più facile risalire al telefono, la sparizione del Rolex lascia tutti perplessi. Questa è una delle ipotesi: si pensa che possa essere stato destinato da Trotta a un personaggio importante che voleva ingraziarsi per la sua corsa in politica, sempre nelle file di Fratelli d’Italia con la cui lista si era presentato alle regionali prendendo ben 1.954 voti di preferenza. E alla pista politica, che può portare fino a Roma, la Procura sembra stia lavorando da tempo e con insistenza.

Le intercettazioni agli atti parlano chiaro. Trotta aveva fatto vincere la gara a Mattucci perché aveva bisogno del suo appoggio per le prossime elezioni. E stava lavorando per favorirlo anche per altre due importanti iniziative che riguardavano la società Airri, sempre gestita da Mattucci, e la San Giorgio, oltre alla Telemedicina che poteva diventare un business soprattutto a causa della pandemia in corso.

Della pista politica si è parlato anche nell’interrogatorio di lunedì scorso del governatore Marco Marsilio. Perché secretare l’interrogatorio di un semplice testimone come è appunto il presidente Marsilio? Solo per evitare che quest’ultimo possa parlare con altri degli argomenti delicati affrontati nell’interrogatorio: argomenti anche inediti per Marsilio che li avrebbe appresi durante l’interrogatorio e che riguardavano notizie su Trotta di cui non era a conoscenza. Uno stretto riserbo della procura motivato dal fatto che ci saranno altri personaggi che dovranno essere sentiti, partendo proprio dagli uomini dello staff di Marsilio, Terenzio Rucci (che lunedì ha accompagnato Marsilio in procura) ed Etelwardo Sigismondi, portavoce del governatore: entrambi vennero infatti intercettati su questioni legate ai bacini elettorali che Trotta stava procurando alla sua compagine di Fratelli d’Italia, soprattutto partendo da Mattucci e dai suoi 700 dipendenti con le loro famiglie.

E qui diventa di primaria importanza il viaggio a Roma fatto da Trotta e Dolce, per recapitare (a chi?) una busta piena di soldi (consegnata da Mattucci alla Dolce per farla arrivare a Trotta) a qualche personaggio importante romano in relazione, molto probabilmente come ritiene la Procura, al ruolo che Trotta avrebbe voluto ricoprire in un prossimo futuro nella politica non solo regionale.

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