Spesi 85mila euro per il titolo di città sportiva
I fondi impiegati dal Comune per feste e pubblicità, Firenze ha pagato solo mille euro
PESCARA. Ottantacinquemila euro spesi per cene, cerimonie in pompa magna, alloggi in alberghi di lusso e pubblicità. Ecco a cosa sono serviti i soldi che l'amministrazione comunale di Pescara ha stanziato per ottenere il titolo di Città europea dello sport 2012. Le cifre sono state finalmente svelate dal bilancio del comitato promotore e organizzatore dell'evento.
Il Centro è venuto in possesso di questo documento, dove vengono indicate le entrate e le spese sostenute fino alla fine dell'anno scorso. Nel rendiconto risulta che sono stati sborsati 57.920 euro, a fronte di un versamento complessivo, a titolo di contributi, di 90.000 euro, di cui 60.000 dal Comune e 30.000 dalla Camera di commercio. Ma dalla carte risulta che l'amministrazione comunale ha ulteriormente incrementato la somma versando altri 25mila euro.
La spesa del Comune è salita così a 85.000. Una cifra esorbitante se si considera che Firenze, per ottenere lo stesso titolo di Pescara, ha sborsato solo 1.120 euro. Un riconoscimento prestigioso, certo, ma i soldi sborsati finora sottoforma di contributi al Comitato promotore di Pescara 2012 sono veramente giustificati? Sono trascorsi 10 mesi dall'assegnazione di quel titolo da parte della commissione internazionale Aces, ma per il capoluogo adriatico non è cambiato nulla. Pescara sarebbe dovuta diventare, secondo le aspettative, un punto di riferimento per lo svolgimento di manifestazioni sportive di livello internazionale. L'unico evento di rilievo, ad oggi, è quello della Nazionale di calcio che disputerà, l'11 ottobre, una partita allo stadio Cornacchia. Partita che, probabilmente, giocherebbe lo stesso, nonostante il titolo.
CENA DA 11MILA EURO. C'è una cena in grande stile tra le spese più rilevanti sostenute finora dal Comitato promotore, presieduto dal sindaco Luigi Albore Mascia e dall'assessore allo sport Nicola Ricotta, in qualità di vice presidente. E' il gran gala che il primo cittadino ha organizzato nella sala consiliare del Comune, nell'autunno dell'anno scorso, violando per la prima volta l'austera sala del Comune destinata ai consigli. Per quella serata Mascia non ha badato a spese. E' costata in tutto 11.500 euro, cioè 8 mesi di stipendio di un impiegato pubblico: 6.000, sono andati per la cena preparata da un noto ristorante di Civitella; 3.000 aggiunti successivamente, per il palco e le luci; 2.500, per lo spettacolo, di cui è stata la protagonista la campionessa Fabrizia D'Ottavio.
VERSATI 85MILA EURO. «I soldi del Comune serviti per organizzare manifestazioni e per le spese di rappresentanza», conferma Ricotta. Altro denaro era stato promesso dalla Provincia, che però finora non ha versato nulla. Il grosso della cifra (25.913 euro) è andato per pagare alberghi e ristoranti durante la visita di tre giorni della commissione Aces a Pescara, prima della consegna del titolo. Altri 23.386 euro sono stati bruciati per la pubblicità. Il capogruppo Idv Adelchi Sulpizio è fortemente critico. «Un riconoscimento enfatizzato dal sindaco e dalla sua maggioranza come un evento che avrebbe rilanciato l'immagine della nostra città, con forti ripercussioni sul turismo», ha detto, «ma di questi presunti vantaggi nessuno si è accorto, se non per qualche striscione ancora appeso per le strade».
Il Centro è venuto in possesso di questo documento, dove vengono indicate le entrate e le spese sostenute fino alla fine dell'anno scorso. Nel rendiconto risulta che sono stati sborsati 57.920 euro, a fronte di un versamento complessivo, a titolo di contributi, di 90.000 euro, di cui 60.000 dal Comune e 30.000 dalla Camera di commercio. Ma dalla carte risulta che l'amministrazione comunale ha ulteriormente incrementato la somma versando altri 25mila euro.
La spesa del Comune è salita così a 85.000. Una cifra esorbitante se si considera che Firenze, per ottenere lo stesso titolo di Pescara, ha sborsato solo 1.120 euro. Un riconoscimento prestigioso, certo, ma i soldi sborsati finora sottoforma di contributi al Comitato promotore di Pescara 2012 sono veramente giustificati? Sono trascorsi 10 mesi dall'assegnazione di quel titolo da parte della commissione internazionale Aces, ma per il capoluogo adriatico non è cambiato nulla. Pescara sarebbe dovuta diventare, secondo le aspettative, un punto di riferimento per lo svolgimento di manifestazioni sportive di livello internazionale. L'unico evento di rilievo, ad oggi, è quello della Nazionale di calcio che disputerà, l'11 ottobre, una partita allo stadio Cornacchia. Partita che, probabilmente, giocherebbe lo stesso, nonostante il titolo.
CENA DA 11MILA EURO. C'è una cena in grande stile tra le spese più rilevanti sostenute finora dal Comitato promotore, presieduto dal sindaco Luigi Albore Mascia e dall'assessore allo sport Nicola Ricotta, in qualità di vice presidente. E' il gran gala che il primo cittadino ha organizzato nella sala consiliare del Comune, nell'autunno dell'anno scorso, violando per la prima volta l'austera sala del Comune destinata ai consigli. Per quella serata Mascia non ha badato a spese. E' costata in tutto 11.500 euro, cioè 8 mesi di stipendio di un impiegato pubblico: 6.000, sono andati per la cena preparata da un noto ristorante di Civitella; 3.000 aggiunti successivamente, per il palco e le luci; 2.500, per lo spettacolo, di cui è stata la protagonista la campionessa Fabrizia D'Ottavio.
VERSATI 85MILA EURO. «I soldi del Comune serviti per organizzare manifestazioni e per le spese di rappresentanza», conferma Ricotta. Altro denaro era stato promesso dalla Provincia, che però finora non ha versato nulla. Il grosso della cifra (25.913 euro) è andato per pagare alberghi e ristoranti durante la visita di tre giorni della commissione Aces a Pescara, prima della consegna del titolo. Altri 23.386 euro sono stati bruciati per la pubblicità. Il capogruppo Idv Adelchi Sulpizio è fortemente critico. «Un riconoscimento enfatizzato dal sindaco e dalla sua maggioranza come un evento che avrebbe rilanciato l'immagine della nostra città, con forti ripercussioni sul turismo», ha detto, «ma di questi presunti vantaggi nessuno si è accorto, se non per qualche striscione ancora appeso per le strade».
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