Sputa in faccia a una dottoressa: rischia fino a 5 anni di carcere
Nel mirino finisce un medico del pronto soccorso, l’aggressore è accusato di lesioni a personale sanitario. La procura gli contesta la nuova norma introdotta con il decreto Nordio
PESCARA. Ha aggredito una dottoressa del pronto soccorso di Pescara sputandole ripetutamente in faccia. Ora un 44enne rischia una condanna da due a cinque anni di carcere. È l’effetto delle nuove norme, entrate in vigore lo scorso ottobre con il decreto voluto dal ministro Carlo Nordio, che tutelano specificamente l’incolumità di medici e infermieri, puniscono con pene più severe chi trasforma in un ring le corsie d’ospedale e consentono di inchiodare i violenti alle loro responsabilità con l’arresto «in flagranza differita», vale a dire fino a 48 ore dopo il reato.
Il sostituto procuratore Gennaro Varone ha contestato all’aggressore, un pescarese conosciutissimo alle forze dell’ordine, l’articolo 583 quater del codice penale, ovvero «lesioni a personale esercente una professione sanitaria»: è una delle prime volte che accade in Abruzzo. Il grave episodio avvenuto all’ospedale civile di Pescara risale allo scorso 18 ottobre. L’indagato, come ricostruito dal pubblico ministero nel capo d’imputazione, si è scagliato contro il medico in servizio al pronto soccorso sputandogli più volte sul viso. In questo modo, il quarantaquattrenne ha provocato «intenzionalmente» alla dottoressa «lesioni personali, diagnosticate in “stato d’ansia reattivo a episodio di violenza verbale e fisica”».
Ora il pubblico ministero ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’uomo, difeso dall’avvocato Carlo Di Mascio, ha venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogato. Poi la procura deciderà se sollecitare l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Già in passato il 44enne era finito nei guai per una lunga serie di reati contro il patrimonio, in particolare furti aggravati e rapine di generi alimentari e capi di abbigliamento nei negozi di Pescara, Montesilvano e Chieti. Nel 2020, per esempio, era stato arrestato dopo aver rubato un lampadario, insieme alla compagna, all’interno del negozio Obi di San Giovanni Teatino.
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