Stabilimento Oriente distrutto dalle fiamme
Rogo devasta ristorante, bar e magazzini della famiglia Terra. La polizia ha già un video
PESCARA.Fiamme alte cinque metri, una nuvola di fumo nero che si è alzata su Pescara, nove mezzi dei vigili del fuoco mobilitati sulla riviera con i rinforzi anche da Chieti. Un incendio, ieri, ha devastato lo stabilimento balneare Oriente della famiglia Terra sul lungomare Matteotti. Sono servite tre ore ai vigili del fuoco soltanto per mettere sotto controllo il rogo ma il lavoro è andato avanti fino all'alba: bruciati il ristorante, il bar e l'attrezzatura da spiaggia. L'incendio ha raso al suolo lo stabilimento balneare, chiuso per le vacanze di Natale e Capodanno. Niente è rimasto dell'ingresso in stile hawaiano: una notte di panico sulla riviera in fiamme.
L'INCENDIO Il rogo è divampato intorno alle 19,30 di ieri e le fiamme, alimentate dal vento, si sono alzate fino a cinque metri d'altezza superando il tetto del locale. Su Pescara si è alzata una colonna di fumo visibile sia da piazza Salotto che dalla zona del fiume. Lo stabilimento Oriente è stato devastato: le fiamme non hanno risparmiato il ristorante da 130 coperti, il bar e i magazzini con l'attrezzatura da spiaggia. Tutto è andato bruciato. La prima ipotesi presa in considerazione da vigili del fuoco e squadra mobile della polizia è la matrice dolosa anche se le conferme, ieri, non sono ancora arrivate.
I PROPRIETARI Il proprietario dello stabilimento Oriente è Alfonso Terra, esponente di una famiglia nota nella marineria e in città. Ieri, Terra ha appreso la notizia dell'incendio per telefono: si trova ancora nelle Mauritius per un periodo di vacanza. Dopo la telefonata dei parenti, ha deciso di rientrare a Pescara. La sua famiglia, con Massimo Terra, gestisce anche il ristorante La murena del lungomare Matteotti e, con Alessio Terra, anche lo stabilimento balneare Croce del sud lungo la riviera nord. Una famiglia conosciuta a Pescara e nella marineria: i Terra sono proprietari anche di due pescherecci, Mazzuline e Aldo padre.
IL ROGO Spegnere le fiamme che hanno avvolto lo stabilimento balneare in un pugno di minuti è stato difficile per i vigili del fuoco che hanno raggiunto il lungomare Matteotti con tutte le squadre a disposizione: nove mezzi al lavoro in tutto, compresa un'autobotte di supporto arrivata dal comando di Chieti. A dare l'allarme, in base a quanto si è appreso, sono stati alcuni cittadini che hanno notato le prime fiamme sprigionarsi dal locale. In pochi minuti, lo stabilimento si è incendiato e hanno preso fuoco tutte le attrezzature custodite all'interno: dai giochi per i bambini, ai tavoli, al bancone. Fiamme alte cinque metri che sono uscite dalle finestre e dagli ingressi: l'incendio è stato talmente forte che la plastica degli scivoli e delle altalene distanti tre metri dalle fiamme si è squagliata. L'operazione di spegnimento dell'incendio è andata avanti a rilento a causa del vento e anche perché con l'attrezzatura bruciata dall'interno è stato difficile spingersi fino all'interno del locale.
L'INDAGINE Perché è scoppiato l'incendio? Non si sa ancora se il rogo è doloso oppure no ma una risposta a questa domanda può arrivare già oggi dall'esame dei filmati delle telecamere di sicurezza: i vigili del fuoco sono riusciti a recuperare le registrazioni che, adesso, sono in mano alla squadra mobile. Il sistema di videosorveglianza dello stabilimento è collegato a un computer che non è stato danneggiato dalle fiamme. Tocca agli agenti, coordinati da Pierfrancesco Muriana, visionare le immagini e valutare se qualcuno ha appiccato il fuoco di proposito anche l'incendio è divampato quando era già buio. Per ora, quindi, restano aperte tutte le piste: da un petardo lanciato per sbaglio a un atto vandalico o soltanto un corto circuito nella cucina. Ma, secondo gli investigatori, l'ultima opzione è quella che regge meno di tutte le altre. Per sciogliere le riserve, i vigili del fuoco stileranno un rapporto per la squadra mobile e, da qui, l'indagine proseguirà.
IL LOCALE CHIUSO Al momento dello scoppio dell'incendio, lo stabilimento era chiuso: è per questo che l'ipotesi di un corto circuito viene ha uno scarso peso secondo gli investigatori. Oriente è stato distrutto con danni superiori ai 500 mila euro: non è rimasto niente del ristorante per 130 persone, del bar e delle attrezzature per la spiaggia, dalle palme alle sdraio. Davanti allo stabilimento distrutto, sui volti dei familiari di Terra si è vista la disperazione.
LA FOLLA IN SPIAGGIA L'incendio di ieri è stato fotografato e filmato dai cittadini: una folla di persone si è radunata prima sulla riviera e poi sulla spiaggia per assistere all'intervento dei vigili del fuoco. Dopo tre ore dall'inizio dell'incendio, un video amatoriale è stato caricato su Youtube.
L'INCENDIO Il rogo è divampato intorno alle 19,30 di ieri e le fiamme, alimentate dal vento, si sono alzate fino a cinque metri d'altezza superando il tetto del locale. Su Pescara si è alzata una colonna di fumo visibile sia da piazza Salotto che dalla zona del fiume. Lo stabilimento Oriente è stato devastato: le fiamme non hanno risparmiato il ristorante da 130 coperti, il bar e i magazzini con l'attrezzatura da spiaggia. Tutto è andato bruciato. La prima ipotesi presa in considerazione da vigili del fuoco e squadra mobile della polizia è la matrice dolosa anche se le conferme, ieri, non sono ancora arrivate.
I PROPRIETARI Il proprietario dello stabilimento Oriente è Alfonso Terra, esponente di una famiglia nota nella marineria e in città. Ieri, Terra ha appreso la notizia dell'incendio per telefono: si trova ancora nelle Mauritius per un periodo di vacanza. Dopo la telefonata dei parenti, ha deciso di rientrare a Pescara. La sua famiglia, con Massimo Terra, gestisce anche il ristorante La murena del lungomare Matteotti e, con Alessio Terra, anche lo stabilimento balneare Croce del sud lungo la riviera nord. Una famiglia conosciuta a Pescara e nella marineria: i Terra sono proprietari anche di due pescherecci, Mazzuline e Aldo padre.
IL ROGO Spegnere le fiamme che hanno avvolto lo stabilimento balneare in un pugno di minuti è stato difficile per i vigili del fuoco che hanno raggiunto il lungomare Matteotti con tutte le squadre a disposizione: nove mezzi al lavoro in tutto, compresa un'autobotte di supporto arrivata dal comando di Chieti. A dare l'allarme, in base a quanto si è appreso, sono stati alcuni cittadini che hanno notato le prime fiamme sprigionarsi dal locale. In pochi minuti, lo stabilimento si è incendiato e hanno preso fuoco tutte le attrezzature custodite all'interno: dai giochi per i bambini, ai tavoli, al bancone. Fiamme alte cinque metri che sono uscite dalle finestre e dagli ingressi: l'incendio è stato talmente forte che la plastica degli scivoli e delle altalene distanti tre metri dalle fiamme si è squagliata. L'operazione di spegnimento dell'incendio è andata avanti a rilento a causa del vento e anche perché con l'attrezzatura bruciata dall'interno è stato difficile spingersi fino all'interno del locale.
L'INDAGINE Perché è scoppiato l'incendio? Non si sa ancora se il rogo è doloso oppure no ma una risposta a questa domanda può arrivare già oggi dall'esame dei filmati delle telecamere di sicurezza: i vigili del fuoco sono riusciti a recuperare le registrazioni che, adesso, sono in mano alla squadra mobile. Il sistema di videosorveglianza dello stabilimento è collegato a un computer che non è stato danneggiato dalle fiamme. Tocca agli agenti, coordinati da Pierfrancesco Muriana, visionare le immagini e valutare se qualcuno ha appiccato il fuoco di proposito anche l'incendio è divampato quando era già buio. Per ora, quindi, restano aperte tutte le piste: da un petardo lanciato per sbaglio a un atto vandalico o soltanto un corto circuito nella cucina. Ma, secondo gli investigatori, l'ultima opzione è quella che regge meno di tutte le altre. Per sciogliere le riserve, i vigili del fuoco stileranno un rapporto per la squadra mobile e, da qui, l'indagine proseguirà.
IL LOCALE CHIUSO Al momento dello scoppio dell'incendio, lo stabilimento era chiuso: è per questo che l'ipotesi di un corto circuito viene ha uno scarso peso secondo gli investigatori. Oriente è stato distrutto con danni superiori ai 500 mila euro: non è rimasto niente del ristorante per 130 persone, del bar e delle attrezzature per la spiaggia, dalle palme alle sdraio. Davanti allo stabilimento distrutto, sui volti dei familiari di Terra si è vista la disperazione.
LA FOLLA IN SPIAGGIA L'incendio di ieri è stato fotografato e filmato dai cittadini: una folla di persone si è radunata prima sulla riviera e poi sulla spiaggia per assistere all'intervento dei vigili del fuoco. Dopo tre ore dall'inizio dell'incendio, un video amatoriale è stato caricato su Youtube.
© RIPRODUZIONE RISERVATA