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Stadio Colangelo a pezzi protesta il Penne calcio

PENNE. Spogliatoi puliti in malo modo, panchine e tribune ricoperte da terra e rifiuti, e un terreno di gioco sconnesso e sempre più pericoloso per l’incolumità degli atleti. E’ questa la situazione...

PENNE. Spogliatoi puliti in malo modo, panchine e tribune ricoperte da terra e rifiuti, e un terreno di gioco sconnesso e sempre più pericoloso per l’incolumità degli atleti. E’ questa la situazione del vecchio stadio comunale di Penne, dal 2004 intitolato alla memoria di Fernando Colangelo, ex calciatore di Fiorentina, Modena, Giulianova, Cosenza e Crotone.

A denunciare, ancora uan volta, lo stato d’abbandono e di degrado in cui versa lo storico impianto sportivo del capoluogo vestino è il Penne Calcio, la prima squadra calcistica della città. La società biancorossa, che utilizza le strutture di contrada Ossicelli per gli allenamenti e le partite ufficiali di quasi tutte le categorie, dagli esordienti fino alla prima squadra, ha lamentato diverse volte il proprio disagio all’amministrazione comunale, ma non è ancora riuscita ad avere risposte soddisfacenti.

«Abbiamo toccato veramente il fond», protesta Carlo Calandra, direttore generale del Penne calcio. «Il terreno di gioco è in condizioni pessime e ogni volta che c’è una partita ufficiale o una seduta di allenamento constatiamo con i nostri dirigenti e accompagnatori la scarsa attenzione che il personale addetto alla custodia dello stadio rivolge alla manutenzione e alla cura dello stesso. L’amministrazione comunale pretende giustamente che siano pagati i canoni arretrati per l’utilizzo della struttura, ma a noi interessa anche capire quali siano le garanzie e le prospettive per il futuro». La struttura del Fernando Colangelo, in estate oggetto di una mini ristrutturazione da parte dell’amministrazione (sono stati riqualificati gli spogliatoi con un investimento di 10 mila euro), è stata addirittura dichiarata inagibile dall’ufficio tecnico comunale e non può ospitare più di cento spettatori. «Spesso siamo costretti a scusarci con le formazioni ospiti e con gli arbitri per la scadente ospitalità delle nostre strutture», dice Luigi Cretarola, storico dirigente della compagine biancorossa. «A volte gli spogliatoi sono completamente allagati e il terreno di gioco non è segnato. Lo stadio, inoltre, non essendo a norma, non ci permette neanche d’incassare quel piccolo contributo che potrebbe arrivare dalle gare domenicali della prima squadra. A questo punto», aggiunge, « mi chiedo che senso abbia da parte nostra spendere i soldi per fare i manifesti e invogliare la gente a seguire la squadra. E’ tutto un controsenso».

Francesco Bellante

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