MALTEMPO
Stato di calamità Fucino e terreni sott'acqua nell'area vestina
La situazione disegnata da Coldiretti e definita grave in tutte le province: "L'apertura tardiva della diga di Penne ha generato allagamenti di intere colture"
Nonostante le piogge si siano calmate, l’allarme nelle campagne continua. Dopo la richiesta di Coldiretti Abruzzo al vicepresidente Emanuele Imprudente di verificare la possibilità di chiedere lo stato di calamità, oggi pomeriggio a L’Aquila il direttore provinciale Domenico Roselli incontra il prefetto Cinzia Torraco per valutare la situazione della piana del Fucino in cui i campi sono ancora sommersi di acqua e di fango con danni irreversibili alle colture orticole più importanti della regione.
Ma la situazione è grave in tutte le province con particolare riferimento a quella di Pescara: a Penne è stata aperta la diga nella speranza di far defluire l’acqua salita oltre i limiti di portata, ma l’apertura tardiva ha generato una situazione ancora più allarmante. Le campagne di Moscufo, Loreto e Cappelle sono state sommerse e l’improvviso e corposo flusso d’acqua non è stato riassorbito e sta creando allarme tra gli agricoltori, che hanno ancora impresso nella memoria il crollo del ponte di Moscufo nel 1992.
“Nonostante sia imparagonabile a quella delle regioni più a nord, anche in Abruzzo la situazione è difficile e avrà sicuramente conseguenze importanti – dice Roberto Rampazzo, direttore regionale di Coldiretti Abruzzo – allo stato attuale abbiamo numerose segnalazioni dagli agricoltori della zona con terreni completamente impraticabili e, ancora una volta, torna all’attenzione la gestione dei consorzi di bonifica. Ci rendiamo conto della situazione di improvvisa emergenza, ma l’apertura della diga poteva comunque essere anticipata evitando di aggiungere disagi a disagi. Una valutazione ulteriore va inoltre fatta sullo stato in cui versano i fiumi, che mancano purtroppo dell’opportuna pulizia degli alvei con conseguenti e inevitabili straripamenti anche in occasione di piogge contenute. Rimarchiamo quindi ancora una volta il tema della gestione della risorsa idrica che va curata sotto tutti gli aspetti, anche in considerazione delle anomalie climatiche che sono ormai all’ordine del giorno”.