Stellantis, il ministro non soddisfa i sindacati 

Dopo l’incontro a Roma Uilm, Fim e Cgil insistono su un piano di rilancio generale dell’automotive

ATESSA. Un piano strategico condiviso, un protocollo unico che salvaguardi il settore automotive e, soprattutto, i posti di lavoro. Non sono usciti soddisfatti i sindacati Fim, Fiom e Uilm, dal tavolo automotive di Roma convocato dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. Alla luce delle gravi vertenze che stanno interessando il settore e il crollo, abbattutosi anche sulla virtuosa ex Sevel di Atessa, della produzione di veicoli Stellantis, passati da 750mila nel 2023 a 500mila nel 2024 nonostante gli incentivi, per le parti sociali meritavano delle risposte certe dopo un anno di interlocuzioni.
«Vogliamo parlare di progetti di sviluppo, di nuovi modelli che vadano al più presto in produzione, di strumenti strutturali che consentano di aumentare la produzione di veicoli in Italia che oggi è al minimo storico», intervengono Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, «ci aspettiamo che si inizi a lavorare, ognuno per la sua parte, per la difesa e il rilancio dell’intero settore automotive, sia di Stellantis che della filiera della componentistica. Non è una questione di più produttori in Italia ma di salvaguardare l’attuale occupazione e di rendere più forte il settore».
Sulla situazione Stellantis riflette il segretario generale Fim, Ferdinando Uliano: «Un ragionamento va fatto sul principale gruppo motoristico», rimarca il numero uno Fim, «per capire se il calo produttivo è dovuto a un calo ciclico del mercato o a qualcosa di strutturale su cui bisogna intervenire il più presto possibile. È fondamentale quindi confermare le assegnazioni di nuovi modelli che abbiamo acquisito nei confronti avuti con Stellantis, ma è necessario anche individuare ulteriori investimenti che devono essere in coerenza con l’obiettivo di produzione di un milione di veicoli entro il 2030».
Per la Fiom, per voce del segretario generale Michele De Palma e Samuele Lodi, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per il settore Mobilità, «è ora che Stellantis, pilastro dell’industria dell’auto in Italia, chiarisca i piani su marchi, modelli e stabilimenti e le previsioni di budget sui volumi. È ora di fermare le uscite e progressivamente ridurre la cassa integrazione, sperimentando riduzioni di orario sostenute dalle politiche pubbliche anche per l’indotto, per rigenerare un piano di assunzioni e formazione delle competenze. Un anno di confronto non ha determinato cambiamenti», fanno notare De Palma e Lodi, «i numeri sono chiari: in un anno la cassa integrazione è aumentata e gli investimenti, a partire dalla ricerca, sviluppo e produzione, non sono arrivati. Siamo l’unico Paese europeo dell’auto senza la produzione di batterie e con volumi che ci vedono scendere nella classifica nonostante i cospicui incentivi all’acquisto garantiti da risorse pubbliche».
©RIPRODUZIONE RISERVATA