Stellantis, l’attacco di Paolucci: Marsilio ora scriva a Tavares
Il dem rimprovera al governatore di FdI di aver lodato l’Ad E l’azienda recluta volontari ad Atessa da inviare a Mirafiori
ATESSA. «Tavares tradisce l’Abruzzo, Marco Marsilio non batte ciglio». Si può sintetizzare così l’attacco del capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, al presidente della Regione a pochi giorni dall’uscita sul Centro dell’assessore alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, sulle grandi incognite di delocalizzazione in Polonia che incombono su Stellantis, ex Sevel, di Atessa.
«Ora Marsilio scriva all’Ad Carlos Tavares che lui, non più di tre mesi fa, tanto ha lodato e ringraziato», esordisce il capogruppo Dem. «Tutti i nostri allarmi sul rischio di arretramento dell’intero sistema dell’automotive abruzzese si stanno rivelando fondati», afferma, «ma la Regione non riesce ad avere una posizione equilibrata, visto che solo pochi mesi fa Marsilio e Magnacca lodavano e sbrodavano la disponibilità di Tavares a confermare l’insediamento di Atessa, salvo poi, pochi giorni fa, dargli un altolà contro il rischio di delocalizzazione che l'Ad di Stellantis non deve aver sentito bene, visto che ha confermato crisi e Cig. Oppure», prosegue Paolucci, «avrà ritenuto che non era un altolà serio, se meno di dieci giorni fa Magnacca celebrava una ripresa che esiste solo nelle fantasie della Giunta a trazione Fratelli d’Italia».
Da giugno in poi è stato tutto un fiorire di cassa integrazione: non solo di Stellantis, ma di tante altre realtà importanti e di quelle dell'indotto come Denso, Pilkington, Sodecia e ora anche Sangritana, nonché, a breve, il rischio che la stessa sorte tocchi alle aziende di servizi come mense, pulizie, trasporti.
«Allora chiediamo ufficialmente al presidente della Regione di scrivere a Tavares, di farlo presto, magari prima di cambiare di nuovo idea, e coinvolgere il Consiglio Regionale sulle vere priorità, mettendo nero su bianco i rischi che corre l’Abruzzo, perché la situazione», sottolinea il capogruppo del Pd, «è molto seria».
A TUTTA BIRRA.
Serve un Consiglio regionale urgente, avverte Paolucci «con il coinvolgimento di tutte le voci utili ad alimentare azioni di sistema capaci di tutelare imprese, lavoratori e indotto e pensando bene anche al ruolo dell’Arap, che non è una proloco a cui destinare fondi per il festival delle birre artigianali, com’è accaduto in Consiglio l’altro giorno. Cosa su cui auspico una presa di posizione netta e contraria dell'assessore Magnacca».
DAL FRONTE SINDACALE.
Stellantis ha comunicato la necessità di ricorrere a 20 turni settimanali entro settembre (cioè operai al lavoro anche di sabato, di domenica e di notte) per esigenze di mercato, legate alla produzione dei cambi eDct che vengono montati su tutte le auto ibride del gruppo. Quindi, a partire da ieri, l'azienda ha cominciato anche ad Atessa a raccogliere la disponibilità, da subito e su base volontaria, di lavoratori interessati ad una trasferta (al momento fino a fine anno) a Torino, in Mirafiori meccanica.
Lo fa sapere il Comitato esecutivo che raccoglie quasi tutte le sigle sindacali. Sta accadendo in Val di Sangro e altrove. Stellantis infatti sta valutando la possibilità di trasferire, sempre temporaneamente, anche alcuni lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento di Termoli a Mirafiori. E se verrà confermata l'indiscrezione secondo la quale a Mirafiori, Stellantis «starebbe cercando una decina di lavoratori da mandare in trasferta in Polonia, sarebbe l'ulteriore drammatico segnale di un'azienda che intende disimpegnarsi dall'Italia. Occorre invertire la rotta per garantire occupazione, produzioni e rilanciare gli stabilimenti in Italia», dice la Fiom». Ma Stellantis ha smentito una parte di queste notizie riportate ieri sulle agenzie di stampa. «Sono state strumentalizzate decisioni aziendali assunte nell'interesse delle persone in questa complessa fase di mercato e transizione. È una vera e propria fake news che i lavoratori di Stellantis siano vittime di un ipotetico, addirittura violento, ricatto al fine di trasferirli a lavorare in Polonia. Al contrario, si tratta di una proposta su base volontaria a una decina di colleghi della logistica, per una trasferta temporanea di massimo due settimane, adeguatamente remunerata». Così ha precisato un portavoce di Stellantis, «si tratta peraltro di una prassi consolidata per il gruppo in tutti gli stabilimenti a livello globale». (l.c.)
«Ora Marsilio scriva all’Ad Carlos Tavares che lui, non più di tre mesi fa, tanto ha lodato e ringraziato», esordisce il capogruppo Dem. «Tutti i nostri allarmi sul rischio di arretramento dell’intero sistema dell’automotive abruzzese si stanno rivelando fondati», afferma, «ma la Regione non riesce ad avere una posizione equilibrata, visto che solo pochi mesi fa Marsilio e Magnacca lodavano e sbrodavano la disponibilità di Tavares a confermare l’insediamento di Atessa, salvo poi, pochi giorni fa, dargli un altolà contro il rischio di delocalizzazione che l'Ad di Stellantis non deve aver sentito bene, visto che ha confermato crisi e Cig. Oppure», prosegue Paolucci, «avrà ritenuto che non era un altolà serio, se meno di dieci giorni fa Magnacca celebrava una ripresa che esiste solo nelle fantasie della Giunta a trazione Fratelli d’Italia».
Da giugno in poi è stato tutto un fiorire di cassa integrazione: non solo di Stellantis, ma di tante altre realtà importanti e di quelle dell'indotto come Denso, Pilkington, Sodecia e ora anche Sangritana, nonché, a breve, il rischio che la stessa sorte tocchi alle aziende di servizi come mense, pulizie, trasporti.
«Allora chiediamo ufficialmente al presidente della Regione di scrivere a Tavares, di farlo presto, magari prima di cambiare di nuovo idea, e coinvolgere il Consiglio Regionale sulle vere priorità, mettendo nero su bianco i rischi che corre l’Abruzzo, perché la situazione», sottolinea il capogruppo del Pd, «è molto seria».
A TUTTA BIRRA.
Serve un Consiglio regionale urgente, avverte Paolucci «con il coinvolgimento di tutte le voci utili ad alimentare azioni di sistema capaci di tutelare imprese, lavoratori e indotto e pensando bene anche al ruolo dell’Arap, che non è una proloco a cui destinare fondi per il festival delle birre artigianali, com’è accaduto in Consiglio l’altro giorno. Cosa su cui auspico una presa di posizione netta e contraria dell'assessore Magnacca».
DAL FRONTE SINDACALE.
Stellantis ha comunicato la necessità di ricorrere a 20 turni settimanali entro settembre (cioè operai al lavoro anche di sabato, di domenica e di notte) per esigenze di mercato, legate alla produzione dei cambi eDct che vengono montati su tutte le auto ibride del gruppo. Quindi, a partire da ieri, l'azienda ha cominciato anche ad Atessa a raccogliere la disponibilità, da subito e su base volontaria, di lavoratori interessati ad una trasferta (al momento fino a fine anno) a Torino, in Mirafiori meccanica.
Lo fa sapere il Comitato esecutivo che raccoglie quasi tutte le sigle sindacali. Sta accadendo in Val di Sangro e altrove. Stellantis infatti sta valutando la possibilità di trasferire, sempre temporaneamente, anche alcuni lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento di Termoli a Mirafiori. E se verrà confermata l'indiscrezione secondo la quale a Mirafiori, Stellantis «starebbe cercando una decina di lavoratori da mandare in trasferta in Polonia, sarebbe l'ulteriore drammatico segnale di un'azienda che intende disimpegnarsi dall'Italia. Occorre invertire la rotta per garantire occupazione, produzioni e rilanciare gli stabilimenti in Italia», dice la Fiom». Ma Stellantis ha smentito una parte di queste notizie riportate ieri sulle agenzie di stampa. «Sono state strumentalizzate decisioni aziendali assunte nell'interesse delle persone in questa complessa fase di mercato e transizione. È una vera e propria fake news che i lavoratori di Stellantis siano vittime di un ipotetico, addirittura violento, ricatto al fine di trasferirli a lavorare in Polonia. Al contrario, si tratta di una proposta su base volontaria a una decina di colleghi della logistica, per una trasferta temporanea di massimo due settimane, adeguatamente remunerata». Così ha precisato un portavoce di Stellantis, «si tratta peraltro di una prassi consolidata per il gruppo in tutti gli stabilimenti a livello globale». (l.c.)