Straccia, la famiglia non molla: «È stato ucciso, faremo ricorso»
Il legale dei genitori contesta le conclusioni del gip che ha ritenuto inattendibile il pentito calabrese Secondo il giudice non c’è alcuna prova che lo studente di Moresco fu vittima di uno scambio di persona
PESCARA. Il legale della famiglia di Roberto Straccia, l’avvocato Marilena Mecchi, è intenzionato ad andare avanti in altre sedi per chiarire tutti gli aspetti della scomparsa di Roberto, anche dopo l'ennesima archiviazione del fascicolo disposta dal gip Elio Bongrazio. Il giudice, sciogliendo la sua riserva, ha ampiamente motivato la sua decisione, ritenendo sostanzialmente inattendibili le dichiarazioni del pentito E.F. che aveva ipotizzato l'omicidio di Roberto, scomparso da Pescara il 14 dicembre del 2011 e ritrovato morto il 7 gennaio 2012 nelle acque antistanti il litorale di Bari. Per il gip non si è trattato di omicidio per uno scambio di persona, tesi che invece continuano a sostenere i familiari.
«Il signor Mario Straccia farà le sue opportune valutazioni e farà ricorso. Altri organi, che forse hanno più competenze per questo tipo di lavoro, verranno investiti del caso». Il legale contesta soprattutto l'inattendibilità delle dichiarazioni del pentito che, secondo quanto scrive il gip, è affetto da disturbi psichici. «Non può essere che il pentito non è sano di mente soltanto per quanto riferisce su Roberto Straccia visto che il procuratore, nel luglio scorso, trasmise alla Direzione distrettuale dell'Aquila l'interrogatorio del pentito». Il procuratore Massimiliano Serpi, che personalmente aveva proceduto all'interrogatorio del pentito, nel corso dell'ultima udienza di opposizione all'archiviazione aveva consegnato alla parte «alcune brevi osservazioni» nelle quali era stato peraltro chiaro. «Sulla ritenuta incompetenza di questo ufficio del pm e competenza della Dda dell'Aquila, si osserva», scriveva, «che solo qualora questo pm ritenesse che vi è un delitto di omicidio in cui emerga concretamente l'ipotesi che gli autori lo abbiano commesso nell'ambito della aggravante ex art. 7 Dl 152/91, deve disporre la trasmissione degli atti alla predetta procura distrettuale. In ragione delle reiterate, argomentate richieste di archiviazione è evidente che questo pm non ritiene la sussistenza di detta aggravante... In ogni caso, le dichiarazioni rese da E.F. il giorno 1° luglio 2019 a questo ufficio del pm sono state trasmesse in copia alla Dda dell'Aquila per le sue valutazioni, determinando l'apertura di un procedimento penale a carico di ignoti per articolo 74 e violazione legge armi».
Come si vede, la procura ha trasmesso effettivamente all'Aquila le dichiarazioni del pentito, ma per reati di droga e di violazione legge armi, in relazione al fascicolo già in possesso della distrettuale che ha indagato per la cosiddetta operazione “Isola felice”, che non ha nulla a che vedere con la scomparsa o il presunto omicidio di Roberto per errore di persona.
Il gip, nella sua archiviazione, ha comunque trattato tutti gli argomenti sollevati dalla famiglia Straccia concludendo che «sulla base di tali rilievi va sicuramente esclusa ogni forma di attendibilità di E.F. in ordine al fatto che responsabile della morte dello Straccia sia tale A.P., come riferito al pm nel corso dell'interrogatorio del primo luglio 2019 che, a detta di F., si sarebbe probabilmente determinato a ciò per inimicizia nei suoi confronti e l'avrebbe per errore scambiato con il malcapitato Roberto Straccia».
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«Il signor Mario Straccia farà le sue opportune valutazioni e farà ricorso. Altri organi, che forse hanno più competenze per questo tipo di lavoro, verranno investiti del caso». Il legale contesta soprattutto l'inattendibilità delle dichiarazioni del pentito che, secondo quanto scrive il gip, è affetto da disturbi psichici. «Non può essere che il pentito non è sano di mente soltanto per quanto riferisce su Roberto Straccia visto che il procuratore, nel luglio scorso, trasmise alla Direzione distrettuale dell'Aquila l'interrogatorio del pentito». Il procuratore Massimiliano Serpi, che personalmente aveva proceduto all'interrogatorio del pentito, nel corso dell'ultima udienza di opposizione all'archiviazione aveva consegnato alla parte «alcune brevi osservazioni» nelle quali era stato peraltro chiaro. «Sulla ritenuta incompetenza di questo ufficio del pm e competenza della Dda dell'Aquila, si osserva», scriveva, «che solo qualora questo pm ritenesse che vi è un delitto di omicidio in cui emerga concretamente l'ipotesi che gli autori lo abbiano commesso nell'ambito della aggravante ex art. 7 Dl 152/91, deve disporre la trasmissione degli atti alla predetta procura distrettuale. In ragione delle reiterate, argomentate richieste di archiviazione è evidente che questo pm non ritiene la sussistenza di detta aggravante... In ogni caso, le dichiarazioni rese da E.F. il giorno 1° luglio 2019 a questo ufficio del pm sono state trasmesse in copia alla Dda dell'Aquila per le sue valutazioni, determinando l'apertura di un procedimento penale a carico di ignoti per articolo 74 e violazione legge armi».
Come si vede, la procura ha trasmesso effettivamente all'Aquila le dichiarazioni del pentito, ma per reati di droga e di violazione legge armi, in relazione al fascicolo già in possesso della distrettuale che ha indagato per la cosiddetta operazione “Isola felice”, che non ha nulla a che vedere con la scomparsa o il presunto omicidio di Roberto per errore di persona.
Il gip, nella sua archiviazione, ha comunque trattato tutti gli argomenti sollevati dalla famiglia Straccia concludendo che «sulla base di tali rilievi va sicuramente esclusa ogni forma di attendibilità di E.F. in ordine al fatto che responsabile della morte dello Straccia sia tale A.P., come riferito al pm nel corso dell'interrogatorio del primo luglio 2019 che, a detta di F., si sarebbe probabilmente determinato a ciò per inimicizia nei suoi confronti e l'avrebbe per errore scambiato con il malcapitato Roberto Straccia».
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