Strada parco, scatta il ricorso al Tar contro la filovia
Il neo comitato contesta il nulla osta rilasciato dal ministero «Vizi di illegittimità, impraticabili le opere programmate»
PESCARA. Il Comitato “Strada Parco Bene Comune” ricorre al Tar. Oggetto dell'atto, la richiesta dell'annullamento del nulla osta, rilasciato dal ministero delle Infrastrutture il 15 marzo scorso, per l'esecuzione dei lavori di realizzazione della filovia.
Un mese fa il comitato, fondato da Ivano Angiolelli (presidente), Maurizio Biondi (vice), Antonella De Cecco (tesoriere) e Roberto De Pamphilis (segretario), seguito dallo studio legale Di Tonno, aveva inviato al ministero dei Trasporti, Regione, Tua e ai Comuni di Pescara e Montesilvano, un preavviso di ricorso giurisdizionale «per rappresentare i vizi di legittimità riscontrati nel nulla osta tecnico», spiegano in una nota «corredato di un dossier contenente i profili di criticità irrisolti, accertati a carico dell’impianto mai completato secondo le regole dell’arte. Per entrambi i documenti, non è stato fornito alcun tipo di riscontro, utile a rappresentare da un lato l’esercizio del potere autonomo di autotutela in capo agli enti interpellati, dall’altro la buona volontà di soprassedere a una lite giudiziaria che si sarebbe potuta risolvere evitando la congestione delle aule giudiziarie». Trascorsi 30 giorni, il comitato ha optato per proseguire la sua battaglia, «preso atto a malincuore dell’assoluta indisponibilità a ogni possibile confronto», proseguono. «Abbiamo richiesto l’annullamento del nulla osta tecnico ministeriale gravato da ben 9 prescrizioni, talune insuperabili, nonché da vizi di legittimità che, a giudizio del comitato ricorrente, rendono impraticabile e dannosa l’esecuzione delle opere programmate, inadeguate a portare a regolare completamento l’impianto Trm progettato ormai quasi un trentennio fa. Opere che comporterebbero l’impiego dannoso e improduttivo dell’intero finanziamento Cipe di 31 milioni di euro accordato nel lontano 1995, senza garantire alcuna utilità marginale alla mobilità sostenibile di area vasta interprovinciale». In questa prima fase, il comitato ha deciso di non richiedere la sospensiva del provvedimento ministeriale, «confidando nella consapevole responsabilità politica degli amministratori regionali e comunali, e di quella tecnica dei dirigenti, per un impianto che ha subìto nel tempo varianti progettuali sostanziali, mai assoggettate alla procedura Via», specificano. Intanto prosegue la raccolta di adesioni promossa dal comitato: oggi e domani banchetto all'altezza di via Toti, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20,30.
Un mese fa il comitato, fondato da Ivano Angiolelli (presidente), Maurizio Biondi (vice), Antonella De Cecco (tesoriere) e Roberto De Pamphilis (segretario), seguito dallo studio legale Di Tonno, aveva inviato al ministero dei Trasporti, Regione, Tua e ai Comuni di Pescara e Montesilvano, un preavviso di ricorso giurisdizionale «per rappresentare i vizi di legittimità riscontrati nel nulla osta tecnico», spiegano in una nota «corredato di un dossier contenente i profili di criticità irrisolti, accertati a carico dell’impianto mai completato secondo le regole dell’arte. Per entrambi i documenti, non è stato fornito alcun tipo di riscontro, utile a rappresentare da un lato l’esercizio del potere autonomo di autotutela in capo agli enti interpellati, dall’altro la buona volontà di soprassedere a una lite giudiziaria che si sarebbe potuta risolvere evitando la congestione delle aule giudiziarie». Trascorsi 30 giorni, il comitato ha optato per proseguire la sua battaglia, «preso atto a malincuore dell’assoluta indisponibilità a ogni possibile confronto», proseguono. «Abbiamo richiesto l’annullamento del nulla osta tecnico ministeriale gravato da ben 9 prescrizioni, talune insuperabili, nonché da vizi di legittimità che, a giudizio del comitato ricorrente, rendono impraticabile e dannosa l’esecuzione delle opere programmate, inadeguate a portare a regolare completamento l’impianto Trm progettato ormai quasi un trentennio fa. Opere che comporterebbero l’impiego dannoso e improduttivo dell’intero finanziamento Cipe di 31 milioni di euro accordato nel lontano 1995, senza garantire alcuna utilità marginale alla mobilità sostenibile di area vasta interprovinciale». In questa prima fase, il comitato ha deciso di non richiedere la sospensiva del provvedimento ministeriale, «confidando nella consapevole responsabilità politica degli amministratori regionali e comunali, e di quella tecnica dei dirigenti, per un impianto che ha subìto nel tempo varianti progettuali sostanziali, mai assoggettate alla procedura Via», specificano. Intanto prosegue la raccolta di adesioni promossa dal comitato: oggi e domani banchetto all'altezza di via Toti, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20,30.