Strage di Barcellona, uccisi tutti i terroristi
MADRID. «No tinc por!», «Non ho paura!», ha gridato Barcellona ieri al mondo e in faccia agli sceicchi del terrore jihadista. Un urlo ripreso dalle migliaia di cittadini riuniti in Plaza Catalunia...
MADRID. «No tinc por!», «Non ho paura!», ha gridato Barcellona ieri al mondo e in faccia agli sceicchi del terrore jihadista. Un urlo ripreso dalle migliaia di cittadini riuniti in Plaza Catalunia attorno a re Felipe VI e a tutti i leader politici del paese per rendere omaggio alle vittime dell'attentato e gridare la sfida ai terroristi. Tredici le persone uccise giovedì dal furgone omicida lanciato sulla folla nella Rambla, tra cui anche gli italiani Bruno Gulotta e Luca Russo, mentre si teme anche per la sorte di un terzo italiano, che avrebbe una doppia nazionalità. Poi nella notte a Cambrils, dove sono stati uccisi cinque terroristi, e dove si conta la quattordicesima vittima. Colpita due volte in poche ore, la Catalogna «non si piega», ha detto il presidente Carles Puigdemont. L'attentato di Barcellona, che ha fatto anche oltre 100 feriti, tre dei quali italiani, è stato rivendicato dall'Isis. Sulla caccia ai jihadisti da parte della polizia catalana c'è stata ieri una altalena di notizie contraddittorie. In serata la stampa spagnola ha però riferito che la polizia ritiene ormai che i quattro terroristi che erano ancora ricercati per la strage della Rambla, erano in realtà quattro dei cinque uccisi l’altra notte nella sparatoria di Cambrils. Tra questi anche Moussa Oukabir, 17 anni, anche se non è ancora chiaro se sia lui o meno il conducente del furgone omicida. Altre quattro persone sono invece finite in carcere, fra cui il fratello di Moussa, Driss. La cellula di una decina di persone sarebbe praticamente smantellata. Sulla Rambla giovedì il primo attacco. Alle 16.50 un furgone Fiat bianco si è lanciato sulla folla - quasi tutti turisti - puntando e inseguendo centinaia di persone senza difesa per 600 metri prima di schiantarsi contro un'edicola. Il conducente è fuggito a piedi, lasciando dietro a sé scene di orrore. Corpi a terra, una folla impazzita in fuga, fra grida, pianti, sangue. Nella notte i terroristi hanno colpito di nuovo. Intercettati verso l'1.30 ad un posto di blocco, 5 uomini armati di coltelli e con false cinture esplosive sono riusciti a forzare il passaggio e, inseguiti dalla polizia, sono piombati sul Lungomare di Cambrils, una cittadina balneare a 120 km a sud di Barcellona. La loro auto si è capovolta. Sono scesi coltelli in mano e si sono lanciati sui passanti. Hanno ferito sei persone - una donna è morta in ospedale, portando a 14 il bilancio complessivo delle vittime - prima di essere abbattuti. Un'agente donna ha ucciso da sola 4 terroristi. Il comandante della polizia catalana nel pomeriggio già non aveva escluso che fra i cinque uomini abbattuti ci potesse essere il conducente del furgone della morte di Barcellona, che però non ha identificato. Le indagini della polizia puntano verso due basi arretrate dei terroristi nella Catalogna profonda, dove è forte l'influenza dell'estremismo salafita nell'importante comunità marocchina della regione, 200mila persone. Due cittadine, Ripoll nei Pirenei, e Alcanar, nella provincia di Tarragona a sud, sono al centro dell'inchiesta. La polizia spagnola ha segnalato ai colleghi francesi una Kangoo bianca che potrebbe essere legata agli attentati e aver passato il confine. A Ripoll si è formata la cellula attorno a Moussa e al fratello Driss, ora in manette e abitavano sei dei presunti membri della cellula. Tutti marocchini, fra 17 e 34 anni, senza precedenti per terrorismo. Ad Alcanar c'era la base operativa, dove preparavano ordigni esplosivi per colpire a Barcellona. Ma nella notte fra mercoledì e giovedì qualcosa è andato storto. La casa è esplosa, forse «un incidente di lavoro». Due uomini sono morti, un altro è stato ferito. Ora è in arresto. Secondo il capo della polizia catalana, l'incidente ha costretto i jihadisti, che preparavano attentati «di grandi dimensioni», a cambiare piani e «agire alla disperata» senza esplosivi a Barcellona e Cambrils.