Superbonus al 70 per cento: ecco come funziona e a chi spettano i contributi 2024 

Il Governo ha ridotto la misura del 20 per cento, eccetto che per le aree terremotate Un ulteriore adeguamento è previsto nel 2025, quando l'aliquota scenderà al 65%

Il Superbonus è alle battute finali. Il Governo guidato da Giorgia Meloni, che dal 1° gennaio scorso ha ridotto il contributo dal 90 al 70 per cento – tranne che per le zone colpite dal sisma 2009 e 2016 – non intende proseguire con l'applicazione della misura.
Troppo onerosa per le casse dello Stato, secondo i calcoli del ministero delle Finanze. In Abruzzo, secondo l'ultimo report Enea, è stato portato a termine il 93,4% dei cantieri che hanno usufruito del Superbonus nella misura piena del 110%, per un totale degli investimenti pari a 4 miliardi 180milioni 312mila euro. Resta una parte residuale inferiore al 7%.
Intanto, è stato pubblicato il decreto che norma criteri e modalità di erogazione dell' agevolazione nella misura del 70%. Un ulteriore adeguamento è previsto nel 2025, quando l'aliquota scenderà al 65%, con un'ulteriore riduzione.
CHI NE HA DIRITTO
Possono ottenere il Superbonus 70% solo i cittadini che nel 2023 hanno dichiarato un reddito non superiore a 15mila euro. Il contributo a fondo perduto può essere richiesto per le spese sostenute nell’anno in corso per gli interventi di efficienza energetica, quelli condotti nell’ambito del Sismabonus, per l’aggiunta di elementi fotovoltaici e di colonnine di ricarica di veicoli elettrici agevolati tramite il Superbonus.
Ci sono, tuttavia, dei paletti da rispettare: in particolare, i lavori devono aver raggiunto, entro lo scorso 31 dicembre 2023, uno stato di avanzamento non inferiore al 60%, asseverato e oggetto di opzione per lo sconto in fattura o della cessione del credito.
La legge stabilisce altri limiti. In particolare, «il contributo viene determinato in relazione alle spese agevolabili sostenute direttamente dal richiedente, ovvero, per gli interventi condominiali, imputate al medesimo» entro un limite massimo di spesa di 96mila euro.
Non solo: i bonifici che dimostrano le spese devono risultare effettuati tra lo scorso 1°gennaio e il prossimo 31 ottobre. Si precisa poi che «nel caso in cui la spesa sia stata sostenuta da più soggetti, il limite massimo per ciascun richiedente è ridotto applicando la percentuale derivante dal rapporto tra l'importo della spesa sostenuta dal richiedente e l'importo complessivo della spesa sostenuta da tutti i soggetti aventi diritto».
COME RICHIEDERLO
La domanda per ricevere i contributi va presentata direttamente all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre, in via telematica, e deve attestare il possesso di tutti i requisiti necessari. A inviarla può anche essere un intermediario abilitato.
Ciascun richiedente potrà, in ogni caso, presentare soltanto un’unica richiesta, in riferimento a una sola unità immobiliare. Le modalità di compilazione saranno spiegate nel dettaglio da un futuro provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate, da adottare entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto, avvenuta il 5 settembre scorso.
Nell’istanza si dovrà, comunque, indicare l'importo del contributo richiesto, che non potrà superare il 30% delle spese ammesse. Se le risorse stanziate – in totale 16 milioni e 441mila euro – saranno sufficienti a coprire tutte le richieste, il Fisco determinerà l’ammontare del contributo al 100% di quanto richiesto.
In caso contrario, l’ammontare di ciascun aiuto verrà determinato in base alla percentuale tra le risorse totali e l’importo complessivo delle domande. Da ricordare che vale, fino all’esaurimento dei fondi, il criterio dell’ordino cronologico delle date del primo bonifico effettuato.
Sistemato questo capitolo, i richiedenti ammessi vedranno l’importo accreditato sul proprio conto corrente bancario o postale, che va indicato nell'istanza.
EXTRA TASSA PER CHI VENDE
Dal primo gennaio di quest’anno è entrata in vigore una norma che prevede un’extra tassa del 26% in caso di immobili ristrutturati grazie all’agevolazione fiscale e venduti entro 10 anni dalla fine dei lavori di rinnovo, anche se questi hanno interessato le parti comuni di un condominio.
La si applica sulla plusvalenza della vendita, cioè sulla crescita di valore dell’immobile per effetto degli interventi legati al Superbonus. Esistono però casi in cui questa maxi tassazione non viene applicata.
L’extra tassa del 26% non colpisce le vendite di immobili adibiti a prima casa. Sono, invece, incluse le seconde case, tranne nel caso in cui l’immobile è diventato di proprietà di chi lo vende per effetto di donazione o successione.
È stato, inoltre, introdotto un meccanismo che rende indeducibili i costi di ristrutturazione effettuati nei dicei anni antecedenti alla vendita, in misura intera per i primi cinque anni e al 50% per i successivi cinque. Non rientrano nel calcolo solamente i costi agevolati con il Superbonus al 110%.
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