Tagliati sprechi e dirigenti, ecco il nuovo volto dell’Aca Pescara
Chiuso il bilancio 2013 in perdita con 8 milioni, ecco gli interventi per rilanciare l'azienda. Ma Di Baldassarre assicura: tariffe invariate
PESCARA. Mezzo milione dai dirigenti che sono passati da sei a tre, un milione e 300 mila euro di risparmio con il nuovo contratto per l’energia elettrica, il recupero crediti, l’accordo con l’Ato e 8 milioni e mezzo arrivati dal decreto Sblocca Italia. La nuova stagione dell’Aca del presidente Enzo Di Baldassarre è iniziata con una lotta agli sprechi, con l’abbattimento dei costi e con una cesura con il passato perché il bilancio del 2013, l’ultimo sotto la presidenza di Ezio Di Cristoforo, è stato approvato. «Un bilancio lacrime e sangue», spiega Di Baldassarre, il vertice dell’azienda che gestisce il servizio idrico, «perché evidenzia una perdita di 8 milioni di euro ma è un’operazione di chiarezza e di credibilità da cui partire per fare pulizia. Le perdite accumulate non andranno a incidere sulle tariffe dell’acqua: non saranno aumentate».
Torna all’anno zero l’azienda martoriata dai debiti, ma anche dai crediti, e chiamata a lavorare con una scure, con il rispetto del concordato preventivo: il piano salvezza dell’azienda ma anche il caso pilota italiano perché presentato – e accolto – da un’azienda pubblica. La chiama «una politica da padre di famiglia», il presidente Di Baldassarre alla guida dell’Ente dal novembre 2013, perché la nuova gestione contempla un lavoro certosino di recupero di ogni voce possibile. Così, se il bilancio è in perdita è anche perché, come spiga Di Baldassarre, «sono stati fatti alcuni errori contabili, non sono state affrontate le possibili passività e, ad esempio, non sono state accantonate quelle somme per coprire i possibili debiti». E da qui che sta ripartendo l’Aca che, in un anno, è riuscita ad accantonare 17 milioni di euro.
Maghi? «No», dice Di Baldassarre, «abbiamo iniziato a fare qualcosa per risolvere la situazione senza far venire meno il servizio e riducendo le spese all’osso. Abbiamo un nuovo contratto per l’energia elettrica che ci permette di risparmiare», inizia ad elencare, «un milione e 300mila all’anno, abbiamo abbattuto del 20 per cento i costi per gli appalti, ridotto i costi del personale tra cui quello dei dirigenti che da sei sono passati a tre con un risparmio di 600-700 mila euro». L’Aca, come racconta il presidente, sta «tagliando le spese inutili da quelle più piccole, come il call-center esterno, a quelle più grandi. Una volta», illustra ancora l’avvocato alla guida dell’azienda che gestisce l’acqua, «si impiegavano 500mila euro per una condotta che serviva poche case, un prezzo assurdo perché simile a quello per un depuratore». Quei 17 milioni accantonati sono pronti per essere utilizzati per rispettare il concordato preventivo dell’Aca mentre, aggiunge ancora Di Baldassarre, «continuano gli investimenti. Il 24 dicembre scorso abbiamo firmato l’accordo con l’Ato e quindi chiuso i conteggi. Tra questo e il prossimo anno riusciremo a fare il disinquinamento del fiume Aterno che coinvolge Pescara, Cepagatti, Tocco da Casauria e Spoltore per cui occorrono tre milioni di euro mentre dal decreto Sblocca Italia abbiamo ricevuto otto milioni e mezzo con cui realizzeremo il depuratore di Valle Anzuca di Francavilla accanto a una serie di altri investimenti. Ancora», dice il presidente, «è stato avviato il recupero dei crediti migliorando l’incasso».
Il 5 febbraio Di Baldassarre dovrà tornare in tribunale per l’udienza che riguarda il concordato preventivo, lo strumento presentato da un pool di professionisti tra cui l’avvocato Sergio Della Rocca. Passa dal rispetto dei tempi e dei modi del concordato preventivo la scommessa dell’azienda che ha inaugurato una nuova gestione ma per cui la strada è ancora in salita. Quello che Di Baldassarre assicura è «che le perdite accumulate», conclude, «non andranno in tariffa, non ci sarà nessun aumento né il personale verrà toccato».
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