PESCARA
Tangenti Asl, ex manager assolto per non aver commesso il fatto
L'amarezza di Ciamponi: "Se fossi rimasto a Milano, anziché tornare qua, sarebbe stato meglio". Era accusato di aver acquistato un’utilitaria per il figlio con soldi di provenienza illecita
PESCARA. La sentenza (di primo grado) è stata pronunciata alle ore 15: Vincenzo Ciamponi è stato assolto per non aver commesso il fatto. L’ex manager della Asl di Pescara era l’unico imputato nell’ambito del processo per presunte tangenti negli appalti Asl in merito alle residenze psichiatriche extraospedaliere. La vicenda esplose nel 2021. Ciamponi, secondo l’accusa, avrebbe acquistato un’utilitaria per il figlio con i soldi della presunta tangente. Nei suoi confronti, la Procura della Repubblica aveva chiesto 3 anni di reclusione.
Gli avvocati Massimo Galasso e Gianfranco Iadecola, legali dell’ex manager, avevano chiesto l’assoluzione per il loro assistito, sostenendo che non avrebbe mai ricevuto denaro di provenienza illecita. Questa mattina alle ore 9 c’è stata in tribunale la costituzione delle parti, poi il giudice per le indagini preliminari Maria Michela Di Fine ha dato appuntamento a tutti alle ore 14,30 per la lettura del dispositivo. Lettura che, come detto, è avvenuta con una mezz’ora di ritardo. Ciamponi era presente oggi a palazzo di giustizia, accompagnato dall’avvocato Galasso.
“Sono contento e sollevato”, ha dichiarato l’ex manager della Asl a Rete8. “E’ la fine di un percorso. Ero venuto qui a Pescara per fare ben altro. Se non fossi venuto sarebbe stato meglio. Ho stretto le mani alle persone sbagliate, se avessi continuato a venire qua solo per andare al mare sarebbe stato meglio. Ero arrivato qua per fare, mi sono ritrovato in ben altra faccenda. Mi hanno presentato persone che non avrei dovuto conoscere. Sono nato a Pescara e volevo tornarci per dare il mio contributo, ma se fossi rimasto a Milano sarebbe stato meglio. Io so fare i conti: abbiamo assunto 400 persone e mi sono ritrovato in questa situazione. Cosa farò da domani? Quello che ho sempre fatto”.
Soddisfatto l’avvocato Galasso: “Sono state accolte totalmente le nostre richieste, penso che il tribunale di Pescara abbia fatto buon governo dei criteri di valutazione della prova. Avevamo richiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto, e quindi questa sentenza era ciò che volevamo. Il processo è stato celere, siamo soddisfatti. Si è chiuso un cerchio. Ciamponi non era un protagonista, ci si è ritrovato. Oggi si chiude l’ultima porta”.
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