Tares, 68 mila cittadini in fila entro il 31 maggio

Ultimi giorni per il pagamento della prima rata della nuova tassa sui rifiuti Chi non si mette in regola rischia sanzioni fino al 30% dell’imposta

PESCARA. Corsa contro il tempo per pagare la prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che ha sostituito dal primo gennaio scorso la Tarsu. I contribuenti interessati sono in tutto 68mila e hanno tempo fino al prossimo 31 maggio per mettersi in regola. Alcuni hanno già versato il dovuto, altri devono ancora farlo con il rischio di incappare in pesanti sanzioni fino al 30 per cento dell’importo dovuto. Fortunatamente, i cittadini non sono costretti a calcolare l’imposta da pagare, come per l’Imu. L’ufficio tributi del Comune, guidato dall’assessore Massimo Filippello e dal dirigente Marco Scorrano, ha già provveduto ad inviare nelle case dei pescaresi i primi due bollettini già precompilati per versare le prime due rate pari, rispettivamente, alla metà e ad un quarto della Tarsu corrisposta l’anno scorso. Ma il peggio deve ancora venire con la terza rata, prevista per la fine dell’anno. Il governo non ha ancora dato delle indicazioni su come si dovranno comportare i Comuni. Si sa soltanto che i contribuenti dovranno pagare il rimanente 25% della Tarsu dell’anno scorso, più l’eventuale conguaglio calcolato in base all’aumento previsto di 30 centesimi a metro quadrato da applicare a tutte le tariffe. Si preannuncia una stangata. Ecco, quindi, una guida per i contribuenti costretti a fare i conti con questo nuovo tributo.

Che cos’è la Tares. Dal primo gennaio scorso, è stato istituito in tutti i Comuni del territorio nazionale il nuovo tributo comunale, chiamato Tares, a copertura delle spese sostenute dagli enti non solo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ma anche per i cosiddetti servizi indivisibili, cioè illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, polizia locale, semafori.

Composizione del tributo. Il tributo è articolato in due voci: la tassa a copertura integrale, cioè il 100 per cento (ora è coperto l’81 per cento), del costo del servizio di gestione dei rifiuti urbani; la maggiorazione riferita ai servizi indivisibili.

Chi deve pagare. Il tributo è dovuto da chiunque possieda, occupi o detenga a qualsiasi titolo alloggi, locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti. In caso di utilizzo temporaneo di un immobile, di durata non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, il tributo è dovuto soltanto dal possessore dell’immobile stesso a titolo di proprietà usufrutto, abitazione, superficie.

Chi ha acquistato immobili. L’imposta si calcola in base ai mesi di possesso dell’immobile. Ovviamente, il calcolo definitivo si farà a dicembre, quando si pagherà il saldo. Per i dati catastali si fa riferimento alla situazione maturata al 31 dicembre 2012. Per le nuove occupazioni di unità immobiliari, la superficie assoggettabile al tributo è quella calpestabile, comunque non inferiore all’80 per cento della superficie catastale. In caso di nuova occupazione, di rettifica o di cessazione di utilizzo di un immobile, si dovrà compilare un’apposita domanda da consegnare all’ufficio Tributi del Comune. Ma verrà congelata, in attesa dell’approvazione di un apposito regolamento comunale sulla Tares, ancora in via di definizione.

Le scadenze da ricordare. Nella delibera numero 296, dell’11 aprile scorso, la giunta comunale ha provveduto a fissare le modalità e i termini di pagamento della Tares, diversi dalla Tarsu. La vecchia tassa sui rifiuti, infatti, si poteva versare in un’unica soluzione, oppure in quattro rate con scadenza aprile, luglio, ottobre e dicembre. L’amministrazione comunale è stata costretta a modificare le scadenze e le modalità di pagamento per la nuova imposta, perché il governo non ha ancora deciso quanto far pagare ai contribuenti. Per questo, sono state predisposte solo le prime due rate, mentre la terza verrà calcolata a conguaglio a dicembre, sulla base dei probabili aumenti. Così, si dovrà pagare per forza a rate la Tares. La prima, scade venerdì prossimo 31 maggio; la seconda, il 30 settembre; la terza a dicembre, ma la data non si conosce.

Quanto si deve versare. Le prime due rate sono, dunque, degli acconti, in vista del saldo finale calcolato in base alle nuove tariffe ancora da determinare su indicazione del governo. Così, in assenza di notizie certe, l’amministrazione comunale ha dovuto calcolare le prime due rate sulla base di quanto versato dai contribuenti l’anno scorso con la Tarsu.

L’importo della prima rata corrisponde al 50 per cento della tassa sui rifiuti pagata nel 2012, più una quota del 5 per cento che va alla Provincia.

Per la seconda rata, si dovrà sborsare il 25 per cento della Tarsu dell’anno scorso, più il 5 per cento alla Provincia. Per la terza, cioè il saldo, bisognerà attendere. Si calcolerà, presumibilmente con le nuove tariffe, maggiorate di 30 centesimi, applicate non più solo ai metri quadrati degli immobili, ma anche al numero dei componenti dei nuclei familiari. Insomma, i contribuenti pagheranno di più, perché la Tares dovrà coprire il 100 per cento (ora la percentuale è dell’81) delle spese sostenute dal Comune per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e altri tipi di servizi cosiddetti indivisibili.

Dove si versa. Il Comune ha già spedito a casa dei 68mila contribuenti i primi due bollettini con gli importi da versare. Le rate Tares si possono pagare alle Poste, con gli appositi bollettini, in banca effettuando dei bonifici a favore della Soget, il concessionario della riscossione del Comune, oppure tramite Internet. In quest’ultimo caso, i contribuenti dovranno possedere un conto home banking per effettuare il versamento alla Soget.

Chi non paga. Le sanzioni previste dalla legge per chi non paga le tasse locali sono pesantissime. Ai versamenti effettuati nei primi 15 giorni, dalla scadenza dei termini per il pagamento, si applicherà una maggiorazione pari al 2 per cento dell’imposta per ogni giorno di ritardo, più gli interessi di mora pari al 2,50 per cento all’anno. Ciò significa che il 2,50 dovrà essere diviso per 360 e poi moltiplicato per i giorni di ritardo. Dopo i 15 giorni, la sanzione salirà al 30 per cento dell’imposta dovuta, più gli interessi di mora del 2,50 per cento all’anno.

L’ufficio Tributi del Comune, tuttavia, non intende applicare la legge in maniera rigorosa. Nei confronti di chi pagherà in ritardo le prime due rate ci sarà un occhio di riguardo. L’ufficio sarà invece più intransigente sulla terza rata, quella a saldo.

C’è il ravvedimento operoso. I contribuenti che non si metteranno in regola subito potranno comunque beneficiare del cosiddetto ravvedimento operoso, uno strumento che consente di ridurre in maniera drastica le sanzioni in caso di ritardato pagamento. Questo, però, potrà essere utilizzato solo per il saldo e non per le prime due rate. Grazie al ravvedimento, la sanzione del 30 per cento si ridurrà a un decimo, se il pagamento avverrà entro i primi 30 giorni dalla scadenza del saldo; oppure, la sanzione del 30 per cento si ridurrà di un ottavo, se il pagamento avverrà dopo i 30 giorni ed entro un anno. Facciamo un esempio. Un contribuente che deve pagare una sanzione di 14 euro, applicando il ravvedimento operoso entro i primi 30 giorni, dovrà versare solo un decimo della sanzione, cioè 1,4 euro.

Per avere informazioni. L’ufficio Tributi del Comune ha messo a disposizione dei contribuenti che vogliono avere informazioni un indirizzo mail (tares@comune.pescara.it). Si possono chiamare anche i numeri telefonici 085/4283801-2.

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