Terme di Caramanico, Italia Nostra chiede un incontro al prefetto

PESCARA. Si accende il dibattito intorno alla debacle delle Terme di Caramanico, con l’ennesima asta, la sesta, andata deserta: un controsenso economico, turistico e storico che ha fatto del paese...

PESCARA. Si accende il dibattito intorno alla debacle delle Terme di Caramanico, con l’ennesima asta, la sesta, andata deserta: un controsenso economico, turistico e storico che ha fatto del paese abbarbicato sulle falde della Majella un caso nazionale. Dopo l’appello di Federterme Confindustria, sulla faccenda interviene anche l’associazione Italia Nostra. Perché ormai, come scrive il presidente della sezione pescarese, Massimo Palladini, la situazione di stallo rischia di avere gravi conseguenze sulle «attività economiche nel comprensorio della Maiella, sul pregevole paesaggio montano di cui la risorsa termale è parte, e sugli assetti dell’antico centro di cui l’addizione dello stabilimento termale è coerente e ormai storicizzata integrazione».
Italia nostra, specifica Palladini, vuole tutelare «il diritto al “paesaggio termale”, nell’interesse del servizio sanitario e quale componente pregiata del comprensorio della Maiella; nonchè degli edifici architettonicamente preposti che sono portatori di valori storici e parte integrata del contesto urbano e territoriale». Su questi presupposti, l’associazione ha chiesto dunque al prefetto di Pescara Flavio Ferdani, di indire «un incontro di tutte le componenti interessate», ovvero il presidente della Regione Marco Marsilio, il sindaco di Caramanico Terme, Franco Perone, e i curatori del fallimento delle terme, gli avvocati Carlo Del Torto e Michele Pomponio, allo scopo «di ricomporre in azione convergente le iniziative di ognuno, nel perseguimento degli interessi pubblici sommariamente enunciati».
«Riteniamo infatti», specifica Palladini a proposito del coinvolgimento del Prefetto, «che in tale sede ogni parte potrà esporre quali siano gli elementi impeditivi e quali siano i rimedi per superare e risolvere in concerto la situazione creatasi, tenendo conto anche dei superiori interessi della tutela paesistica e dell’identità storica dell’importante centro della Provincia di Pescara. Fin da ora dichiariamo la disponibilità di Italia Nostra a partecipare».