Di Pietro: l’impatto su quel territorio sarebbe terribile. Referendum per dire no agli impianti in tutta Italia

Termoli, fronte contro il nucleare

Il Governo va avanti sulla centrale. Sindaci e associazioni: sarà battaglia

TERMOLI. La battaglia trasversale di abruzzesi e molisani contro l’ipotesi di una centrale nucleare a Termoli continua anche dopo l’approvazione del decreto con cui il Governo ha accelerato il progetto delle nuove centrali.

I sindaci, le forze politiche e le associazioni che sabato scorso si sono ritrovati in piazza per dire No alla centrale nucleare a Termoli, dove secondo le indiscrezioni dovrebbe nascere un impianto, confermano la loro volontà di andare avanti. E intanto il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro spiega al Centro che il suo partito proseguirà sulla strada del referendum per bloccare il nucleare e che da gennaio partirà la raccolta delle firme.

«Abbiamo in programma manifestazioni per informare i cittadini sui pericoli del nucleare in ogni posto in cui è prevista una centrale, quindi anche a Termoli», spiega Di Pietro. «La mia non è una battaglia campanilistica» aggiunge il senatore «non siamo contrari solo alla centrale nucleare in Molise ma a tutte le centrali, perchè sono un disastro per l’umanità e l’ambiente. Per Termoli, poi, l’impatto sul territorio sarebbe terribile, senza contare che c’è già la centrale turbogas».

Anche il vice presidente del consiglio regionale del Molise il Pd Pardo Antonio D’Alete conferma l’intenzione di andare avanti. «Faremo nuove iniziative di protesta insieme alle forze contrarie, dal centrosinistra ai sindacati passando per il mondo delle associazioni. E il consiglio regionale ha già approvato all’unanimità un ordine del giorno per dire no alla centrale: noi siamo una piccola regione che vive di turismo e agricoltura e un impianto del genere indebolirebbe la nostra capacità attrattiva».

Una preoccupazione condivisa anche dai sindaci di alcuni dei comuni abruzzesi più vicini al Molise, che hanno partecipato con i gonfaloni alla manifestazione di sabato. A Vasto il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno contro la centrale. «C’è stata» spiega il sindaco Luciano Lapenna «un’approvazione all’unanimità anche per mandare un messaggio al Governo: per la nostra città, una delle mete turistiche più belle dell’Abruzzo, un impianto del genere avrebbe certamente una ricaduta negativa. Andremo comunque avanti nella battaglia pur sapendo che gli enti locali non hanno competenza su queste decisioni».

Sul fronte del No si è anche attivata l’amministrazione comunale di San Salvo. Per il sindaco Gabriele Marchese «non si possono concepire nuove iniziative ad alto impatto su un territorio che ha già dato: Termoli e Gissi ospitano già centrali a turbogas e a San Salvo abbiamo una discarica di rifiuti tossici adesso dismessa ma ancora sotto controllo. Dobbiamo decidere se essere terra di conquista e ricettacolo di rifiuti o coltivare lo sviluppo sostenibile per cui lavoriamo da anni».

A restare cauto è invece il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio: «Bisogna capire se la centrale verrà davvero fatta a Termoli e in che modo, soprattutto in termini di sicurezza, ma ancora è presto per esprimersi. Se però dovessero davvero decidere di realizzarla, gli enti locali molisani sicuramente chiederanno un confronto con il Governo e noi lo chiederemo insieme a loro».

A chiedere già adesso alla regione di schierarsi a fianco dei cittadini e prendere una posizione netta contro il progetto è la presidentessa di Legambiente Molise, Maria Assunta Libertucci: «La nostra associazione» spiega «è contraria al nucleare in tutto il paese, non solo a Termoli. E’ una scelta anacronistica e dissennata al di là della localizzazione delle centrali e la tecnologia al momento non offre le garanzie necessarie. In Molise, poi, c’è anche un’aggravante da non sottovalutare: questo territorio è ad alto rischio sismico e di dissesto idrogeologico, due controindicazioni tecniche non da poco».