inchiesta della forestale
Terremoto, tangenti del 12% per vincere gli appalti della ricostruzione in Abruzzo
Nuovo scandalo della ricostruzione. Sette nei guai per un'inchiesta partita dai lavori di una scuola a Bussi sul Tirino e della casa di Ignazio Silone a Pescina. Arresti anche a Pescara, Popoli, Perugia, Gubbio e Assisi
PESCARA. Tangenti anche per la ricostruzione di una scuola materna ed elementare. Nuovo scandalo legato alla gestione della ricostruzione dopo il terremoto del 2009 all'Aquila. Al centro dell'indagine della Forestale di Pescara i lavori nei Comuni di Bussi sul Tirino e Bugnara. Sette persone tra pubblici ufficiali, tecnici progettisti ed imprenditori nei Comuni di Bussi sul Tirino, Pescara, Popoli, Perugia, Gubbio ed Assisi, sono finiti agli arresti domiciliari su disposizione del Gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, per associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d'asta, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere. Sequestrati 330.929,63 ritenuti profitto del reato di corruzione.
Gli arrestati sono Angelo Melchiorre, 61 anni, di Bussi sul Tirino. L’uomo è indagato nella qualità di responsabile tecnico del Comune di Bussi, dal primo agosto 2011 membro delle commissioni di gara del Comune di Bugnara, nonché dal 17 maggio 2013 responsabile coordinatore dell’ufficio territoriale per la ricostruzione dell’area omogenea numero 5. Antonio D’Angelo, 58 anni, nato e residente a Pratola Peligna (L'Aquila) finito nell’inchiesta in qualità di "rup" (responsabile unico del procedimento) della gara per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo della scuola elementare e materna «V. Clemente» di Bugnara. Provvedimento custodiale anche per l’imprenditore Stefano Roscini, 49 anni, nato a Foligno e residente ad Assisi (Perugia); Giampiero Piccotti, 80 anni, nato a Gubbio (Perugia) e residente a Perugia; Angelo Riccardini, 55 anni, di Gubbio; Emilio Di Carlo, 54 anni, di Bussi sul Tirino implicato nella sua qualità di direttore dei lavori e progettista degli aggregati n. 43-45 del Comune di Bussi. Altro ordine di custodia cautelare per Marino Scancella, 65 anni, di Bussi sul Tirino quale architetto formalmente incaricato della progettazione dell’aggregato n. 30 del Comune di Bussi.
Le indagini, coordinate dal procuratore capo facente funzioni della Procura della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, e dai sostituti procuratori Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni rese da un imprenditore umbro aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione degli aggregati edilizi del Comune di Bussi sul Tirino per un valore pari ad otto milioni di euro, a seguito una di richiesta, da parte del direttore dei lavori, di una tangente del 12% del valore degli appalti (corrispondente a 960 mila euro), al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti.
Le indagini del Corpo Forestale dello Stato con intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso le sedi umbre delle società di costruzione e acquisizioni documentali negli uffici tecnici della ricostruzione del cratere aquilano, oltre agli interrogatori di altri testimoni, hanno svelato quello che per gli inquirenti è un piano - così definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni - per gestire in modo unitario e sistematizzato l’attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 a Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, e Bugnara (L'Aquila).
Il sistema si basava sulla preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali,e per imporre «condizioni contrattuali capestro» tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione.
Il buon esito dell’istruttoria per la richiesta del contributo pubblico sulla ricostruzione veniva garantito dal responsabile dell’ufficio Tecnico numero 5 del cratere aquilano, il quale secondo l’accussa in cambio otteneva la promessa del versamento di importi pari al 5% del valore complessivo degli appalti, che superava i 29 milioni di euro solo considerando quelli già gestiti dal gruppo degli indagati. Al funzionario inoltre venivano promessi benefit come lavori edili gratuiti in un’abitazione di proprietà, la disponibilità di un auto e l’assunzione di un familiare in una delle ditte affidatarie dei lavori.
Le dichiarazioni di un altro imprenditore umbro, che ha già presentato richiesta di patteggiamento della pena, hanno convalidato l’impianto accusatorio facendo emergere che lo stesso capo dell’ufficio tecnico si era fatto distaccare presso l'ufficio tecnico del comune di Bugnara, secondo la Forestale per tentare di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo della scuola elementare e materna « V. Clemente». Per questo il suo guadagno sarebbe stato di 10.000 euro in contante con la promessa di ulteriori 130.000. La somma sarebbe stata divisa con il repsonsabile unico di progetto della gara d’appalto, anche lui ora sottoposto agli arresti domiciliari.
Gli investigatori del Corpo Forestale dello Stato hanno sequestrato negli uffici dell’Autorità per la ricostruzione dell’Aquila tutto il carteggio relativo ad altri Comuni del cratere, per verificare se il sistema corruttivo si sia esteso altrove. Perquisizioni sono state eseguite in uffici e abitazioni degli arrestati sia in Umbria sia in Abruzzo per l’acquisizione di altro materiale probatorio. In campo settanta uomini del Corpo forestale dello Stato dei Comandi Provinciali di Pescara e Perugia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pescara.
C'è anche la casa natale dello scrittore Ignazio Silone a Pescina (L'Aquila) tra gli edifici finiti nel mirino degli inquirenti nell'inchiesta del Corpo Forestale dello Stato che ha portato ai sette arresti tra Umbria e Abruzzo. Casa Silone entra nell' indagine in relazione a due indagati, l'ottantenne Piccotti e il 55enne Riccardini, entrambi originari di Gubbio. I due secondo quanto si legge nell'ordinanza del Gip Sarandrea erano al centro, con altri, di un sistema consortile che distribuiva le opere di ricostruzione e «la progettazione direzione e realizzazione delle opere ammesse a finanziamento pubblico a cui partecipavano le ditte poi divenuta appaltatrici che per il solo fatto dell'adesione venivano indotte a pagare l'importo pari al 17% 20% del valore delle commesse somma che in parte andava destinata al pagamento corruttivo di altri». Nel caso della casa di Silone, importo 700 mila euro, l'accusa è quella di aver agito «in concorso tra loro» per porre «in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere legali rappresentanti di altre società a cedere il proprio credito verso i committenti», come si legge nell'ordinanza. Nel mirino era finita anche la scuola elementare V. Clemente di Bugnara (L'Aquila), importo circa 1,7 mln di euro, e chiama in causa due funzionari pubblici, Antonio D'Angelo del Comune di Bugnara nonchè rup e ufficio tecnico del comune di Bussi, e Angelo Melchiorre, in questo caso membro della commissione di gara, ma a sua volta responsabile dell'ufficio tecnico a Bussi. Un imprenditore ha confessato di aver pagato una tangente di 10 mila euro «al fine di ricevere copia del bando di gara prima della pubblicazione ufficiale nonché il progetto preliminare dei lavori al fine di elaborare preventivamente le proposte migliorative e aggiudicarsi la gara per la ristrutturazione della scuola». L'imprenditore non verrà avvertito del bando e perderà la possibilità di parteciparvi.