PESCARA / L'EPIDEMIA
Timore di focolaio a Rancitelli. Il sindaco: vertice in prefettura
Lettera-denuncia dei residenti: c’è chi ha partecipato ai funerali di Campobasso, qui feste continue. Masci assicura: «Prenderemo provvedimenti sanitari e di ordine pubblico». Quattro i casi accertati
PESCARA. Il timore che a Rancitelli possa ripetersi quanto avvenuto a Vasto, con lo sviluppo di un focolaio di coronavirus legato al tristemente noto funerale di Campobasso. A lanciare l’allarme sono don Massimiliano De Luca, parroco della chiesa degli Angeli Custodi, e Francesca Di Credico, presidente del comitato di quartiere “Per una nuova Rancitelli”. Entrambi hanno sottoscritto una lettera aperta, nella quale denunciano che «anche da Pescara alcune persone hanno partecipato al funerale e sono attualmente positive ma purtroppo questa notizia viene taciuta». Una circostanza che ha portato il sindaco Carlo Masci a sollecitare una convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si riunirà d’urgenza martedì in prefettura.
LA DENUNCIA «Nelle scorse settimane”, ricordano don De Luca e la Di Credico, «a Rancitelli ci sono stati matrimoni, funerali, battesimi, compleanni davanti ai nostri occhi e a quelli di chi rappresenta lo Stato, che si è mostrato debole, impotente e incapace di rispondere in modo serio». Fatti che sono stati denunciati «in maniera circostanziata: dallo spaccio e occupazioni abusive alle violazioni delle norme anticontagio, in spregio della legge ma soprattutto di chi è rimasto coscienziosamente in casa. Ci siamo stancati di inviare segnalazioni, foto, video, audio di quello che qui accade quotidianamente e di dover implorare interventi repressivi a tutela della salute di tutti noi».
LA DELUSIONE Le denunce dei giorni scorsi, l’ultima delle quali con una lettera del comitato a sindaco, prefetto, questore e forze dell’ordine, non sembrano aver sortito effetti, ma allo stesso tempo hanno portato a vari episodi di intimidazione. «Oggi ci sentiamo tutelati meno di ieri noi che veniamo definiti la “gente onesta di Rancitelli”», accusano il parroco e la giovane avvocatessa che presiede il comitato, «la rabbia e la delusione sono sentimento comune, e chi iniziava a rialzare la testa sta tornando a osservare inerme il trionfo dell’illegalità. Oggi chiediamo scusa a queste persone perché abbiamo creduto nella cultura della legalità e nella possibilità di riqualificare una zona che per molti è il tappeto sotto il quale nascondere la polvere di Pescara».
L’APPELLO «La tutela del cittadino si decide con i fatti, non con le parole», incalza la lettera aperta, «e i fatti sono la risposta che chiediamo per l’ennesima volta alle istituzioni e alle autorità: state dalla parte della “gente onesta di Rancitelli” che resta a casa quando deve, denuncia e viene intimorita? Dall’altra lato c’è chi spaccia, occupa, viola le norme anticontagio, intimidisce. O si sta dalla parte dell’uno o dell’altro: e la risposta va data con i fatti».
IL TIMORE DI MASCI «Non può essere escluso a priori che tale quadro possa riproporsi a Rancitelli», dice Masci, riferito ai fatti di Vasto, dopo la ricezione della lettera-denuncia, «non sappiamo se i partecipanti alle feste riportate nell’esposto siano stati o meno ai funerali di Campobasso, ma sappiamo che la promiscuità dei ritrovi segnalati e gli assembramenti costituiscono un pericolo che non va sottovalutato».
LA CONTROMOSSA DEL SINDACO «Alla riunione del Comitato provinciale chiedo di determinare linee, tempi e modalità di intervento», afferma Masci, «sia per l’ordine pubblico sia per provvedimenti sanitari immediati verso chi ha eventualmente partecipato alle esequie di Campobasso, e di tutti coloro entrati in contatto con essi, predisponendo misure di isolamento in caso di positività. Lo dobbiamo», chiosa il sindaco, «a tutta la cittadinanza e in particolare ai residenti nel quartiere che chiedono alle istituzioni di agire in via preventiva e in via repressiva, a tutela dell’onestà e delle regole del vivere civile».
I DATI ASL Stando a quanto accertato dalla Asl finora, sono quattro i casi di positività al coronavirus attivi tra residenti della zona, tutti riferiti a test completati la scorsa settimana, e tutti vengono monitorati dall’Azienda sanitaria.
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