Tornano i lupi nella riserva naturale del lago di Penne
Sono stati fimati di notte con una speciale tecnica mentre attaccavano un branco di cinghiali
PENNE. Il lupo appenninico torna a frequentare l’oasi Wwf del Lago di Penne. A rivelarlo sono le immagini di un video girato con una speciale tecnica in grado di riprendere gli animali anche durante le ore notturne quando questi ultimi si muovono più liberamente nel territorio della riserva naturalistica.
Il filmato, diffuso dal Wwf, immortala l’eterna tra preda e predatore: un lupo contro un gruppo di cinghiali. Il video realizzato con il sistema non invasivo del video-trappolaggio all’interno dell’area protetta del Lago di Penne, caratterizzata da un paesaggio di campi intervallati da boschi, mostra lo scontro tra lupi e cinghiali, una delle prede più ambite, dopo il capriolo, da questo predatore. «Il video che mostra l'interazione tra lupo e cinghiale»,spiega Fernando Di Fabrizio, direttore della riserva naturale, «è solo uno dei tanti che hanno come protagonista questo splendido animale che stiamo registrando in questi mesi nella riserva. Una delle cucciolate di cinghiali presenti nel perimetro della zona protetta si è ridotta progressivamente di numero probabilmente a causa della presenza di questo piccolo branco di lupi. Il sistema di video-trappolaggio, utilizzato ormai in tante aree protette italiane, si sta rivelando molto utile per seguire una specie altrimenti poco osservabile. La nostra area faunistica è visitata ogni anno da decine di migliaia di persone, tra cui naturalisti e appassionati fotografi e, per questo, la notizia del ritorno del lupo costituirà un motivo in più per visitare l’Oasi». Secondo gli esperti la ricomparsa del lupo in molte zone del territorio abruzzese è un ulteriore segnale dell'espansione della specie in Italia grazie alle azioni di tutela portate avanti soprattutto dal Wwf e non sta interessando solo le aree montane, con l'ingresso della specie nelle arco alpino, ma, nelle aree di presenza storica come l'Abruzzo, anche le aree pedemontane e collinari. Qui la ricolonizzazione è favorita dal fenomeno dell'abbandono dei campi con l'aumento della copertura boschiva e dall'espansione delle popolazioni delle prede, come cinghiale e capriolo. La notizia non deve però intimorire gli allevatori, poiché la buona disponibilità di prede selvatiche come il cinghiale e l’utilizzo di una politica di gestione del bestiame al pascolo, che preveda anche sistemi di protezione, diminuirà l’aggressione al bestiame domestico.
Claudia Ficcaglia
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