ANCONA
Tradito dai Social l'assassino dell'avvocato abruzzese Colacioppo
Il moldavo Iurie Cegolea era latitante da 17 anni e deve finire di scontare la condanna a 30 anni per l'omicidio. Il legale di Lanciano era noto per l'impegno per i diritti civili e la vicinanza alla lista Pannella. Fu ucciso nel 1999 con 17 coltellate ad Ascoli, in carcere vi sono già la moglie e l'amante, tutti moldavi
ANCONA. Dopo venti anni si chiude il cerchio attorno all'omicidio dell'avvocato abruzzese Antonio Colacioppo, di Lanciano, noto per l'impegno per i diritti civili e la vicinanza alla lista Pannella. Colacioppo fu assassinato con 17 coltellate nel suo studio ad Ascoli Piceno la sera del primo febbraio 1999. Dopo vent'anni, anche Iurie Cegolea, moldavo, oggi 48enne, latitante da 17 anni, è finito in carcere per finire di scontare la condanna a 30 anni per l'omicidio.
«La giustizia prima o poi arriva e, indipendentemente dal tempo, le pene si scontano» hanno detto il questore di Ancona e il pg Sergio Sottani, ricostruendo la meticolosa operazione della polizia (Squadra Mobile di Ancona e Ascoli Piceno e lo Servizio centrale Operativo, Sco), supportata dai colleghi moldavi, che ha permesso di individuare il fuggiasco in Moldavia, poi a "pedinarlo" tramite indagini digitali. Foto e messaggi postati da persone a lui vicine su Facebook, Instagram e Skype hanno collocato Cegolea, inserito nella lista dei 100 latitanti pericolosi, a Chisinau, dove si era ricostruito una vita.
«Tra le foto - ha spiegato il capo della Squadra mobile di Ancona Carlo Pinto - quella di una pavimentazione che poi abbiamo riconosciuto come quella della piazza principale di Chisinau». A gennaio, sentendosi accerchiato ha cercato di lasciare il Paese, ma lo hanno bloccato alla frontiera con l'Ucraina. Dopo la cattura, ci sono voluti mesi per l'estradizione in Italia, avvenuta ieri. In Italia stanno già scontando la stessa condanna i suoi complici Angela Biriukova, moglie dell'avvocato ucciso, e Valery Luchin, con cui la donna aveva una relazione. All'epoca avevano tutti meno di 30 anni.
Ad incastrare i due uomini furono le tracce di Dna su alcuni mozziconi di sigaretta trovati nei pressi dello studio di Colacioppo. Furono arrestati tutti e tre pochi giorni dopo il delitto, in quello che sembrava un giallo in piena regola con tanto di dark lady. Rinviati a giudizio per concorso in omicidio volontario premeditato, furono assolti dalla Corte d'Assise di Macerata per insufficienza di prove nel 2001. Verdetto poi ribaltato in Appello nel 2003 con la condanna a 30 anni, confermata dalla Cassazione nel 2004. Ma nel frattempo, dopo l'assoluzione, i due uomini furono espulsi e sparirono nel nulla. La vedova Colacioppo si dileguò poco prima che la Cassazione confermasse le condanne. Angela e Valery sono stati rintracciati e arrestati nel 2006 a Cherkasy in Ucraina. Oggi lei è in carcere a Perugia, lui all'isola d'Elba.
«Un lavoro di squadra grazie alle eccellenze messe in capo dalla polizia con due squadre mobili, Ancona e Ascoli, lo Sco e il coordinamento della Procura generale» ha detto oggi il questore Cracovia. Il team di Ancona, tra l'altro, è lo stesso che nel maggio 2016 arrestò in Portogallo un altro pericoloso latitante: Filippo de Cristofaro, il "killer del catamarano", che poi però riuscì a far perdere le proprie tracce per responsabilità delle autorità portoghesi. Cegolea è atterrato ieri sotto scorta con un volo all'aeroporto di Fiumicino ed è stato rinchiuso nel carcere di Rebibbia, in attesa che venga individuata la casa circondariale dove sconterà la pena residua a 24 anni e 11 mesi di reclusione.