Tradito dalla bici rosa della figlia: arrestato bandito delle farmacie
Di Rosa accusato di avere messo a segno 4 colpi in 11 giorni Preso anche il complice, denunciata una terza persona
PESCARA. Con la bicicletta bianca e rosa della figlia ha raggiunto la farmacia vicino a casa, ha messo a segno una rapina e poi si è allontanato. Sotto l’occhio elettronico delle telecamere. Impossibile non riconoscere quella bici, che il personale della squadra Mobile ha trovato a casa dell’uomo durante una perquisizione. Ed è uno degli elementi usati per incastrare Alessandro Di Rosa, 37 anni, finito agli arresti domiciliari insieme a Vincenzo Camplone, 52 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine. Devono rispondere delle rapine in farmacia avvenute a distanza di pochi giorni nel mese di agosto. Per questi colpi la risposta della polizia, e della Mobile in particolare, è stata «celere e significativa», come fa notare il dirigente Dante Cosentino.
In meno di due settimane Di Rosa entra in azione più volte e non lo fa da solo, dicono gli investigatori. In tre casi riesce a portare a termine la sua impresa, rapinando le farmacie prese di mira, mentre in un’altra occasione è costretto ad allontanarsi rapidamente perché la vittima reagisce. La serie di assalti comincia il 9 agosto. Di Rosa entra con il volto coperto e una lima per il legno tra le mani nella farmacia Di Giamberardino di via del Santuario, si fa consegnare i soldi in cassa, per un totale di 560 euro, e poi si allontana. Fuori lo aspetta un complice e i due fanno perdere le tracce prima dell’arrivo della polizia. Il giorno di ferragosto Di Rosa cerca di bissare il colpo. Verso le 21.15 si presenta nella farmacia Zenobii di piazza San Francesco chiedendo di avere i soldi. Ma il titolare afferra una mazza da baseball che tiene nascosta sotto al bancone e lo costringe a fuggire. Anche in quel caso il rapinatore ha il volto coperto (con il cappuccio di un giubbotto) e un coltello tra le mani. E, come in altre occasioni, Di Rosa non è solo: in strada, per la polizia, lo aspetta Camplone. I due si allontanano nel giro di poco. Dopo tre giorni, il 18 agosto, è la volta della farmacia Tiburtina. Sotto la minaccia di un coltello Di Rosa chiede di avere cento euro. Ottenuti i soldi, esce, sale su una bicicletta bianca e rosa e lascia la zona. Il 20 agosto torna nella stessa farmacia seguendo un copione identico. Puntando il coltello si fa consegnare cento euro e va via. All’arrivo della polizia è già lontano. È sempre lì, nella farmacia Tiburtina, che De Rosa entra anche il giorno successivo. Stavolta ha il volto scoperto, si presenta come cliente e acquista farmaci e siringhe da insulina. Non passa inosservato a uno dei dipendenti che lo riconosce e avverte la polizia. Squadra mobile e squadra Volante – che hanno a disposizione le immagini riprese dalle telecamere - arrivano a Di Rosa, la cui abitazione è a poca distanza dalla Tiburtina. Lo perquisiscono e trovano pantaloni, giubbini e scarpe usati per le rapine, oltre a un coltello a serramanico e due collant da donna tagliate, utilizzate per coprire il volto. C’è anche la bici bianca e rosa ripresa dalle telecamere della farmacia Tiburtina, che Di Rosa ha chiesto in prestito alla figlia per circolare dopo il sequestro amministrativo del motorino, usato per altri due colpi. Tutto ciò che è riconducibile ai quattro episodi su cui si sta indagando viene sottoposto a sequestro dagli uomini della sezione Antirapina, coordinati dal sostituto commissario Mauro Sablone. E Di Rosa, messo di fronte alle proprie responsabilità, ammette tutto ma fa anche notare di aver chiesto solo i soldi di cui aveva bisogno. Poi tira in ballo Camplone, con il quale dice di aver agito la sera di ferragosto. Il cerchio si chiude definitivamente quando i due vengono riconosciuti in foto dal titolare della farmacia Zenobii.
Per entrambi scatta l’arresto, chiesto dal pm Silvia Santoro e disposto dal gip Elio Bongrazio, mentre è indagato in stato di libertà il complice che ha agito con Di Rosa alla farmacia Di Giamberardino. Sul suo conto l’attività della polizia prosegue.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In meno di due settimane Di Rosa entra in azione più volte e non lo fa da solo, dicono gli investigatori. In tre casi riesce a portare a termine la sua impresa, rapinando le farmacie prese di mira, mentre in un’altra occasione è costretto ad allontanarsi rapidamente perché la vittima reagisce. La serie di assalti comincia il 9 agosto. Di Rosa entra con il volto coperto e una lima per il legno tra le mani nella farmacia Di Giamberardino di via del Santuario, si fa consegnare i soldi in cassa, per un totale di 560 euro, e poi si allontana. Fuori lo aspetta un complice e i due fanno perdere le tracce prima dell’arrivo della polizia. Il giorno di ferragosto Di Rosa cerca di bissare il colpo. Verso le 21.15 si presenta nella farmacia Zenobii di piazza San Francesco chiedendo di avere i soldi. Ma il titolare afferra una mazza da baseball che tiene nascosta sotto al bancone e lo costringe a fuggire. Anche in quel caso il rapinatore ha il volto coperto (con il cappuccio di un giubbotto) e un coltello tra le mani. E, come in altre occasioni, Di Rosa non è solo: in strada, per la polizia, lo aspetta Camplone. I due si allontanano nel giro di poco. Dopo tre giorni, il 18 agosto, è la volta della farmacia Tiburtina. Sotto la minaccia di un coltello Di Rosa chiede di avere cento euro. Ottenuti i soldi, esce, sale su una bicicletta bianca e rosa e lascia la zona. Il 20 agosto torna nella stessa farmacia seguendo un copione identico. Puntando il coltello si fa consegnare cento euro e va via. All’arrivo della polizia è già lontano. È sempre lì, nella farmacia Tiburtina, che De Rosa entra anche il giorno successivo. Stavolta ha il volto scoperto, si presenta come cliente e acquista farmaci e siringhe da insulina. Non passa inosservato a uno dei dipendenti che lo riconosce e avverte la polizia. Squadra mobile e squadra Volante – che hanno a disposizione le immagini riprese dalle telecamere - arrivano a Di Rosa, la cui abitazione è a poca distanza dalla Tiburtina. Lo perquisiscono e trovano pantaloni, giubbini e scarpe usati per le rapine, oltre a un coltello a serramanico e due collant da donna tagliate, utilizzate per coprire il volto. C’è anche la bici bianca e rosa ripresa dalle telecamere della farmacia Tiburtina, che Di Rosa ha chiesto in prestito alla figlia per circolare dopo il sequestro amministrativo del motorino, usato per altri due colpi. Tutto ciò che è riconducibile ai quattro episodi su cui si sta indagando viene sottoposto a sequestro dagli uomini della sezione Antirapina, coordinati dal sostituto commissario Mauro Sablone. E Di Rosa, messo di fronte alle proprie responsabilità, ammette tutto ma fa anche notare di aver chiesto solo i soldi di cui aveva bisogno. Poi tira in ballo Camplone, con il quale dice di aver agito la sera di ferragosto. Il cerchio si chiude definitivamente quando i due vengono riconosciuti in foto dal titolare della farmacia Zenobii.
Per entrambi scatta l’arresto, chiesto dal pm Silvia Santoro e disposto dal gip Elio Bongrazio, mentre è indagato in stato di libertà il complice che ha agito con Di Rosa alla farmacia Di Giamberardino. Sul suo conto l’attività della polizia prosegue.
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