Tre 14enni picchiati all’uscita del locale
PESCARA. Tre ragazzini di 14 anni davanti al McDonald’s dei Colli. Sono da poco passate le 21, è venerdì, e dentro il locale è ancora in corso la festa di compleanno di un loro coetaneo, con gli...
PESCARA. Tre ragazzini di 14 anni davanti al McDonald’s dei Colli. Sono da poco passate le 21, è venerdì, e dentro il locale è ancora in corso la festa di compleanno di un loro coetaneo, con gli adulti a vigilare. I tre amici escono perché, con la palla in mano, stanno aspettando i rispettivi genitori che li vadano a riprendere. L’appuntamento è per le 21,30. Ma nel giro di un quarto d’ora succede l’incredibile: i tre ragazzini vengono aggrediti e picchiati selvaggiamente da un gruppetto di diciassettenni che staziona fuori dal locale. Il pretesto è la palla. Il risultato è che i tre finiscono tutti in ospedale: uno sanguina dal labbro e dal naso per i pugni presi in pieno volto, un altro ha ricevuto un cazzotto alla bocca dello stomaco e lamenta forti dolori e un terzo, quello meno peggio, ha uno zigomo gonfio.
Sul posto arrivano ambulanza, carabinieri e polizia e i contorni di quella che inizialmente, da una sommaria ricostruzione, viene descritta come una rissa, diventano di un’aggressione vera e propria ai danni di quei tre ragazzini.
A raccontare in sintesi la cronaca della serata di follia è il papà di uno dei tre, un noto avvocato pescarese che dopo la nottata passata in ospedale con il figlio, insieme alla moglie e ai genitori degli altri due 14enni, attacca: «È inammissibile che a Pescara succedano cose del genere, ormai si vive nel Far West. Ma stavolta gli è capitata la persona sbagliata. Stavolta», promette, «per quanto mi riguarda andrò fino in fondo. E per una questione di principio. Mio figlio fortunatamente alla fine se l’è cavata con punti interni al labbro, il setto nasale non è rotto, e anche l’amico per il quale si temevano ripercussioni cardiache per quel pugno nello stomaco, dopo la notte in osservazione al pronto soccorso non risulta in pericolo. Ma il punto su cui non si può arretrare è che non possono succedere cose del genere. Mio figlio è un ragazzo educato, abituato all’inclusione. L’altra sera era andato a un compleanno al Mc Donald’s dei Colli. Quel gruppetto, che a quanto mi dicono è solito gravitare lì davanti e attaccare briga con pretesti banali, stava cercando di infastidirli già da un po’ e per questo, quando sono usciti, si è avvicinato chiedendo la palla all’amico di mio figlio. Lui gli ha risposto che era tardi, che stavano andando via, e ha ricevuto subito un pugno a freddo. Allora mio figlio è intervenuto, “datevi una calmata, fermatevi” ha detto, e ha preso due pugni in faccia. Stessa cosa al terzo amico. Ma dove siamo? Non è scritto da nessuna parte che ragazzi educati, abituati al rispetto, debbano avere paura di uscire. Ma purtroppo così è diventata Pescara. Ed è inaccettabile. Per questo, ripeto, voglio andare fino in fondo, sono stufo di vivere in una città che è un Far west. Aspetto di leggere le carte e poi vedrò come procedere».
Da una prima ricostruzione, sembrerebbe che il locale dei Colli non abbia telecamere esterne. Però, questo sì, all’aggressione di venerdì sera hanno assistito numerosi ragazzi. «Sono arrivato per riprendere mio figlio dalla festa e l’ho trovato sanguinante dentro un’ambulanza, una cosa assurda», ripete l’avvocato. Il gruppetto dei presunti aggressori sarebbe composto da almeno tre 17enni e con loro, l’altra sera, c’era anche una ragazza. Da quanto sta emergendo, non sarebbe la prima volta che capitano episodi del genere lì davanti.
Sul posto arrivano ambulanza, carabinieri e polizia e i contorni di quella che inizialmente, da una sommaria ricostruzione, viene descritta come una rissa, diventano di un’aggressione vera e propria ai danni di quei tre ragazzini.
A raccontare in sintesi la cronaca della serata di follia è il papà di uno dei tre, un noto avvocato pescarese che dopo la nottata passata in ospedale con il figlio, insieme alla moglie e ai genitori degli altri due 14enni, attacca: «È inammissibile che a Pescara succedano cose del genere, ormai si vive nel Far West. Ma stavolta gli è capitata la persona sbagliata. Stavolta», promette, «per quanto mi riguarda andrò fino in fondo. E per una questione di principio. Mio figlio fortunatamente alla fine se l’è cavata con punti interni al labbro, il setto nasale non è rotto, e anche l’amico per il quale si temevano ripercussioni cardiache per quel pugno nello stomaco, dopo la notte in osservazione al pronto soccorso non risulta in pericolo. Ma il punto su cui non si può arretrare è che non possono succedere cose del genere. Mio figlio è un ragazzo educato, abituato all’inclusione. L’altra sera era andato a un compleanno al Mc Donald’s dei Colli. Quel gruppetto, che a quanto mi dicono è solito gravitare lì davanti e attaccare briga con pretesti banali, stava cercando di infastidirli già da un po’ e per questo, quando sono usciti, si è avvicinato chiedendo la palla all’amico di mio figlio. Lui gli ha risposto che era tardi, che stavano andando via, e ha ricevuto subito un pugno a freddo. Allora mio figlio è intervenuto, “datevi una calmata, fermatevi” ha detto, e ha preso due pugni in faccia. Stessa cosa al terzo amico. Ma dove siamo? Non è scritto da nessuna parte che ragazzi educati, abituati al rispetto, debbano avere paura di uscire. Ma purtroppo così è diventata Pescara. Ed è inaccettabile. Per questo, ripeto, voglio andare fino in fondo, sono stufo di vivere in una città che è un Far west. Aspetto di leggere le carte e poi vedrò come procedere».
Da una prima ricostruzione, sembrerebbe che il locale dei Colli non abbia telecamere esterne. Però, questo sì, all’aggressione di venerdì sera hanno assistito numerosi ragazzi. «Sono arrivato per riprendere mio figlio dalla festa e l’ho trovato sanguinante dentro un’ambulanza, una cosa assurda», ripete l’avvocato. Il gruppetto dei presunti aggressori sarebbe composto da almeno tre 17enni e con loro, l’altra sera, c’era anche una ragazza. Da quanto sta emergendo, non sarebbe la prima volta che capitano episodi del genere lì davanti.