«Tre Gemme, inchiesta sull’ex consorzio»

L’opposizione: verifica sul presunto conflitto d’interessi del consigliere Mambella. Antonelli: inopportuno il suo voto in aula

PESCARA. Tra liti, contrasti e sospetti di conflitti d’interessi, il progetto della società Tre gemme per la riqualificazione dell’ex consorzio agrario di via del Circuito si sta avviando piano piano su un binario morto. Ieri, l’ennesimo tentativo di trovare un accordo tra maggioranza e opposizione è fallito di nuovo. E ora si va estendendo a macchia d’olio anche il sospetto di un conflitto d’interessi del consigliere di Pescara futura, nonché presidente della commissione Gestione del territorio, Marco Mambella. Al punto che l’opposizione ha richiesto un’immediata verifica della posizione di quest’ultimo al segretario generale del Comune Antonello Langiu e al presidente del consiglio comunale Roberto De Camillis.

Persino l’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli si è detto molto perplesso sulla partecipazione al voto in consiglio comunale di Mambella sul progetto dell’ex consorzio, in quanto il consigliere di maggioranza, nel 2011, ha curato una pratica professionale, in qualità di architetto, riguardante un fabbricato di via Leopardi per conto della società Renes adriatica, diventata poi azionista di Tre gemme. Il 14 giugno scorso, Mambella si sarebbe presentato agli uffici del Comune, sempre per conto di Renes, per presentare un’integrazione in sanatoria del progetto di via Leopardi. Quanto basta per far accrescere il sospetto di conflitto di interessi.

«Sarebbe stato opportuno che si fosse astenuto dal voto sul progetto di Tre gemme», ha detto Antonelli, «questa è una situazione delicata che coinvolge un professionista. Penso che sia necessaria una verifica da parte del segretario generale, indicato dal Comune di Pescara come responsabile delle attività anti-corruzione». Ben più pesanti i sospetti dell’opposizione che parla addirittura di delibera inficiata da un presunto conflitto d’interessi per il fatto che Mambella ha partecipato al voto di tre pregiudiziali del centrosinistra, finite in parità, che hanno consentito all’apposita delibera sull’ex consorzio di poter andare avanti. «Il voto di Mambella è stato di una gravità enorme», ha affermato il consigliere indipendente Fausto Di Nisio, «un’operazione che non avrebbe dovuto e potuto fare. La partecipazione del presidente della commissione rappresenta un vulnus». «È stato inficiato l’esito del voto in consiglio comunale», ha aggiunto il consigliere di Fli Giuseppe Bruno, «a questo punto è necessaria un’indagine sulla posizione di Mambella. Per quanto riguarda l’ex consorzio, sarebbe opportuno agire con un programma complesso che coinvolga tutto il lungofiume fino all’area di via del Circuito».

Il vice capogruppo del Pd Enzo Del Vecchio ha definito «pericoloso» il presunto conflitto d’interessi di Mambella. «Sulla delicatezza della vicenda», ha rivelato, «ho personalmente fatto presente che sia il segretario generale che il presidente del consiglio dovranno rendere all’aula chiarimenti esaustivi e garantire che l’atto in esame sia immune da profili di illegittimità». «Nel merito del confronto le posizioni sono rimaste lontanissime tra coloro che nella maggioranza legano la ripresa del settore edilizio ad un bonus sui cambi di destinazione d’uso senza il corrispettivo della plusvalenza e l’opposizione che propende al rilancio delle opere pubbliche anche attraverso gli oneri delle plusvalenze», ha concluso.

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