Trecento firme contro l’inceneritore di Piano D’Orta

I cittadini dicono no all’impianto che brucia i rifiuti L’autorizzazione è stata rilasciata a marzo dalla Regione

BOLOGNANO. Bolognano dice no alla costruzione in pieno centro di un pirogassificatore, ossia un inceneritore di nuova generazione che produce energia dai rifiuti. La sua autorizzazione, chiesta dalla società Tirino impianti srl, proprietaria di un sito con destinazione di insediamento industriale nella frazione di Piano d'Orta, è stata rilasciata dalla Regione nel marzo 2013 e supportata da un parere positivo dell'Arta. Ma i cittadini sono venuti a sapere della decisione a cose fatte.

Già il 16 aprile scorso l'amministrazione ha convocato un consiglio comunale aperto per ascoltare la voce della comunità di Piano D'Orta. Il sindaco Silvina Sarra ha interessato anche un legale per produrre un ricorso al Tar contro la decisione regionale e ha chiesto una consulenza tecnica ad un esperto ambientale sulle possibili conseguenze delle emissioni o altri distrurbi di qualsiasi tipo che l'impianto potrebbe arrecare. Un fronte di lotta, invece, è stato aperto dai cittadini di Piano d'Orta che hanno prodotto una petizione di opposizione alla realizzazione del gassificatore che finora ha raccolto circa 300 sottoscrizioni.

Come riferiscono i residenti, nei giorni scorsi ci sono stati una serie di incontri pubblici, ai quali sono stati invitati anche i responsabili della Tirino impianti, che però non hanno accettato.

L'impianto contestato dovrebbe sorgere nel pieno centro abitato di Piano d'Orta, a pochissima distanza dall'unico plesso scolastico del paese che raggruppa le classi di materna, elementare e media. «In realtà», precisa Silvina Sarra, «si tratterebbe di un impianto di piccole dimensioni e di carattere sperimentale che dovrebbe rimanere in funzione per due anni. I risultati della sperimentazione potrebbero aprire le porte ad un nuovo tipo di impianto, magari da realizzare anche in altro sito». Ma sperimentale che voglia essere, fanno notare i firmatari della petizione, «l’impianto brucerà diverse tipologie di rifiuti: quelli della silvicoltura, scarti di corteccia e sughero, segatura e trucioli, residui di taglio e pannelli di truciolare, scarti di corteccia e legno, imballaggi in carta, cartone e legno, carta e cartone stessi nonché combustibile da rifiuti. Insomma un vero e proprio inceneritore, che brucerà scarti di lavorazione provenienti da rifiuti, sui quali la normativa non è ancora chiara e definita». «Piano d'Orta», proseguono, «insieme con Bussi, ospita la discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa, dove per anni si sono nascosti, interrandoli, i veleni prodotti da un’azienda chimica. La nostra opposione è dunque indiscutibile».

Walter Teti

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