Tremila morti nelle liste dei medici

Cancellazione a singhiozzo da due anni, la Asl richiede i soldi

PESCARA. Tremila fantasmi nelle liste dei pazienti dei medici di famiglia: sono i morti che, dal 2009 a oggi, nessuno ha cancellato e che continuano a far muovere i soldi nella Asl di Pescara. In due anni, i medici di base hanno incassato circa 200 mila euro in più. Soldi che la Asl vuole indietro: al secondo piano del palazzo che ospita la sede della Medicina convenzionata, tra muri che cadono a pezzi e segnati dall'umidità, sono partite la caccia ai defunti e le trattenute agli stipendi dei dottori.

UN DIPENDENTE. Ma perché la Asl si porta sulle spalle anche il peso dei morti e paga i medici generici per pazienti che non esistono più? Dal primo gennaio del 2010 c'è un dipendente soltanto che si occupa di cancellare i deceduti dagli elenchi dei medici di base: accade due volte a settimana, il martedì e il venerdì. L'ufficio di Rodolfo Antonucci, penultima porta a sinistra in fondo al corridoio, è ordinato ma sugli scaffali si accumulano le carte: è Antonucci l'unico con i compiti di cancellare i defunti e aggiornare gli elenchi dei pediatri e dei medici di famiglia con i neonati e i pazienti trasferiti. Un'impresa.

COOP CACCIATA. Ma cosa è accaduto il 31 dicembre del 2009? Dopo 25 anni di servizio, è scaduto il contratto alla cooperativa sociale Vestina di Penne, incaricata di gestire i servizi meccanografici e anche la cancellazione dei morti dalle liste dei pazienti dei medici di base. Per risparmiare, la Asl non ha rinnovato il contratto da 200 mila euro circa all'anno per nove dipendenti: «È successo da un giorno all'altro», racconta Silvio Blasioletti, presidente della coop Vestina, «quando siamo stati messi alla porta, la Asl ha promesso che avrebbe fatto una gara d'appalto per la gestione del servizio. Quindi, in attesa di partecipare, siamo rimasti in silenzio, però, la gara d'appalto non è stata fatta». I nove dipendenti della coop si sono ritrovati senza lavoro. E la Asl ha perso il braccio operativo addetto a pulire gli elenchi dei pazienti dei medici depennando i morti. «Forse», si domanda Blasioletti, «la dicitura coop ha dato fastidio a qualcuno, sarebbe stato meglio chiamarsi società».

MORTI. Senza la coop Vestina, i morti si sono accumulati fino a tremila. Una cifra allarmante perché ognuno dei 270 medici di famiglia tra Pescara, Montesilvano, Penne e Popoli, percepisce almeno tre euro al mese per assistito: il conto da recuperare si aggira, così, intorno a 200 mila euro. Un altro grande numero tanto che la Asl, con direttive impartite dal direttore generale Claudio D'Amario, è costretta a correre ai ripari: un altro dipendente, tra il 10 e il 20 settembre scorsi, è stato distaccato alla Medicina convenzionata per cancellare i defunti al ritmo di centinaia al giorno. «Entro fine mese», spiega Antonucci, «i morti saranno cancellati e sarà raggiunto il pareggio. Non ci sono emergenze in corso». Ma nelle stanze della Medicina convenzionata, complice il passaparola, cominciano a presentarsi i medici di famiglia per chiedere di togliere i morti: un dottore ha mostrato una lista di 17 deceduti. Ma il compito di cancellare i defunti spetta alla Asl che si attiva dopo la ricezione dei certificati di morte dai Comuni: una
trafila burocratica ancora lontana dall'era di Internet perché si va avanti con i fogli di carta.

FINANZA. Tra i dipendenti della Medicina convenzionata c'è un ricordo: i controlli della guardia di finanza risalenti al 2006. Un'attività sottotraccia finita con un'informativa alla Corte dei conti per il recupero di 18 mila euro anche se, fanno sapere dal comando del nucleo di polizia tributaria, non sono emerse né irregolarità né ipotesi di danni erariali. Però, i finanzieri hanno scoperto in Abruzzo 5.263 morti in carico al Servizio sanitario regionale: un numero che ha obbligato tutte le Asl, già cinque anni fa, a richiedere ai medici i soldi percepiti. Il controllo del 2006 ha escluso danni erariali anche a Pescara ed è accaduto durante l'incarico affidato alla coop Vestina, con il presidente Blasioletti e il vice Renato Redentore.

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