Treni in ritardo, stazione nel caos

Fino a 100 minuti di attesa, passeggeri esasperati anche dalle code: «Ufficio informazioni chiuso»

PESCARA. Cento minuti, qualche volta cinquanta, nei casi più fortunati solo quindici. Gente che sbuffava per il caldo e per la fretta, gente accasciata sulle panchine della stazione, in cerca di un po' di refrigerio. Fuori era caldissimo, e l'alta temperatura ha amplificato il disagio e fatto scappare, in alcuni casi, la pazienza. Fotografia di una stazione ferroviaria che, ieri pomeriggio, scoppiava di passeggeri in attesa del treno in ritardo.

Questo perchè più mezzi avevano accumulato minuti su minuti di ritardo, e sono fioccate le proteste. In tanti hanno avvisato il Centro per segnalare il disagio, ed anche per denunciare la carenza di personale addetto ad informare ed assistere i viaggiatori.  Alle quattro e mezza circa, il treno che sarebbe dovuto arrivare da Milano Centrale, portava tra i cento e i novantacinque minuti di ritardo: espressioni di sdegno, sguardi all'orologio e un programma di viaggio tutto da rifare.

C'è chi ha perso coincidenze, chi avrebbe fatto tardi ad un appuntamento. Anche il treno in partenza per Lecce, alla stessa ora, portava novantacinque minuti di ritardo. Quello per Bari, cinquanta. Parola di tabellone luminoso, quello posto all'ingresso della stazione ferroviaria, l'unica assistenza all'utenza.

«L'ufficio informazioni è chiuso», lamenta una donna sulla sessantina esasperata dalla situazione, «e in biglietteria ti danno poca retta perché ci sono un sacco di persone». Già, perché l'odissea del viaggiatore ieri è iniziata al tabellone luminoso e proseguita alle casse: allo stesso orario dei ritardi, gli sportelli aperti erano soltanto due su quattro, con conseguente fila di utenti in attesa di comperare il proprio ticket con bagagli al seguito, ed in alcuni casi con bambini sfiniti da caldo e dall'attesa.

« Su quattro casse disponibili perché ne sono aperte solo due?», commentava un passeggero in attesa di riprendere il treno per tornare a casa dopo alcuni giorni di vacanza, «e poi, il personale è carente, a parte la voce metallica degli avvisi audio, nessuno che ci spieghi cosa accade, e soprattutto quello che succede a chi ha coincidenze da prendere. A voler fare un reclamo, poi, dove vado? Proprio non lo so».

Nell'orario di punta lo scalo ferroviario pescarese sembrava molto più grande del solito. Un viavai di passeggeri a terra degno del traffico di una grande città.  In molti arrabbiati, mentre alcuni erano sereni nonostante il ritardo, in particolare chi era in partenza verso una destinazione di vacanza, dove trascorrere il week end. «Quando si fanno i conti con i mezzi pubblici purtroppo questi disagi possono capitare», ha commentato un giovane, «bisogna adattarsi e cercare di non perdere lo spirito positivo del viaggio».

Entusiasmo di una giornata caldissima, e di un venerdi pomeriggio che é stato l'avvio di uno dei primi  week end davvero estivi, firmato Caronte.

  Paola M.S. Toro

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