Troppe assenze il consiglio sull’Imu va ancora a vuoto

Si arena la discussione sulle nuove aliquote della tassa L’Idv: maggioranza nel caos. Il Pd: pronti all’ostruzionismo

PESCARA. Ci si è messo anche il consiglio regionale a mettere il bastone fra le ruote alla maggioranza del sindaco Luigi Albore Mascia. Il consiglio, convocato ieri pomeriggio per rimodulare le aliquote della tassa sulla casa, è stato sciolto dopo un’ora e mezza per mancanza del numero legale: niente di fatto e tutto rimandato a stamattina. Secondo il programma, la discussione sull’entità dell’imposta che ha sostituito la vecchia Ici dovrebbe partire alle 9. Ma ancora una volta l’incognita maggiore resta la puntualità dei politici del centrodestra.

Il consiglio, infatti, è iniziato con un’ora di ritardo poiché al primo appello erano presenti soltanto 12 consiglieri su un minimo di 14. Assenti i pezzi grossi del Pdl, con Lorenzo Sospiri e Carlo Masci impegnati all’Emiciclo, e il Pd fuori dall’aula a tentare di rimandare la seduta. Tutti gli altri, assenti evidentemente ingiustificati, si sono affrettati a raggiungere l’aula per il secondo appello che ha dato il via al dibattito. Ma alla prima mozione, presentata intorno alle 18,30, la discussione si è nuovamente interrotta perché non c’erano più i numeri. «È un fatto gravissimo», ha tuonato Adelchi Sulpizio, capogruppo dell’Idv, «su una delibera importante come l’Imu questa maggioranza ha dimostrato di non poter governare».

Intanto la frattura tra centrodestra e centrosinistra si va accentuando. Il Pd continua a mettere l’accento sul mancato rispetto degli accordi di luglio che prevedevano un abbassamento delle aliquote di mezzo punto per prima e seconda casa. La minaccia è il blocco del consiglio e lo slittamento dell’approvazione del regolamento comunale sull’Imu oltre il termine del 31 ottobre. «Andremo avanti con l’ostruzionismo a oltranza», rimarca il capogruppo Moreno Di Pietrantonio, «vogliamo capire da dove deriva questa discrepanza e se i conti che ci sono stati presentati tre mesi addietro erano correnti. Non ci fermeremo fino a quando la maggioranza non ci dimostrerà, carte alla mano, lo schema dei tagli da effettuare. Perché qui si parla di riduzioni del 20 o del 30 per cento su voci importanti come la cultura». A dargli man forte il collega di Fli Massimiliano Pignoli: «Abbiamo 150 emendamenti che non ritireremo fino a quando non verranno ripristinate le aliquote concordate».

Ylenia Gifuni

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