Troppi debiti, chiude la piscina provinciale

La Provincia rivuole entro mercoledì le chiavi della struttura dal gestore Rapposelli: l’associazione Orione non rispetta il contratto, ci deve 17 mila euro

PESCARA. «La piscina provinciale rischia di chiudere, la Provincia rivuole le chiavi della struttura entro il 21 novembre, che così, però, verrà quasi sicuramente chiusa». A lanciare l’allarme è Camillo Sborgia, consigliere provinciale dell’Idv e presidente della commissione Vigilanza, che spiega: «Il 14 novembre scorso la Provincia diffida l’associazione sportiva dilettantistica Orione a riconsegnare la struttura della piscina provinciale entro sette giorni. Una eventualità che avrebbe come conseguenza la chiusura della piscina, con tutti i disagi che ne conseguono per quanti ne usufruiscono, in particolare studenti e disabili». La mattina la struttura è usata gratuitamente dagli studenti dell’adiacente istituto Volta, mentre nel pomeriggio ospita un gruppo di duecento disabili e circa cento utenti. «È evidente a tutti», aggiunge Sborgia, «il valore sportivo e sociale che riveste per la città, dando un’alternativa, l’unica, alle strutture private soprattutto per le famiglie meno abbienti. Prima, dunque, di decidere di rescindere il contratto con l’attuale gestore, che significa di fatto chiudere la struttura che arriva a contare circa 8000 presenze annue, è bene istituire un tavolo tecnico con le parti, al fine di valutare tutte le possibilità e le strade che evitino la chiusura della struttura». Per questo motivo è stata decisa una commissione d’urgenza per lunedì mattina nella quale verranno ascoltati sia il presidente dell’associazione Orione (che gestisce la struttura) Matteo Iacono che il dirigente della Provincia. Non lascia molto spazio a interpretazioni Fabrizio Rapposelli, vicepresidente della Provincia: «L’As Orione Pescara è assolutamente inadempiente rispetto agli obblighi assunti con la Provincia nel momento in cui si è aggiudicata la gara impegnandosi a versare annualmente un canone di 8 mila euro circa (dal mese di aprile 2011) e a effettuare, inoltre, una serie di adempimenti previsti dal bando stesso, come la volturazione di tutte le utenze, solo per citare una voce. Per la Provincia il contratto è già risolto, di diritto, per cui abbiamo chiesto di riconsegnare l'immobile libero. Faremo però in modo che la struttura possa proseguire la sua attività». I responsabili della Orione, che gestisce da 11 anni la struttura e somma 14 lavoratori, non ci pensano proprio a riconsegnare le chiavi: «Venissero, ci barricheremo qui con i 200 ragazzi disabili, questa è un bene pubblico per disabili. Da tempo diciamo che la piscina va ristrutturata, hanno fatto gli spogliatoi ma non sono agibili. Noi ci siamo accollati spese per delle caldaie a parte e un boiler per l’acqua calda che dovrebbero esserci compensate, ma la Provincia non le vuole riconoscere. Noi vogliamo pagare l’affitto, ma dobbiamo essere messi nella condizione di farlo».

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