Troppi vincoli, il Prg cambia

Annuncio di Antonelli: obbligati dalle sentenze del Tar

PESCARA. Quando venne approvata dopo un lungo iter, nel giugno del 2007, il centrosinistra al governo parlò di «vittoria storica contro il cemento». Due anni dopo, a scenario politico rovesciato, la «variante delle invarianti», ormai parte integrante del Piano regolatore generale, sarà riscritta.

L’annuncio è di quelli rischiano di dare fuoco alle polveri: «Entro l’anno dovremo fare una variante al piano regolatore che dia adempimento alle numerose sentenze del Tar in cui il Comune è stato soccombente e che riguardano i vincoli di inedificabilità assoluta stabiliti con la “variante delle invarianti”» annuncia l’assessore all’Urbanistica Marcello Antonelli. Il piano voluto durante la passata legislatura da Rifondazione comunista, che aveva messo sotto tutela colline e aree verdi e agricole, riducendo la possibilità di costruire su un territorio già largamente sfruttato, dunque, dovrà essere rivisto.

Per l’amministrazione, è un atto dovuto, necessario per adeguare il piano regolatore generale alle
indicazioni contenute nelle «numerose» sentenze del Tar che ha accolto i ricorsi dei cittadini obbligati dal nuovo Prg a cestinare i progetti di lottizzazione di terreni piccoli e grandi. Ma Antonelli, anticipando le critiche, mette le mani avanti: «Attenzione, non abbiano intenzione di cementificare il territorio. Il Tar dice che quel vincolo, siccome è molto generalizzato, è illegittimo, quindi entro l’anno dovremo fare una variante per dare adempimento a quanto chiede il tribunale. Bisogna ripianificare, per evitare sperequazioni: su aree simili c’è un proprietario che ha fatto ricorso e un altro che non l’ha fatto, noi abbiamo l’obbligo di trattare tutti nello stesso modo. Si tratta di mettere in piedi un provvedimento che sia equo».

Nei giorni del disastro di Messina, frutto di un uso dissennato del territorio, però, la decisione dell’amministrazione rischia di sollevare preoccupazioni sulle conseguenze di un allentamento dei vincoli. Antonelli rassicura: «Certo dovremo essere rigorosi, ma con provvedimenti che non siano più aggredibili dai tribunali amministrativi. Dovremo fare studi approfonditi. La tutela del territorio è essenziale, così come lo è lo sviluppo: sono due temi che devono marciare parallelamente».

Erano stati necessari quasi tre anni per sbloccare la variante firmata dall’assessore Tommaso Di Biase, pubblicata sul Bura del 29 giugno 2007: il provvedimento, approvato con qualche compromesso che rispondeva alle richieste dei costruttori, metteva sotto tutela 552 ettari di colline e zone di pregio (il 16,26% del territorio) e 332 ettari di aree agricole (il 9,78%), mettendo sotto chiave il 26% del territorio. Erano stati cancellati 500 mila metri cubi di cemento, altri 300 mila erano stati evitati con l’eliminazione dei Prusst. Numeri da riscrivere.

La variante potrebbe riguardare principalmente le aree collinari, le zone maggiormente interessate alle sentenze del Tar.

«Il tribunale» spiega Antonelli, «in buona parte annulla la parte della variante che dispone il vincolo e obbliga il Comune a ripianificare. Dobbiamo muoverci, perché altrimenti cominceranno a piovere le diffide. Non sono però sentenze- fotocopia, vanno viste una per una. Avvocatura e Urbanistica stanno lavorando, ma dobbiamo accelerare, perché dopo mesi di blocco, prima per la vicenda D’Alfonso, poi per l’insediamento della nuova amministrazione, siamo stati troppo fermi»