Truccò concorso dell'Arta: arrestato direttore amministrativo
Antonio Fernandez ai domiciliari. Indagato l'avvocato Tenaglia
PESCARA. Un concorso da perito elettrotecnico all'Arta per uno stipendio da circa 1.200 euro che sarebbe stato "truccato" in ogni fase - dalla commissione alle tracce passate al candidato - una gara per la nomina di un avvocato che sarebbe stata concordata e una dipendente minacciata per «la sua irremovibile posizione». «E' un errore», ha detto il direttore dell'area amministrativa dell'Arta Antonio Fernandez agli uomini della squadra mobile di Pierfrancesco Muriana che, all'alba di ieri, sono andati ad arrestarlo ai domiciliari nella sua casa di Teramo su disposizione del gip Gianluca Sarandrea perché, dice l'accusa, sarebbe stato l'artefice di una gestione piena di ombre dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente (Arta) di Pescara. Dopo le recenti indagini sull'agenzia che si occupa del servizio idrico (Ato), un'altra pubblica amministrazione viene colpita da un'inchiesta che ruota attorno alle assunzioni e che vede indagate altre 4 persone residenti in varie città tra cui l'avvocato di Chieti Pierluigi Tenaglia accusato di corruzione. C'è il vertice, il teramano Fernandez di 56 anni, ma ci sono anche altri gradini dell'agenzia: il direttore del distretto provinciale Arta di Pescara Angela Del Vecchio che avrebbe imbastito una commissione esaminatrice ad hoc, il membro della commissione Nicola Colonna, 46 anni, nato ad Atessa e residente a Pisa, e il candidato precario Pietro Domenico Pellegrini, 56 anni, di Pescara, che sarebbe stato il beneficiario «consapevole», come dice l'accusa, del concorso bandito nel 2010. Gli indagati, a vario titolo, devono rispondere di rivelazione di segreto d'ufficio, di falso, tentata concussione, abuso d'ufficio e corruzione.
«POSTO PER LA COGNATA». Parallello al concorso da perito corre, poi, quello per la gara d'appalto per la nomina di un avvocato a cui affidare gli affari legali dell'Ente ed è in questo contesto che l'accusa rappresentata dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e dal pm Gennaro Varone iscrive sul registro degli indagati il presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Chieti Pierluigi Tenaglia, accusato di corruzione insieme a Fernandez. La vicenda risale al 2011 e, per l'accusa, Fernandez avrebbe «favorito l'offerta presentata da Tenaglia ottenendo in cambio l'assunzione della cognata allo studio del legale».
«IL PROTETTO». Le indagini condotte dalla Mobile e coordinate dal sostituto commissario Mauro Sablone sono partite da due esposti anonimi del novembre 2010 in cui si denunciavano presunte irregolarità nell'iter procedurale di 12 assunzioni - tra tempo determinato e indeterminato - per posti da tecnico professionale, perito chimico, tecnico programmatore e perito elettrotecnico. Solo su quest'ultimo sarebbero emerse, e soprattutto grazie al successivo racconto dettagliato della funzionaria dell'Arta Monica Ruscitti (non indagata, ndr) presunte irrogolarità: Fernandez e Del Vecchio avrebbero organizzato una commissione compiacente inserendo il nome del commissario Colonna la cui scelta, dice l'accusa, «non sarebbe avvenuta secondo la prassi, mediante l'esame del curriculum, ma per conoscenza diretta» mentre il candidato Pellegrini, che la procura definisce «protetto da Del Vecchio», avrebbe ricevuto da Colonna le tracce dell'esame, poi, vinto.
«FOGLI CON LE TRACCE» L'inchiesta sull'Arta è sbocciata in seguito alle perquisizioni del maggio e del luglio 2011 sia nella sede pescarese in via Marconi e sia nelle case degli indagati da cui sono stati portati via soprattutto computer. Nell'abitazione del candidato Pellegrini, gli investigatori avrebbero trovato dei «fogli manoscritti con lo svolgimento delle tracce d'esame» e, inoltre, specifica l'accusa, «sono numerose le email scambiate tra i due nel periodo antecedente il concorso».
«HA FATTO UN CASINO!». E' la testimonianza della funzionaria Ruscitti ad attraversare il periodo dell'inchiesta: è la funzionaria "virtuosa", «irreprensibile» che aveva predisposto la prima bozza con i nomi dei membri della commissione dell'esame - attinti dagli elenchi e secondo la prassi - ma su cui il direttore Fernandez, accusato per questo episodio di tentata concussione e abuso d'ufficio - avrebbe cercato di scaricarle le responsabilità del nuovo nome del componente. «Monica ha fatto un casino!», dice al telefono Fernandez a Del Vecchio che, in seguito, allontanerà Ruscitti da Pescara per spostarla nel distretto dell'Arta di Chieti per un posto con un profilo più basso. «A carico del Fernandez ci sono gravi indizi di colpevolezza», scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare, «e c'è pericolo di inquinamento delle prove», aggiunge il giudice per le indagini preliminari mentre Fernandez, tramite il suo avvocato, respinge le accuse.
«POSTO PER LA COGNATA». Parallello al concorso da perito corre, poi, quello per la gara d'appalto per la nomina di un avvocato a cui affidare gli affari legali dell'Ente ed è in questo contesto che l'accusa rappresentata dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e dal pm Gennaro Varone iscrive sul registro degli indagati il presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Chieti Pierluigi Tenaglia, accusato di corruzione insieme a Fernandez. La vicenda risale al 2011 e, per l'accusa, Fernandez avrebbe «favorito l'offerta presentata da Tenaglia ottenendo in cambio l'assunzione della cognata allo studio del legale».
«IL PROTETTO». Le indagini condotte dalla Mobile e coordinate dal sostituto commissario Mauro Sablone sono partite da due esposti anonimi del novembre 2010 in cui si denunciavano presunte irregolarità nell'iter procedurale di 12 assunzioni - tra tempo determinato e indeterminato - per posti da tecnico professionale, perito chimico, tecnico programmatore e perito elettrotecnico. Solo su quest'ultimo sarebbero emerse, e soprattutto grazie al successivo racconto dettagliato della funzionaria dell'Arta Monica Ruscitti (non indagata, ndr) presunte irrogolarità: Fernandez e Del Vecchio avrebbero organizzato una commissione compiacente inserendo il nome del commissario Colonna la cui scelta, dice l'accusa, «non sarebbe avvenuta secondo la prassi, mediante l'esame del curriculum, ma per conoscenza diretta» mentre il candidato Pellegrini, che la procura definisce «protetto da Del Vecchio», avrebbe ricevuto da Colonna le tracce dell'esame, poi, vinto.
«FOGLI CON LE TRACCE» L'inchiesta sull'Arta è sbocciata in seguito alle perquisizioni del maggio e del luglio 2011 sia nella sede pescarese in via Marconi e sia nelle case degli indagati da cui sono stati portati via soprattutto computer. Nell'abitazione del candidato Pellegrini, gli investigatori avrebbero trovato dei «fogli manoscritti con lo svolgimento delle tracce d'esame» e, inoltre, specifica l'accusa, «sono numerose le email scambiate tra i due nel periodo antecedente il concorso».
«HA FATTO UN CASINO!». E' la testimonianza della funzionaria Ruscitti ad attraversare il periodo dell'inchiesta: è la funzionaria "virtuosa", «irreprensibile» che aveva predisposto la prima bozza con i nomi dei membri della commissione dell'esame - attinti dagli elenchi e secondo la prassi - ma su cui il direttore Fernandez, accusato per questo episodio di tentata concussione e abuso d'ufficio - avrebbe cercato di scaricarle le responsabilità del nuovo nome del componente. «Monica ha fatto un casino!», dice al telefono Fernandez a Del Vecchio che, in seguito, allontanerà Ruscitti da Pescara per spostarla nel distretto dell'Arta di Chieti per un posto con un profilo più basso. «A carico del Fernandez ci sono gravi indizi di colpevolezza», scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare, «e c'è pericolo di inquinamento delle prove», aggiunge il giudice per le indagini preliminari mentre Fernandez, tramite il suo avvocato, respinge le accuse.
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