Ultrà ucciso a Pescara i testimoni: “Ciarelli era sul luogo del delitto”
Incidente probatorio in questura per l’omicidio di Domenico Rigante. L’avvocato Metta: “Quasi tutti hanno detto che era in possesso di un’arma". Riconoscimento anche per gli altri sospettati
PESCARA. Si è concluso dopo oltre sei ore l’incidente probatorio in Questura, a Pescara, sull’omicidio dell’ultrà Domenico Rigante, avvenuto il primo maggio scorso. «Tutti i testimoni hanno collocato Ciarelli sul luogo del delitto, quasi tutti hanno detto che era in possesso di un’arma». Lo ha dichiarato ai giornalisti, al termine dell’incidente probatorio, l’avvocato Franco Metta, legale di Massimo Ciarelli, accusato dell’omicidio di Domenico Rigante, avvenuto a Pescara il primo maggio scorso. Massimo Ciarelli è stato riconosciuto da otto testimoni. L’incidente probatorio, che si è svolto alla questua di Pescara, è stato richiesto dal pm Salvatore Campochiaro per cristallizzare le testimonianze e farle entrare direttamente nel processo.
Dopo avere riconosciuto Massimo Ciarelli, con in mano il revolver calibro 38, e poi anche il nipote Domenico, i testimoni (presenti nell’abitazione di via Polacchi la sera dell’omicidio) sfilati oggi in Questura per l’incidente probatorio sull’omicidio di Domenico Rigante, hanno riconosciuto anche i tre fratelli Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli.
L’avvocato dei tre, Ruggero Romanazzi, all’uscita dalla Questura ha però fatto delle precisazioni: «C’è stato qualche riconoscimento, ma tutti i testimoni hanno anche affermato di avere rivisto le facce degli indagati, così come sui giornali e in televisione». «I miei tre assistiti sono stati riconosciuti, anche se con delle contraddizioni. Questo riconoscimento - ha detto ancora il legale dei fratelli Ciarelli - lascia per noi il tempo che trova. Per noi non era necessario che il Pubblico Ministero facesse fare questo incidente probatorio, ma prendiamo atto di quello che è accaduto oggi e andiamo avanti».
L’avvocato difensore di Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli ha poi aggiunto: «Non sappiamo al momento se ci sarà un processo ordinario o con rito abbreviato. Il processo servirà a chiarire le diverse responsabilità degli indagati. L’unico dato certo è la morte di Domenico Rigante».
©RIPRODUZIONE RISERVATA