Ultrà ucciso a Pescara: il 20 febbraio il processo
Fissata la data per il processo in corte d’Assise per i cinque rom accusati dell’omicidio di Domenico Rigante, 24 anni, ucciso con un colpo di pistola lo scorso primo maggio
PESCARA. Si terrà il prossimo 20 febbraio in Corte d’Assise a Chieti il processo nei confronti dei cinque rom ritenuti responsabili dell’omicidio di Domenico Rigante, il 24enne tifoso del Pescara ucciso con un colpo di pistola il primo maggio scorso dopo l’irruzione in un’abitazione del capoluogo adriatico. Si tratta di Massimo Ciarelli, che secondo l’accusa fece fuoco con un revolver calibro 38 mai trovato, il nipote Domenico e i cugini Luigi, Antonio e Angelo. I cinque devono rispondere di omicidio volontario premeditato e porto abusivo d’arma. Il giudizio immediato nei confronti dei nomadi era stato chiesto, nelle scorse settimane, dal pm Salvatore Campochiaro.
L’agguato era stato l’epilogo di una zuffa tra rom e ultrà biancazzurri avvenuta la notte del 30 aprile scorso a Pescara vecchia: in quella circostanza Ciarelli avrebbe minacciato Antonio Rigante, il fratello gemello di Domenico. L’aggressione della serata successiva era avvenuta nell’abitazione di amici dell’ultra, dove Domenico era stato raggiunto dal gemello inseguito dai nomadi. Una volta nell’abitazione, il gruppo di nomadi aveva confuso i fratelli, sparando al fianco di Domenico, morto subito dopo il ricovero in ospedale. L’omicidio aveva scatenato forti tensioni a Pescara non solo nell’ambiente della tifoseria organizzata, ma anche tra i comuni cittadini, con manifestazioni contro la comunità rom.
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