l'idea

Una app per non scordarsi i bambini in auto

Raccolta fondi al via per finanziare la app per telefonini inventata da una 24enne pescarese con due coetanei

PESCARA. «Please don’t go» (per favore non andare), recitava una celebre canzone dei Kc & The Sunshine Band, e chissà che i tre giovani che hanno voluto intitolare una start up «Don’t Go», si siano voluti riferire proprio a quel ritornello, nonostante, all’epoca (il 1979), non fossero neanche nati. Fatto sta che Benedetta Caputi, 24 anni e pescarese doc, più altri due giovani pugliesi, Luisa Ferri, altra ventiquattrenne, e Claudio Cuccovillo, di 26, con quel «non andare», hanno deciso di provare a dare uno stop a quelle tragedie che purtroppo si sono già verificate, e che riguardano i bambini lasciati sul seggiolino dell’automobile da genitori che si allontanano dalla macchina e vanno al lavoro per dimenticanza o per un inspiegabile black-out della mente.

E ora Benedetta, bocconiana iscritta al biennio specialistico dell’università milanese, insieme a Luisa e Claudio, sta per lanciare per questo una raccolta di fondi, attraverso il cosiddetto crowfunding, che avrebbe come obiettivo quello di racimolare almeno 15-20mila euro per realizzare, su grande scala, il prodotto che dovrebbe contrastare queste amnesie.

Si tratta di un piccolo dispositivo, di forma quadrata, che andrebbe collocato sotto al cuscino del seggiolino con lo scopo di rilevare il peso del bambino. A quel punto, una volta alloggiato il piccolo, partirebbe in wireless, verso il cellulare o smartphone del genitore, un segnale che si aziona automaticamente dopo aver scaricato una app (gratuita). In questo modo si mette in moto una connessione tra chip del dispositivo e telefonino che si disconnetterebbe solo nel caso in cui, appunto, il genitore si allontanasse dalla macchina per più di otto o dieci metri. Così come accade per ogni connessione wireless.

In altre parole, se il dispositivo sotto al cuscino del seggiolino non rileva l’assenza di peso (e dunque il bambino è ancora adagiato sul seggiolino) e se la distanza tra cellulare e dispositivo supera gli otto o dieci metri, partirà un messaggio di allerta verso lo smartphone, che avvertirà il genitore.

In caso di assenza di risposta, entro pochi minuti partiranno altri messaggi verso altri numeri telefonici (verso quello dell’altro genitore o verso quelli dei parenti inseriti).

Un’iniziativa, quella dei tre giovani, «partita», racconta Caputi, «in seguito alle notizie di cronache. Da queste, infatti, è scaturita l’idea promossa da Claudio Cuccovillo, alla quale anch’io e Luisa Ferri abbiamo preso parte. Ora, attraverso i social network, stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica. Poi, fra qualche settimana, partirà il crowfunding che andrà avanti per un mese».

Il prezzo, stando alle prime indicazioni, dovrebbe oscillare tra i 60 e gli 80 euro (per i gemelli è previsto uno sconto). Per informazioni, visitare il sito internet www.don-go.org.

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