Vernamonte: ora ribaltiamo il Comune
Nelle intercettazioni le pressioni del manager e di Roselli per i limiti di velocità
SPOLTORE. «Questa amministrazione io e Marino la ribaltiamo». A parlare così, intercettato dagli agenti di polizia giudiziaria del corpo forestale, è Luciano Vernamonte, 68 anni, esponente dello Sdi e vicepresidente della società dei rifiuti Ecologica srl. Senza incarichi elettivi a Spoltore, Vernamonte telefona all'assessore alla polizia municipale Dino D'Onofrio (non indagato) e gli ordina di far abbassare il limite di velocità in una strada della frazione di Caprara.
L'ennesimo retroscena dell'inchiesta su Spoltore è raccontato in un'altra informativa della forestale al pm Gennaro Varone: un documento che è alla base del no di Varone alla richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Vernamonte.
Da undici giorni, Vernamonte, il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli (ex Pd diventato indipendente) e l'ex presidente Pd del consiglio regionale Marino Roselli, oggi uno dei vertici dell'Api, sono agli arresti domiciliari con le accuse di associazione a delinquere e corruzione; Ranghelli è accusato anche di concussione. In tutto, sono 13 gli indagati tra politici e imprenditori nell'inchiesta che ruota intorno agli affari del Prg e costruzione di due torri lungo il fiume Pescara, accordo di programma tra Comune e una società per ampliare il cimitero, proroghe dell appalto rifiuti, pubblicità e riscossione tributi. C'è, poi, un'altra parte, ancora riservata, sulla cittadella commerciale CityModa costruita a Santa Teresa di Spoltore.
Dai 25 faldoni dell'inchiesta spunta un'altra intercettazione che, secondo la forestale, contribuisce a delineare l'influenza di Vernamonte e Roselli, entrambi senza incarichi elettivi ma componenti stabili della «cabina di regia», l'organismo ideato da Ranghelli per controllare gli appalti di Spoltore: Vernamonte vuole fare abbassare il limite di velocità a Caprara e chiede all'assessore Dino D'Onofrio di ordinarlo al comandante dei vigili urbani Enrico Monaco (non indagato). D'Onofrio riferisce la richiesta al comandante della polizia municipale ma Vernamonte non vuole perdere più tempo e, dopo un incontro in municipio con Roselli e Ranghelli, telefona ancora all'assessore e gli fa capire che se il limite di velocità non cambia è pronto a ritirare l'appoggio all'amministrazione: «Ieri mattina, Dino», dice Vernamonte, «abbiamo chiamato, eh bhè veramente Roselli l'ha chiamato quando gli stavo dicendo eh Mari' dobbiamo parlare sennò questa amministrazione la ribaltiamo». Dopo lo sfogo, Monaco cambia il limite di velocità: a Caprara si circola a 30 all'ora anziché a 50.
L'ennesimo retroscena dell'inchiesta su Spoltore è raccontato in un'altra informativa della forestale al pm Gennaro Varone: un documento che è alla base del no di Varone alla richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Vernamonte.
Da undici giorni, Vernamonte, il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli (ex Pd diventato indipendente) e l'ex presidente Pd del consiglio regionale Marino Roselli, oggi uno dei vertici dell'Api, sono agli arresti domiciliari con le accuse di associazione a delinquere e corruzione; Ranghelli è accusato anche di concussione. In tutto, sono 13 gli indagati tra politici e imprenditori nell'inchiesta che ruota intorno agli affari del Prg e costruzione di due torri lungo il fiume Pescara, accordo di programma tra Comune e una società per ampliare il cimitero, proroghe dell appalto rifiuti, pubblicità e riscossione tributi. C'è, poi, un'altra parte, ancora riservata, sulla cittadella commerciale CityModa costruita a Santa Teresa di Spoltore.
Dai 25 faldoni dell'inchiesta spunta un'altra intercettazione che, secondo la forestale, contribuisce a delineare l'influenza di Vernamonte e Roselli, entrambi senza incarichi elettivi ma componenti stabili della «cabina di regia», l'organismo ideato da Ranghelli per controllare gli appalti di Spoltore: Vernamonte vuole fare abbassare il limite di velocità a Caprara e chiede all'assessore Dino D'Onofrio di ordinarlo al comandante dei vigili urbani Enrico Monaco (non indagato). D'Onofrio riferisce la richiesta al comandante della polizia municipale ma Vernamonte non vuole perdere più tempo e, dopo un incontro in municipio con Roselli e Ranghelli, telefona ancora all'assessore e gli fa capire che se il limite di velocità non cambia è pronto a ritirare l'appoggio all'amministrazione: «Ieri mattina, Dino», dice Vernamonte, «abbiamo chiamato, eh bhè veramente Roselli l'ha chiamato quando gli stavo dicendo eh Mari' dobbiamo parlare sennò questa amministrazione la ribaltiamo». Dopo lo sfogo, Monaco cambia il limite di velocità: a Caprara si circola a 30 all'ora anziché a 50.
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