PESCARA

Via di Sotto, rivolta contro l’autovelox: presentati 500 ricorsi

Pioggia di contestazioni alla prefettura e al giudice di pace. L’avvocato Baroni: "Ci sono gli elementi per far annullare i verbali"

PESCARA. A tre mesi dall’installazione dell’autovelox in via di Sotto e dopo aver superato la soglia delle 20mila contravvenzioni per violazione del limite di velocità di 30 chilometri all’ora, parte la battaglia legale per far annullare le sanzioni. Finora, sono oltre 500 i ricorsi presentati, suddivisi tra la prefettura e il giudice di pace. Una raffica di contestazioni che aumenta di giorno in giorno. L’avvocato Massimiliano Baroni, legale esperto in materia, riceve quasi quotidianamente le richieste di aiuto giunte dagli automobilisti che si sono visti arrivare multe con cifre stratosferiche e spesso con la decurtazione di diversi punti dalla patente.
L’avvocato gestisce i ricorsi presentati alla prefettura, mentre altri cittadini si sono rivolti al giudice di pace. Massimiliano Baroni, comunque, è convinto che ci siano gli elementi per vincere i ricorsi. Finora ha impugnato oltre 500 verbali, di cui il 10 per cento per l’autovelox di strada Colle Renazzo. "Se il prefetto deciderà di respingere i ricorsi", avverte l’avvocato, "i primi provvedimenti di diniego verranno notificati verosimilmente a settembre. Altrimenti, i silenzi-accoglimenti matureranno ad aprile 2022".

Insomma, non si prevedono tempi brevi per sapere di aver vinto o perso il ricorso. Con il serio rischio che, se non dovesse essere accolto, la multa da pagare si raddoppierà per effetto delle sanzioni per ritardato versamento. "Secondo me il principale motivo di illegittimità dei verbali sta nel procedimento", spiega il legale, "il Codice della strada prevede l’autovelox fisso possa essere installato soltanto dietro un procedimento autorizzativo da parte del prefetto. Questo procedimento consiste nel fatto che deve essere effettuato uno studio sull’incidentalità degli ultimi 5 anni paragonandolo a tratti di strada similari. La richiesta di questo studio deve essere presentata dalle autorità di polizia o dai cittadini. Le risultanze di questo studio devono indicare che quel tratto sia effettivamente pericoloso e in quel caso il prefetto autorizza l’installazione. Tutto questo iter, secondo me, non sarebbe stato fatto".
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