«Via le antenne tra le nostre case»

San Silvestro, il comitato di residenti: gli impianti sono abusivi, no ai ricorsi al Tar

PESCARA. Il comitato contro le antenne di San Silvestro cita George Orwell, lo scrittore britannico di «1984», per chiedere ancora una volta di delocalizzare gli impianti che svettano tra le case e fanno paura ai residenti: «I reati devono essere perseguiti a prescindere da chi li commette altrimenti», così dice Brunella Di Lizio, «vale quanto detto parafrasando Orwell e cioè che “Tutti sono uguali davanti alla legge ma alcuni lo sono più degli altri”». Quella di Orwell non è una citazione a caso: Orwell è lo scrittore che ha teorizzato i meccanismi totalitari di controllo del pensiero e i residenti, dopo anni di annunci non mantenuti, si sentono quasi vittime di un sistema.

Di Lizio prosegue: «Continuiamo imperterriti a denunciare che le emittenti tv che trasmettono in tecnica digitale da San Silvestro colle sono abusive e stanno commettendo degli illeciti sia di carattere penale che amministrativo. Però», protesta il comitato dei cittadini, «chi ha il dovere giuridico di far cessare tali illeciti fa finta di non vedere, ovvero non legge con attenzione le denunce, ovvero applica norme non inerenti. Come Mai?».

Secondo il comitato, San Silvestro «non è mai stato inserito nei siti di piano e ne consegue che tutti gli impianti tv digitale sono sempre stati abusivi e pertanto non solo andavano spenti ma anche puniti penalmente i responsabili diretti (titolari degli impianti) e indiretti (il ministero). Cosa, però, mai avvenuta».

Il comitato è contrario ai ricorsi al Tar delle emittenti contro la delocalizzazione: «Ora siamo all’assurdo», spiega Di Lizio, «degli abusivi, tramite i loro legali, hanno chiesto al Tar di essere legittimati a perseguire nell'illegalità. Ci auguriamo che il 2013 faccia sì che quanto dichiarato dal procuratore di Taranto Franco Sebastio in una recente intervista trovi finalmente applicazione: “Il diritto che non accetta contemperamenti o compressioni di sorta è il diritto alla vita e quindi alla salute perché di fronte a un fondamentale diritto tutti gli altri devono cedere il passo anche il diritto al lavoro”. Noi», conclude Di Lizio, «diremmo:diritto all’informazione. Ha anche affermato un principio che dovrebbe essere valido per tutti i magistrati e cioè “il nostro compito è quello di far rispettare e applicare le leggi».

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