Villa Pini, 548 dipendenti in malattia

Il sindacato: «Tanti i casi di depressione». L’Inps pagherà per le giornate di lavoro perse

PESCARA. Sono 548 i dipendenti di Villa Pini in malattia. In organico nella clinica sanitaria del Gruppo sanitario teatino della famiglia Angelini ci sono 698 dipendenti, ma ieri in servizio ne risultavano solo 150. Su questi numeri stanno crescendo le tensioni tra le due sponde di una vertenza che si protrae da nove mesi e che vede da un lato complessivamente 1600 dipendenti del Gruppo senza stipendio, mentre la clinica cerca di tamponare le assenze arrivando ad assumere nuovi infermieri.

Il ricorso alla malattia per i sindacati è dovuto alle centinaia di casi di depressione, che si stanno verificando tra i lavoratori. Nel contempo il ricorso al certificato medico appare come l’unico ammortizzatore sociale, quello pagato dall’Inps a sostegno dei giorni di malattia, del quale i dipendenti di Villa Pini possono beneficiare.
«Anche questi soldi però non arrivano nelle tasche dei lavoratori in quanto l’Inps non li versa direttamente a loro ma alla società. Solo l’Inail in caso di infortunio manda l’assegno direttamente ai lavoratori. La vertenza Villa Pini sta diventando un caso unico in tutto il panorama nazionale, e si rischiano tensioni sociali».

«E’ difficile descrivere ancora la gravità della crisi del Gruppo Villa Pini», sottolinea Angela Scottu responsabile del dipartimento sanità della Cgil, «una crisi più volte denunciata e segnalata a tutte le istituzioni e autorità, senza ottenere, però, interventi drastici e tempestivi. Pochi dati sono sufficienti per sottolineare l’emergenza della situazione: presso la Casa di Cura Villa Pini sono 40 i pazienti ricoverati. I reparti sono chiusi. L’unico ancora funzionante è quello del Centro di Riabilitazione per i disturbi dei comportamenti alimentari. Su 698 sono 150 i dipendenti in servizio. Ormai da nove mesi senza stipendio, con un atteggiamento della proprietà sempre più disinteressato, se non sprezzante, della condizione di vita e di lavoro dei propri dipendenti, come testimonia l’ultimo incontro del 23 dicembre tenuto alla Regione, stanno deprimendo e facendo ammalare un numero via via crescente di lavoratori».

La delegata sindacale inoltre racconta anche il clima sempre più teso che si registra. «Come se ciò non bastasse, la proprietà, cita in giudizio una dipendente. Accade, infatti, che l’amministratrice delegata Chiara Angelini denunci una terapista per offesa al suo onore e decoro per presunte frasi ingiuriose che la lavoratrice le avrebbe rivolto durante una manifestazione sindacale di protesta per il mancato pagamento degli stipendi. La lavoratrice sarà ben tutelata e assistita dal sindacato».
La Cgil torna anche a insistere su una ipotesi più volte sollecitata dal fronte sindacale, con la Cisl e l’Ugl.

«Questo stillicidio quotidiano di fatti negativi che pregiudicano sempre più assistenza e dignità del lavoro, ci fa ritenere che il Commissariamento prefettizio o giudiziale sia l’intervento più necessario nell’immediato», prosegue Angela Scottu, «è altrettanto necessario, in questo momento di prossima scadenza della diffida inoltrata al Gruppo Villa Pini, che da parte della giunta regionale e del suo presidente ci sia il massimo di chiarezza, di univocità di intenti e di azione. Da subito, richiederemo un confronto serrato per trovare soluzioni condivise alle condizioni di assistenza e di lavoro, oggi non più garantite».