PESCARA

A 57 anni Ronzani di nuovo in campo: mi diverto ancora

L’ex biancazzurro che conquistò la serie A con Galeone nell’87 gioca con la Virtus Pescara in Prima categoria

PESCARA. I tifosi del Pescara lo ricordano per la sua generosità che di sicuro non ha perso con il passare del tempo. Danilo Ronzani, terzino sinistro biancazzurro dal 1984 al 1987 che conquistò la promozione in serie A nel 1987, il 28 febbraio ha compiuto 57 anni. E domenica scorsa è tornato in campo per dare un mano a una squadra in difficoltà: la Virtus Pescara che milita nella Prima categoria (girone E) ed è impegnata nella lotta per non retrocedere. Ha deciso di indossare di nuovo la divisa e gli scarpini giocando al centro della difesa contro il Verlengia a Montesilvano. «Purtroppo è andata male», afferma Ronzani, «abbiamo perso 1-0 prendendo gol nei minuti di recupero. Comunque, sono soddisfatto per la prestazione mia e dei miei compagni che sono tutti giovanissimi. Pensavo di non reggere la fatica, invece è andata abbastanza bene».

L’ex difensore del Delfino racconta come è nata l’opportunità di tornare nella mischia. «Tre giorni prima del match mi ha contattato il direttore generale della Virtus, Gabriele D'Adamo, chiedendomi un aiuto. Mi diverte il pallone, sono ancora innamorato del calcio, così ho accettato la sfida». Una partita strana, non solo per la presenza in campo di Ronzani, ma anche perché l'arbitro, dopo aver assegnato 5' di recupero, ha decretato la fine della partita dopo 3’. Poi si è reso conto della svista e ha richiamato i calciatori sul terreno di gioco facendo riprendere l’incontro per altri 2’. E il Verlengia, a pochi secondi dalla fine ha segnato la rete decisiva condannando alla sconfitta la compagine del presidente Luciano Dezio e del tecnico Fabrizio Dezio.

Ronzani vive a Montesilvano con Margherita, la sua compagna, e la piccola Aisha di 4 anni, mentre dal precedente legame sono nati Makis, 29 anni, che abita a Mantova, e il 31enne Bryan che fa il giornalista a Radio 105 a Milano. «Nel 1993, a 33 anni, ho chiuso con il calcio professionistico a Suzzara. Non avevo più voglia di girare l'Italia. Così, ho aperto un’attività a Mantova e sono rimasto lì per un po' di tempo. Poi ho deciso di tornare a vivere in Abruzzo, dove mi sono trovato sempre benissimo». Dopo l’addio al professionismo, Ronzani ha continuato a divertirsi tra i dilettanti (Flacco Giuliano Tetaini, Collecorvino, Caldora) e nel campionato Uisp, ma prima del ritorno in campo da quasi dieci anni aveva lasciato non allenandosi più con regolarità.

A Pescara giocò due stagioni (dall’84 all’86) quando l'allenatore era il compianto Enrico Catuzzi, prima di far parte del mitico gruppo dell’86-87 che conquistò la promozione in A con Giovanni Galeone. «Un’annata indimenticabile. Si creò un alchimia incredibile tra i calciatori e l'allenatore. Galeone era uno di noi, ma se giocavamo così bene il merito fu anche di Catuzzi, un vero cultore del calcio offensivo e organizzato».

Ora c’è Zeman sulla panchina del Pescara. «Sono un suo grande estimatore. La società ha fatto la scelta giusta anche se la stagione è ormai andata. Solo un miracolo potrebbe salvare i biancazzurri. In ogni caso, l’arrivo di Zeman apre la possibilità di tornare subito protagonisti. La speranza è che la società riesca a individuare talenti in erba che possano essere valorizzati dal lavoro dell’allenatore. Nessuno come il boemo è in grado di formare e lanciare i giovani».

Ronzani attualmente fa l’osservatore per il Frosinone. E domenica scenderà di nuovo in campo con la maglia della Virtus Pescara che all'antistadio Flacco (ore 16) affronterà l'Hatria. (g.t.)

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