Assemblea deserta: L’Aquila è a un passo dal fallimento
I soci rossoblù non si presentano per approvare il bilancio Giocatori furibondi, si rischia di non finire il campionato
L’AQUILA. The end. L’assemblea di ieri per l’approvazione del bilancio è stata disertata dagli stessi soci, con il solo amministratore unico David Miani a presentarsi all’appuntamento. L’ennesimo segnale di una società che ha più volte fatto capire di non avere più interesse a sostenere la squadra. L’amministratore unico si è presentato all’appuntamento verso le ore 17, non trovando nessuno. Bisognava mettere mano al portafogli, e ciò non è avvenuto. Dopo la mancata approvazione del bilancio, anche gli irriducibili ottimisti, i responsabili delle relazioni esterne Feliciantonio Maurizi, Franco Cianca e Antonello Ciocca, nominati per restaurare un rapporto tra la società e i tifosi, hanno rassegnato le dimissioni. Situazione imbarazzante e caotica. Da ambienti vicini alla società filtrano, come al solito, voci di possibili appoggi, ma che fino ad ora non trovano alcuna conferma. «L’assemblea è andata deserta, non è stato deliberato nulla e ne prendiamo atto e ora vedremo gli sviluppi», questo il commento di Miani in serata. Quello che succederà, per Miani, «è ancora prematuro. Ognuno dovrà prendere delle decisioni su quelli che sono gli sviluppi. Non è che si portano i libri in tribunale domani mattina, però è una delle probabilità. Magari lunedì arriva Babbo Natale con mezzo milione di euro e i libri in tribunale non ce li porti. Sinceramente avevo intuito che non sarebbe andato tutto liscio, però che andasse come è andata, francamente non me l’aspettavo». Dal comunicato traspare che Miani stia valutando l’ipotesi di un ulteriore aggiornamento dei lavori a data da destinarsi. In realtà c’è la forte possibilità che l’amministratore unico dia le dimissioni: «Io ho dato la mia disponibilità, ma la verificherò momento per momento. Ci sono diverse possibilità, tra le tante c’è anche quella delle dimissioni. Le cose sono chiare, alla fine parlano i fatti. Se in determinate situazioni accadono determinati fatti, ognuno trarrà le proprie conclusioni e si assumerà le proprie responsabilità». Si parlava di un passivo di un milione, di piano di risanamento, ma ora è inutile parlare di cifre quando non c’è neanche la possibilità pagare il pullman per la trasferta. Le cifre sono relative, quelle importanti erano quelle potevano andare nell’ottica della continuità. Degli interventi immediati. Basterebbero quelle per dare un segnale diverso. I giocatori sono furiosi e ieri hanno provato più volte a contattare Chiodi, Mancini e gli altri soci. «Con i dipendenti c’è sempre stato un confronto e, chiaramente, c’è stato anche adesso. Non è una situazione piacevole. Non è che se si parla di calcio si parla di divertimento: si parla di lavoro, di persone che si impegnano in quello che fanno. Se si continua con questo disinteresse e con questo atteggiamento, non vedo quale altra soluzione ci possa essere». Sarà forte anche la risposta che la squadra e lo stesso Battistini daranno alla stessa società. Battistini, un anno fa, riuscì nell’intento di proteggere la squadra, ora sarà diverso. «Ovviamente non siamo contenti», commenta il tecnico rossoblù Pierfrancesco Battistini. «Aspetto di parlare insieme agli altri. Oggi è una giornata dura, ma a riguardo voglio prima confrontarmi con il gruppo».
Pierluigi Trombetta
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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